IUS SILVIO – FORZA ITALIA REPLICA ALLA LEGA, CHE AVEVA RICICCIATO UN VECCHIO FILMATO DI BERLUSCONI CONTRO LO IUS SCHOLAE, CON UN ALTRO SPEZZONE IN CUI ZIO SILVIO SI DICHIARAVA FAVOREVOLISSIMO ALLA CITTADINANZA PER I FIGLI DI STRANIERI CHE STUDIANO IN ITALIA: “È DOVEROSO” – LA MELONI, INFASTIDITA DALL’ATTIVISMO DI TAJANI, HA PAURA CHE SALVINI LE FREGHI VOTI A DESTRA, E PREPARA IL PIANO B: UNA CONTROMOZIONE A QUELLA DEL PD IN CUI ANNACQUARE IL TEMA DELLA CITTADINANZA E RINVIARE TUTTO…
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1. IUS SCHOLAE, FORZA ITALIA CONTRATTACCA LA GUERRA CON I VIDEO DI BERLUSCONI
Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
Nata quasi per caso, la polemica sulla cittadinanza sta diventando davvero un caso per la maggioranza. Partita da un messaggio social della Lega che accostava i volti di Tajani e di Schlein come autori di una sorta di inciucio sotterraneo, la questione dello Ius scholae dovrà per forza essere affrontata nel vertice tra i leader il 30 di agosto.
Tajani continua a dire […] «non accettiamo veti, anche se lo Ius scholae non è materia del programma di governo e non è una priorità». Concetto ribadito ieri da Maurizio Gasparri. Ma è un crescendo. Perché dopo l’aut aut della Lega — se FI insiste sullo Ius scholae rischia il governo — gli azzurri reagiscono: «Nessuno […] ci può intimidire. Non abbiamo mai attaccato, ma non ci facciamo mettere il bavaglio. La Lega minaccia la caduta del governo? Lo facciano, vediamo chi prenderà più voti».
Detto con calma dal portavoce Raffaele Nevi «sulla cittadinanza si discute, così come si ragiona su Quota 41 o su altri temi. Questo non può e non deve rappresentare un problema».
Massima tensione insomma. Ieri è intervenuta la ministra Anna Maria Bernini, ma soprattutto il profilo ufficiale di FI ha rilanciato un video in cui Berlusconi si diceva più che favorevole allo Ius scholae. E questo dopo che Francesco Storace ne aveva citato uno precedente in cui sembrava contrario, poi rilanciato dai leghisti.
«Riteniamo assolutamente doveroso dare la cittadinanza — diceva Berlusconi nel video diffuso da FI — quando una persona è stata allieva in un ciclo scolastico e non solo sa la lingua ma dimostra anche di conoscere la nostra storia e apprezzare i punti cardine della nostra società».
Il tutto è arrivato dopo una nota mattutina del partito in cui si spiegava come «favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari, garantire flessibilità in uscita dal mondo del lavoro e accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale» sono «entrambi punti presenti nel programma del centrodestra di governo», all’articolo 6 precisamente. Lo Ius scholae insomma «rappresenta lo strumento per mantenere queste promesse agli elettori».
Apriti cielo. La Lega è tornata all’attacco. Da Luca Zaia («La cittadinanza va meritata, noi siamo per lo Ius sanguinis») a Massimiliano Fedriga: «Credo che la cittadinanza non serva a integrare ma è solo la certificazione di un’integrazione avvenuta». Ma a metterci il carico arriva il braccio destro di Salvini, Andrea Crippa: «Una domanda sorge spontanea: gli elettori hanno votato Tajani e i suoi per governare con il centrodestra unito o per portare avanti i programmi del Pd e dei comunisti?». Parole che infuocano FI: «Non accettiamo lezioni da chi si è alleato col M5S e ha paura di Vannacci». […]
2. MELONI, ASSE CON SALVINI CONTRO TAJANI ECCO IL PIANO PER SGONFIARE LA RIFORMA
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
I parlamentari di Forza Italia dicono di non averlo visto mai elettrizzato come in questo periodo. Antonio Tajani […] rilancia quotidianamente. Fosse anche solo per il calcolo cinico di aver compreso che lo ius scholae ha un mercato elettorale che dilata il potenziale bacino di consenso e dà una rinfrescata al partito, sta di fatto che per Tajani e per gli azzurri è una fonte di energia nuova che ha la capacità immediata di rimettere al centro della scena pubblica il partito fondato da Silvio Berlusconi.
