KAMALA HARRIS HA I DELEGATI SUFFICIENTI PER LA NOMINATION E LANCIA LA SFIDA A TRUMP: “TRUFFATORE, PREDATORE SESSUALE, CONOSCO IL TIPO” – TUTTI I POTENZIALI AVVERSARI ANNUNCIANO IL LORO SOSTEGNO ALLA CANDIDATURA DELLA VICE DI BIDEN. LA GOVERNATRICE DEL MICHIGAN GRETCHEN WHITMER GUIDERÀ LA CAMPAGNA ELETTORALE - ANCHE NANCY PELOSI LA SOSTIENE MANCA SOLO L’ENDORSEMENT DI OBAMA - SCOPPIA IL CASO NETANYAHU: HARRIS NON SARÀ IN SENATO PER IL DISCORSO DEL PREMIER DI ISRAELE, CON CUI PERÒ AVRÀ UN INCONTRO PRIVATO -PER IL VICE IN POLE L’EBREO SHAPIRO, GOVERNATORE DELLA PENNSYLVANIA, UNO DEGLI STATI IN BILICO – VIDEO
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Estratti da repubblica.it
(…) Per Kamala Harris, candidata alla presidenza per i democratici, sta incassando donazioni record per la sua campagna. Si allunga la lista dei potenziali sfidanti che proclamano il loro appoggio ad Harris: la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer sarà co-leader della campagna della vice di Biden. E per lei arriva anche l’endorsement di Nancy Pelosi, la potente ex Speaker della Camera, La direttrice del Secret Service è stata ascoltata dalla commissione di inchiesta del Congresso e ha ammesso: “Sull’attentato a Trump abbiamo fallito”.
Harris vola a Milwaukee
Kamala Harris vola oggi a Milwaukee, in Wisconsin, uno degli Stati in bilico del Midwest. La vicepresidente interverrà ad un evento politico. Milwaukee è la città che ha appena ospitato la convention repubblicana.
Harris: “Orgogliosa di avere delegati per nomination, non vedo l’ora”
La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris si è detta "orgogliosa" di aver ricevuto il sostegno di un numero sufficiente di delegati democratici per ottenere la nomination presidenziale del suo partito. "Non vedo l'ora di accettare formalmente la candidatura a breve", ha dichiarato Harris in un comunicato. "Stasera sono orgogliosa di essermi assicurata l'ampio sostegno necessario per diventare la candidata del nostro partito", ha affermato.
Media: Harris ha delegati sufficienti per la nomination
Con il voto virtuale di oltre 300 delegati del suo Stato, la California, Kamala Harris ha un impegno verbale di un numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination dem alla Casa Bianca. Lo riportano Politico e la Cnn. Secondo la tv, ora la vicepresidente può contare su oltre i 1.976 delegati, il quorum per essere candidati alla presidenza, grazie all'ondata di endorsement ottenuti nella notte da varie delegazioni statali.
Delegati dem verso voto virtuale dalla prossima settimana
I delegati alla convention democratica (19-22 agosto) potrebbero iniziare a votare virtualmente sui candidati alla presidenza e alla vicepresidenza già la prossima settimana, secondo una bozza di piano diffusa dal comitato nazionale del partito, che dovrebbe essere presentata mercoledì dalla commissione regolamento della kermesse. In tal caso, Kamala Harris potrebbe scegliere il suo running mate entro la metà della prossima settimana.
L'iter della nomination, a seconda del numero di candidati che si qualificano, sarà completato tra l' 1 e 7 agosto, per rispettare la scadenza per comparire nelle schede elettorali in Ohio. Il comitato nazionale del partito (Dnc) ha stabilito tre requisiti per la nomination, che sarà anticipata appunto con una 'roll call' virtuale: un candidato deve presentare una dichiarazione formale di candidatura al Dnc, soddisfare i requisiti legali e di partito per essere presidente e ottenere almeno 300 firme di delegati (ma da una delegazione statale non ne possono arrivare più di 50). Ai candidati interessati sarà fornito un elenco per contattare i delegati.
Biden rientrerà oggi alla Casa Bianca
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden rientrerà oggi alla Casa Bianca, dopo aver trascorso quasi una settimana nella sua residenza personale per riprendersi dalla Covid e per la prima volta da quando ha abbandonato la sua candidatura alla rielezione. E' quanto emerge dal suo programma ufficiale. Biden dovrebbe lasciare la sua casa nel Delaware e arrivare alla Casa Bianca nel pomeriggio.
Harris potrebbe ipotecare la nomination entro domani
Kamala Harris potrebbe ipotecare la nomination dem per la Casa Bianca entro mercoledì. Lo prevede la Cnn, secondo cui la vicepresidente sembra sul punto di assicurarsi un numero sufficiente di delegati entro domani.
Harris non sarà al Congresso per discorso Netanyahu
La vicepresidente Kamala Harris non sarà presente in Senato quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu parlerà nel corso di una seduta congiunta del Congresso mercoledì pomeriggio. Lo scrive il Washington Post. Secondo quanto riferisce Politico, Harris avrà un incontro bilaterale separato con il primo ministro israeliano questa settimana alla Casa Bianca. Harris doveva partecipare a un evento della confraternita Zeta Phi Beta a Indianapolis prima che venisse fissata la data del discorso del primo ministro israeliano.
Harris lancia lo slogan "Quando lottiamo, vinciamo"
"Quando lottiamo, vinciamo". Lo ha detto Kamala Harris, parlando nel suo quartier generale della campagna a Wilmington, Delaware, lanciando quello che potrebbe diventare uno dei suoi slogan elettorali in contrapposizione al "fight fight fight", lotta lotta lotta, lanciato da Donald Trump subito dopo essere sopravvissuto a un attentato dieci giorni fa.
