ITALIA FATTA A MAGLIE - I MANDARINI FANNO BENE ALL'AMBIENTE (E AL SUO MINISTRO): COSTA HA FATTO E DISFATTO IL MINISTERO CON DECRETI FIRMATI IN PIENO AGOSTO, CREANDO NUOVI ALTI DIRIGENTI (CON STIPENDI DA 240MILA EURO, PER CAPIRCI) MENTRE CONTE ANNUNCIAVA LE DIMISSIONI. PIOVONO RICORSI - NON POTENDO CAMBIARE IL MONDO, COME LA SUA EROINA GRETA, SI ACCONTENTA PER ORA DI CAMBIARE IL NOME AL MINISTERO, CHE DIVENTA ''PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA''. BUM! BISOGNA CAPIRE SE PATUANELLI GLIELO PERMETTERÀ PERCHÉ…
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Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Ehi, c'è il Green New Deal, annunciato da Giuseppi a New York, e se avete dubbi che significhi semplicemente nuove tasse nascoste sotto il progetto gretino, se il manifesto verde competitivo ripetuto come un' eco da Zingaretti vi lascia almeno un po' perplessi, se i migranti climatici vi sembrano l'ultima versione della fregatura dell'invasione, sappiate che al ministero dell'Ambiente, in attesa del deal e di meno emissioni, arrivano piu' poltrone .
Ecco due nuovi Capo Dipartimento, cosiddette figure apicali della pubblica amministrazione, ovvero stipendi da 240.000 euro l’anno, uffici, prebende, auto blu, fantozziane piante di ficus e poltrone in pelle umana, che non inquina.
Se il Ministro Costa aveva appena incassato una gigantesca topica con l’anticipazione del suo decreto legge per il clima, subito rinnegato dai suoi colleghi, dai tecnici del Tesoro, e da tutte le categorie produttive che si vorrebbe tartassare, occhio a non distrarsi, perché zitto zitto si porta a casa un bel bottino in termini di potere e denaro.
Il primo decreto legge approvato dal governo il 21 settembre all’articolo .5 prevede infatti una nuova, immediatamente esecutiva, organizzazione per il Ministero dell’ambiente. Non più una struttura di sette direzioni generali coordinate da un segretario generale, ma due capi dipartimento, in termini di status pari a due segretari generali, che sovrintendono a ben otto direzioni generali.
Il giochino passerebbe il vaglio matematico della Ragioneria Generale dello Stato perché prevede l’assorbimento di alcune funzioni dirigenziali di livello più basso, ma non supera l’esame della logica perché è un evidente appesantimento della macchina burocratica a vantaggio solo dei grandi “mandarini” di Stato.
Ma le cose non tornano da tutti i punti di vista, perché soltanto una settimana prima i soliti enfatici tweet di Costa annunciavano l’entrata in vigore della riorganizzazione da lui fortemente voluta. Ci sono un segretario generale e sette direzioni generali, un po' fantasiose nelle competenze e nei nomi, come quella per l’economia circolare.
E c'e' un intero ministero che aveva lavorato tutta l’estate per fare e disfare organigrammi, funzioni, capitoli di bilancio che assecondassero i capricci del Generale. Non basta. Appena giurato da ministro del governo Giuseppi 2, Costa riconferma, pur avendo ben sessanta giorni per farlo, l’incarico al suo segretario generale, ma solo una settimana dopo lo sopprime con un decreto legge. Ma come, il Prefetto Silvana Riccio, donna dura, durissima, una carriera che schiaccia sempre l’acceleratore quando governa la sinistra, una antisalviniana doc, viene eliminata dai ruoli del ministero senza, pare, neanche una telefonata? Un crudele spoils system di fatto, ma senza spiegazione logica.
Che cosa è successo? Qualcuno a via Cristoforo Colombo ipotizza che il prefetto Riccio, usata da Costa come una clava contro i precari Sogesid che mandano avanti il ministero in attesa dei mega concorsi, abbia esercitato con troppo zelo il suo ruolo di responsabile per la trasparenza e l’anticorruzione. In questo ruolo la Prefetta di ferro potrebbe aver creato disagi nelle alte sfere del ministero pretendendo chiarezza e trasparenza su incarichi e consulenze.
Nei giorni che vanno dall’inizio della crisi del governo Cnquestelle-Lega, alcune cose strane accadono infatti al ministero dell’ambiente. Si dimette il Vice Capo di Gabinetto, Luigi Impeciati, integerrimo magistrato della Corte dei Conti, e si dimette dal suo incarico il Presidente della commissione che dovrebbe valutare i candidati alla Commissione AIA, quella che valuta i parametri ambientali dei grandi impianti industriali.
Perche'? Su tutto cala un’ombra inquietante, l’ombra del Decreto di nomina della Commissione VIA, la commissione che detiene i destini di crescita dell’economia italiana per i prossimi anni, e scusate se è poco.
E' un decreto che Costa firma e protocolla il giorno 20 agosto, probabilmente negli stessi istanti in cui Conte 1 annuncia le sue dimissioni. Una procedura avviata quasi un anno prima, che si conclude tra i giorni 13 agosto e 20 agosto, a crisi di governo iniziata e conclusa, sembrerebbe addirittura con la trasmissione agli organi di controllo di un documento corretto a mano con la penna biro. E' una tempistica curiosa, a una velocità che potrebbe aver fatto commettere errori di valutazione, mancate verifiche, omissioni pesanti.
La pioggia di ricorsi, accessi agli atti, ed esposti alla Procura e alla Corte dei Conti, che stanno arrivano al ministero, aiuteranno a fare luce. Nel frattempo Costa allarga il suo potere aumentando, come abbiamo detto, le direzioni generali, e, non potendo cambiare il mondo, come la sua eroina Greta, si accontenta per ora di cambiare il nome al ministero.
Il Mattm si chiamerà MATE, Ministero per la transizione ecologica. Bum! Bisogna capire se Patuanelli glielo permetterà, visto che transizione ecologica è un concetto riferito in particolar modo al tema dell’energia, competenza del Ministero dello Sviluppo economico.
Ma il Costa 2, la vendetta, sembra un fiume tracimante. Al momento. Fermarlo potrebbe essere il vero Green New Deal.