Giorgia Meloni lo ha subito intuito e non ha gradito. Un po' perché si è abituata a trattare con un Tajani più accondiscendente, […] un po' perché vede una grossa insidia per la stabilità della maggioranza […].
Così, la premier si è attrezzata per sgonfiare la campagna sulla cittadinanza. Il piano è già predisposto. Ed è frutto di un'interlocuzione tra Fratelli d'Italia e Lega. L'obiettivo è rinviare al 2025 le proposte dei partiti e, dunque, contemporaneamente spegnere per adesso il dibattito parlamentare e quello mediatico. A settembre arriverà una mozione del Pd che chiederà al governo di impegnarsi per cambiare le norme sulla cittadinanza, calendarizzando a ottobre la discussione. Sarà il primo banco di prova per FI.
Il centrosinistra cercherà l'appoggio di Tajani, magari spacchettando il testo in diverse parti. Restano differenze – sugli anni scolastici necessari, in sostanza – ma la direzione delle proposte è ormai la stessa. La mozione, però, non è vincolante ed è un atto squisitamente politico. Votare con il Pd, vorrebbe dire per Forza Italia segnare una rottura con la coalizione di destra. Su un tema altamente sensibile, come si è visto dai toni del botta e risposta con Salvini. Un precedente che Meloni non può permettersi.
Al vertice dei tre leader previsto per il 30 agosto non si deciderà nulla. Per neutralizzare l'iniziativa della sinistra e le tentazioni azzurre, la maggioranza dovrebbe presentare una contromozione definita in accordo con Palazzo Chigi, a cui Forza Italia non potrà sottrarsi. Il contenuto […] potrebbe anche prevedere una minima, innocua concessione a Tajani, ma niente di più.
In realtà, la disfida estiva […] non porterà molto lontano. Il primo a saperlo è il segretario di Forza Italia. Il fatto che non ci siano scadenze previste, rende il lavoro sul provvedimento rinviabile. Ma sono soprattutto le condizioni politiche a non permettere grandi conquiste.
Nei suoi primi due anni di governo, quando c'è stato da scegliere tra gli orientamenti di Forza Italia e quelli della Lega, Meloni si è quasi sempre spostata nella direzione di Salvini […]. Solo sulla guerra in Ucraina, la premier è rimasta più vicina a Tajani.
Per i berlusconiani è già evidente che le parole di Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e cognato della premier, siano state di chiusura netta. Sostenere, come ha fatto ieri dal Meeting di Rimini, che «non serva alcuna riforma» […] anticipa quello che la maggioranza scriverà nella sua mozione parlamentare.
[…] è confermato da più fonti di FdI che la conseguente e immediata convergenza tra Forza Italia e Pd sullo ius scholae abbia seriamente impensierito Meloni, al punto che qualcuno dentro il partito riferisce che ci sarebbe anche questa ragione dietro la strampalata teoria della cospirazione sulla sorella Arianna e un'ipotetica inchiesta giudiziaria contro di lei, pare mai esistita. La strategia comunicativa messa in atto da Giovambattista Fazzolari, sottosegretario e braccio destro di Meloni, con la complicità del Giornale e di Libero – due quotidiani amici e di proprietà di Antonio Angelucci, parlamentare leghista convertito al melonismo – avrebbe avuto l'obiettivo di spostare su tutt'altro l'attenzione del dibattito politico, fino a quel momento monopolizzato dal risveglio liberale sui diritti di Forza Italia e pericolosamente orientato verso le posizioni del Pd.
Meloni ha visto quanto l'argomento abbia una sua popolarità, ma per ora non vuole tradire se stessa, né lasciare a Salvini altro spazio di polemica. Né intende – parole di suoi collaboratori – «farsi dettare l'agenda da Marina Berlusconi» […]