ISTRUZIONI PER IL VOTO (TRADOTTE DAL TEDESCO) - ELMAR BROK, VICINISSIMO ALLA MERKEL: “TUTTI, PD IN TESTA, TRANNE BERLUSCONI” - BROK LO DICE IN FACCIA A GIANNI LETTA A CASA DELL’AMBASCIATORE SCHÄFERS - IL MINISTRO DEGLI ESTERI WESTERWELLE SI AUGURA LA VITTORIA DI “UN POLITICO DEL FUTURO” – OIA ILLUSIONE; MONTI E BERSANI INCARICATI DI “PROSCIUGARE” BERLUSCONI E GRILLO (TERRORE DEI TEDESCHI) - HOLLANDE PIU’ CAUTO…
Marco Conti per IlMessaggero.it
«Tutti, Pd in testa, tranne che Berlusconi». Una decina di giorni fa a villa Almone, residenza dell'ambasciatore tedesco in Italia Reinhard Schäfers, Elmar Brok - esponente di punta della Cdu e uomo molto vicino ad Angela Merkel - non si è curato della presenza di Gianni Letta per esprimere il suo lapidario giudizio. "L'Europa e la crisi" era il tema della serata, alla quale hanno preso parte numerosi esponenti politici italiani (Dini, Gualtieri, Rutelli, Fassina, Gianni Letta e Bassanini) e il corpulento Brok il quale - nelle chiacchierate informali che hanno preceduto la riunione - non ha lesinato considerazioni preoccupate sul possibile esito delle elezioni italiane.
RIGORE
Il Pd non ha alcun interesse a schierare il governo tedesco dalla propria parte, ma ciò non toglie che sia forte la preoccupazione con la quale Berlino guarda al problema della stabilità e della governabilità in Italia. Nei giorni scorsi è stato il ministro degli Esteri tedesco sostenere che si augura per l'Italia un «politico del futuro». Nessun nome è uscito dalla bocca di Westerwelle, ma il riferimento è sembrato chiaro anche se meno esplicito di quello formulato qualche giorno fa dal collega di Westerwelle, il ministro alle Finanze Wolfgang Schauble, che ha invitato gli italiani a non votare Berlusconi.
Eppure la Merkel con Berlusconi dovrà avere a che fare ancora, visto che il Pdl fa parte del Ppe e che la consistenza parlamentare del gruppo berlusconiano - malgrado l'illustre defezione di Mario Mauro -è fondamentale nella sfida con il Pse. Ovviamente i timori di Berlino non riguardano solo il possibile ritorno sulla scena di Berlusconi, ma anche la consistenza del Movimento5S.
Berlusconi e Grillo rappresentano per Berlino un macigno sulla strada delle riforme.
«Voce dal sen fuggita». Il responsabile esteri del Pd Lapo Pistelli, in partenza proprio per Berlino, allarga le braccia: «Monti sta facendo un mestiere che non è il suo. Oggi dice una cosa e domani propone larghe intese. Non si capisce e temo per lui che non capiscano gli elettori». Resta il fatto che a Berlino tifano per il Pd, in quanto guida l'unica coalizione in grado di battere il centrodestra, ma sperano anche che Monti possa fa parte del prossimo esecutivo, anche se forse si aspettavano un successo più travolgente delle liste di Scelta Civica e un una reazione più netta dell'elettorato italiano nei confronti di colui che elogia Mussolini.
SILENZIO
Del mix di rigore e crescita che piace non solo a Berlino ma anche a Bruxelles, Bersani ha avuto modo di parlare con il ministro Schauble nel corso dell'incontro avuto ad inizio mese. Non essendo uso del cancelliere incontrare i candidati alle elezioni di un paese amico come l'Italia, la Merkel si è sinora limitata ad incontrare Monti in veste di presidente del Consiglio. Lo scarso appeal di cui gode Berlusconi all'estero in questo momento è testimoniato anche da una campagna elettorale che il Cavaliere, a differenza di quanto accaduto in altri momenti, ha giocato tutto in Italia. Non c'è dubbio però che il recupero effettuato da Berlusconi, consigli in questo momento la cautela non solo alla Merkel, ma anche ad altri leader europei. Hollande in testa che a metà dicembre ipotizzava la non ricandidatura a premier del Cavaliere seppur mitigata da un profetico «con lui (Berlusconi ndr), ciò che è vero un giorno, non lo è l'indomani».
Anche in questi giorni di dura campagna elettorale, Bersani non cessa di mandare messaggi tranquillizzanti ai mercati e alle cancellerie ribadendo non solo l'intenzione del centrosinistra di «ampliare» la maggioranza anche in caso di vittoria, ma che persino nei grillini si possono trovare «persone responsabili» che potranno collaborare e contribuire alla stabilità e alla governabilità del Paese. Al Pd il compito di fare scouting nel M5S a Monti di fare lo stesso nel Pdl dove sarebbero «molti», a giudizio anche di Albertini, «pronti a fare le valigie dopo il voto».