KIEV È STATO A FERMARE IL GOVERNO UCRAINO? LA POLIZIA ATTACCA I MANIFESTANTI PRO-UE E POI SI RITIRA DALLA PIAZZA: DECISIVE LE REAZIONI DELLA FOLLA E DELLA DIPLOMAZIA OCCIDENTALE


Anna Zafesova per ‘La Stampa'

È stato respinto dai manifestanti e dalle pressioni della diplomazia occidentale il tentativo del governo ucraino di sgombrare il cuore di Kiev occupato dai manifestanti pro-Ue. Prima dell'alba le forze speciali del ministero dell'Interno hanno fatto irruzione in Piazza dell'Indipendenza, l'epicentro delle proteste nella capitale, per poi tentare l'assalto al vicino municipio, dal primo dicembre in mano agli europeisti.

UCRAINA POLIZIA MANIFESTANTI

Decisive per sventare l'atto di forza sono state le reazioni della folla, che ha difeso compatta le occupazioni, e le pressioni della diplomazia occidentale, presente a Kiev con la rappresentante della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, e con il vicesegretario di Stato Usa, Victoria Nuland.

La rappresentanza Ue in Ucraina ha subito cercato di contattare le autorità locali per «prevenire il ricorso alla violenza contro i comuni cittadini», ha fatto sapere Bruxelles. La stessa Ashton, da martedì in missione di mediazione nella repubblica ex sovietica, ha denunciato che «le autorità non hanno alcun bisogno di agire al riparo della notte». La rappresentante Ue ha incontrato i leader dei partiti di opposizione e ha chiesto e ottenuto il secondo colloquio in meno di 24 ore con il presidente Viktor Yanukovich.

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Yanukovich ha ricevuto per oltre due ore la Nuland, dopo che da Washington il capo della diplomazia Usa, John Kerry, aveva bollato come «disgustosa» la repressione in atto. La vicesegretaria di Stato ha riferito di aver definito «inammissibile» e «indegno di uno Stato europeo e di un Paese democratico» quanto avvenuto nel centro della capitale. Come aveva fatto la Ashton, anche la Nuland si è recata in Piazza dell'Indipendenza, mescolandosi ai manifestanti per portare la solidarietà degli Usa.

Con una tensione che resta altissima, il governo ucraino ha annunciato la richiesta all'Ue di 20 miliardi di euro in assistenza finanziaria per tornare sulla recente decisione di congelare l'accordo di associazione con l'Unione.

PROTESTE UCRAINA

«Vogliamo creare le condizioni per ridurre al minimo le perdite per la nostra economia», ha spiegato il premier Mykola Azarov, il quale ha poi negato che l'Unione Doganale con la Russia sia tra gli argomenti all'ordine del giorno in occasione della prossima tornata di negoziati bilaterali in programma martedì a Mosca.

Ma l'opposizione non molla. «Nessun negoziato con questa banda, nessuna tavola rotonda», ha fatto sapere dal carcere Yulia Timoshenko, che in una nota diramata dal suo partito, torna a invocare le «dimissioni» del presidente ucraino e chiede all'Unione europea e agli Stati Uniti «sanzioni che mettano fine al regime autoritario e sui visti e indagini internazionali contro la corruzione» nel paese. Altrimenti, avverte nel comunicato di «Patria», «in Ucraina sorgerà un cimitero delle libertà».

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KIEV POLIZIA SFONDA LE BARRICATE