PER KIEV SUONA LA CAMPANA - GLI AMERICANI LANCIANO UN NUOVO ALLARME: “NELLE ULTIME 24 ORE C’È UN MAGGIORE SCHIERAMENTO DI FORZE RUSSE VICINO AL CONFINE CON L’UCRAINA” - BIDEN HA CHIAMATO IL PRESIDENTE ZELENSKY: “POSSIBILITÀ CONCRETA DI INVASIONE A FEBBRAIO”. E INTANTO WASHINGTON AVVERTE: “SE PUTIN INVADE SIAMO PRONTI A FERMARE IL GASDOTTO NORD STREAM 2”. GIÀ BISOGNA VEDERE SE SONO PRONTI ANCHE I TEDESCHI…
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UCRAINA: PENTAGONO, AUMENTO TRUPPE RUSSE IN ULTIME 24 ORE
(ANSA) - Nuovo monito Usa nella crisi russo-ucraina: "Continuiamo a vedere, anche nelle ultime 24 ore, un maggiore schieramento di forze combattenti schierate dai russi, ancora una volta, nella parte occidentale del loro paese e in Bielorussia», vicino al confine con l'Ucraina", ha affermato il portavoce del Pentagono John Kirby, precisando però che lo schieramento non è "marcato".
BIDEN A ZELENSKY, POSSIBILITÀ CONCRETA INVASIONE A FEBBRAIO
(ANSA) - Nella sua telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, Joe Biden "ha detto che c'è una possibilità concreta che i russi invadano l'Ucraina in febbraio": lo ha riferito la portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Emily Horne. Quest'ultima ha ricordato che Biden lo ha detto anche "pubblicamente" e che anche l'amministrazione ha "messo in guardia su questo in gennaio".
UCRAINA: PENTAGONO RIVELA UNITÀ MILITARI IN STATO DI ALLERTA
(ANSA) - Il Pentagono ha reso noto alcune delle unità che sono state messe in stato di allerta per essere eventualmente dislocate in Europa dell'est nel caso la Russia invada l'Ucraina, per un totale di 8.500 uomini. Tra queste, come ha riferito il portavoce John Kirby, figurano elementi della 82/ma divisione aviotrasportata e del 18/mo Corpo aviotrasportato, entrambi basati a Fort Bragg, Carolina del nord.
Ci sono poi elementi della 101/ma divisione aerotrasportata di Fort Cambell, Kentucky, elementi della quarta divisione di fanteria di Fort Carson, Colorado. Coinvolti anche la base aerea Davis-Monthan, Arizona, Fort Hood, Texas, la base Lewis-McChord, Washington, Fort Polk, Louisiana, la base aerea Robins, Georgia, Fort Stewart, Georgia, la base aerea Wright-Patterson, Ohio. Le unita' mobilitate includono il supporto medico, aereo, logistico e formazioni da combattimento. La maggioranza delle truppe allertate sono dedicate alla forza di risposta rapida della Nato.
WASHINGTON AVVERTE: «SE MOSCA INVADE SIAMO PRONTI A FERMARE NORD STREAM 2»
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
La prima reazione del governo russo è negativa. La lettera inviata dal Dipartimento di Stato americano «non contiene risposte positive alla questione principale», dice il ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Il Cremlino pretende un impegno scritto dagli Stati Uniti e dalla Nato: l'Ucraina non sarà mai ammessa nell'Alleanza Atlantica.
Il documento spedito a Vladimir Putin conferma la posizione degli Usa: «la Nato è un'organizzazione con le porte aperte. La Russia non può decidere chi ne debba far parte e chi no». Se le cose stanno così, commenta Dmitrj Peskov, portavoce di Putin, «c'è poco spazio per l'ottimismo», aggiungendo, però: «ci sono sempre possibilità per continuare il dialogo; è nel nostro interesse e in quello degli americani».
Servirebbe, dunque, un cambio di prospettiva. Per ora Stati Uniti ed alleati europei lavorano sulle sanzioni. Ieri Ned Price, portavoce del ministro degli Esteri Antony Blinken, ha dichiarato in un'intervista: «Voglio essere molto chiaro. Se la Russia invade in un modo o in un altro l'Ucraina, il gasdotto Nord Stream 2 non andrà avanti». Le tubature che collegano direttamente Russia e Germania, per altro non ancora in funzione, sarebbero, dunque, il primo obiettivo delle ritorsioni occidentali.
Anche se da Berlino, Annalena Baerbok, titolare degli Esteri, ha voluto precisare: «l'abbandono del progetto Nord Stream 2 è una delle opzioni sul tavolo». In realtà a Washington si teme che le forniture del gas possano dividere il fronte europeo. La vice ministra degli Esteri, Wendy Sherman, ha fatto trapelare queste preoccupazioni in un dibattito online organizzato ieri dalla Fondazione Victor Pinchuk di Kiev. Biden vuole colpire l'export di idrocarburi, se anche «una sola unità militare di Mosca» dovesse sconfinare.
Sherman, però, osserva che «siamo di fronte a un'interdipendenza tra Europa e Russia». Come dire: le sanzioni andranno calibrate con attenzione. In parallelo i contatti tra le capitali coinvolte nella crisi continuano frenetici. Ieri Biden ha telefonato al leader ucraino, Volodymyr Zelensky. Oggi il presidente francese Emmanuel Macron dovrebbe parlare al telefono con Putin. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz verrà, invece, a Washington per il primo vertice con Biden, il 7 febbraio. Naturalmente si aspetta la mossa di Putin, che per ora «studia» il dossier. Lo stesso Price, il portavoce del Dipartimento di Stato, ha fatto appello a Pechino perché usi la sua influenza su Mosca: «se ci sarà un conflitto in Ucraina non sarà un bene neppure per la Cina».