Harris: “Al centro della campagna aborto e stretta sulle armi”
Nel suo primo evento elettorale dopo il ritiro di Joe Biden, Kamala Harris ha promesso di mettere al centro della sua campagna i diritti riproduttivi, a partire dall'aborto, e la stretta sulle armi, con controlli universali sugli acquirenti, leggi 'red flag' (contro le persone ritenute pericolose) e il bando delle armi d'assalto.
Harris paragona Trump a truffatori e predatori sessuali
"Conosco il tipo Donald Trump": lo ha detto Kamala Harris parlando nel suo 'nuovo' quartier generale, ricordando la sua esperienza come procuratrice che ha messo sotto accusa truffatori e predatori sessuali. "Voglio guadagnarmi la nomination e vincere", ha detto, riconoscendo “le montagna russe" della campagna, ha ma ribadito la convinzione di battere Trump.
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HARRIS RESTA SENZA SFIDANTI, LA CANDIDATURA È BLINDATA. ORA OCCHI PUNTATI SULLA SCELTA DEL VICE
Paolo Mastrolilli per repubblica.it - Estratti
A questo punto l’unica vera corsa tra i democratici sembra essere quella per il vice presidente, che dovrà completare e bilanciare il “ticket” con Kamala Harris. Perché è vero che Barack Obama non l’ha ancora appoggiata pubblicamente, e che i leader di Senato e Camera Schumer e Jeffries sono cauti e aspettano di incontrarla.
La ragione di questa prudenza però starebbe nella volontà di preservare almeno la parvenza di un processo democratico per la selezione del successore di Joe Biden, anche se ieri pure la Speaker emerita Nancy Pelosi, grande architetto della sostituzione in corsa del candidato alla Casa Bianca, ha smesso di indugiare per sostenere la seconda donna nella storia degli Usa avviata a contendere la poltrona più alta del Paese.
I primi segnali erano arrivati già domenica, quando le dichiarazioni di appoggio di politici e finanziatori erano piovute quasi con la stessa rapidità dei soldi, 81 milioni di dollari in una giornata. La corsa è proseguita ieri e l’indicazione più significativa è che in sostanza non sono rimasti rivali credibili in grado di sfidare davvero Harris.
Tutti i governatori indicati come possibili candidati, uno dopo l’altro si sono schierati al suo fianco o hanno rinunciato a correre. Newsom della California, Shapiro della Pennsylvania, Cooper della North Carolina, Beshear del Kentucky, Pritzker dell’Illinois, Moore del Maryland, Evers del Wisconsin, Murphy del New Jersey, Walz del Minnesota, Polis del Colorado. Gretchen Whitmer del Michigan non solo l’ha appoggiata, ma ha rivelato che farà la co-presidente della campagna elettorale, tirandosi fuori dalla corsa alla vicepresidenza. Lei, come probabilmente Newsom e Moore, puntano alla carica più alta: se Harris vincerà, dovranno rinunciarci per almeno otto anni, ma se perderà nel 2028 toccherà a loro.
Pelosi ha annunciato ieri il suo sostegno cruciale, mentre Schumer e Jeffries dovrebbero farlo a breve, dopo un incontro previsto nelle prossime ore. Resta quindi solo Obama, non perché voglia tenere in caldo il posto per la moglie Michelle, ma per salvare l’apparenza di un processo democratico che non ricordi un’incoronazione, e poi agire da padre nobile della riunificazione del Partito, concedendo l’onore delle armi al suo ex vice Biden.
«Il processo di selezione - spiega un funzionario che ha servito in entrambe le ultime due amministrazioni democratiche - è stato aperto, perché quando Joe ha annunciato il ritiro, chiunque volesse avrebbe potuto farsi avanti. Non è successo, per la volontà dei potenziali candidati, libera e non condizionata. Poi comunque la scelta finale la faranno i delegati, attraverso un voto democratico».
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La discussione politica è in corso all’interno del partito e le delegazioni dei singoli Stati decidono. Poi è possibile che ci sia una votazione digitale nella prima settimana di agosto, come era probabile con Biden per chiudere subito la nomina, approfittando delle scadenze per la presentazione dei candidati stabilite da stati come Ohio, California e Washington.
Questi obblighi in realtà non sono così stringenti e l’Ohio ha rinviato tutto a fine agosto, ma è possibile che si faccia comunque per definire subito la pratica e lanciare la candidatura di Harris. Altrimenti si voterà a Chicago a metà agosto». L’esito però sembra segnato, visto che circa 700 delegati, ossia oltre un terzo dei 1.976 necessari per ottenere la nomination, si sono già espressi a favore di Kamala. Quanto alle obiezioni legali dei repubblicani di aver violato le regole democratiche, «sono una fesseria, perché la Convention rappresenta la volontà degli elettori ed è sovrana».
La chiave dunque diventa la scelta del vice, fondamentale per bilanciare il “ticket”, quindi probabilmente un uomo bianco di uno Stato chiave. Domenica lei ha chiamato Shapiro della Pennsylvania, che diventerebbe il secondo ebreo candidato a numero due, Beshear del Kentucky e Cooper della North Carolina. Molti spingono anche il senatore dell’Arizona Kelly, perché rappresenta uno degli Stati decisivi, è un ex astronauta famoso, ha fatto il pilota militare dell’Air Force, è sposato con l’ex deputata Gabby Giffords ferita in un attentato e attivista contro le armi, e ha preso posizioni pragmatiche sull’immigrazione che aiutano a contrastare gli attacchi di Trump. La scelta potrebbe avvenire molto presto: la velocità è essenziale.