PER KIEV SUONA LA CAMPANA – ALTA TENSIONE TRA RUSSIA E UCRAINA DOPO L’INCIDENTE SULLO STRETTO DI KERCH E IL SEQUESTRO DI TRE BATTELLI DA PARTE DI MOSCA – IL PRESIDENTE POROSHENKO (SPALLEGGIATO DA NATO E UE) CHIEDE LA LEGGE MARZIALE, MA DICE DI “NON VOLER FARE LA GUERRA A NESSUNO”, LAVROV CHIEDE AGLI ALLEATI OCCIDENTALI DI KIEV DI INTERVENIRE PER “DARE UNA CALMATA” ALLE AUTORITÀ UCRAINE – LE MIRE DEI SEPARATISTI E L’IMPORTANZA COMMERCIALE DI QUELLA ZONA: ECCO PERCHÉ È NATO LO SCONTRO – VIDEO
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1 – KIEV CHIEDE LEGGE MARZIALE PER MAR NERO, PROTESTE DAVANTI ALL'AMBASCIATA RUSSA
Da www.ansa.it
Resta alta la tensione tra Russia e Ucraina dopo l'incidente sullo stretto di Kerch, fra Mar Nero e Mar d'Azov. Decine di estremisti di destra stanno bruciando pneumatici davanti al consolato russo di Leopoli, in Ucraina occidentale, per protestare contro il sequestro di tre battelli militari ucraini a largo della Crimea da parte delle forze marittime russe. La dimostrazione è organizzata dai nazionalisti del Corpo Nazionale.
La Russia chiede agli alleati occidentali di Kiev di "intervenire" e "dare una calmata" alla autorità ucraine, "coloro che vogliono mettere a segno punti politici prima delle elezioni presidenziali in Ucraina". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato dalle agenzie russe.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso oggi al presidente ucraino, Petro Poroshenko, "pieno sostegno" alla difesa dell'integrità e della sovranità territoriale del Paese, anche per quanto riguarda "il diritto di navigazione nelle sue acque territoriali". Sostegno a Kiev anche dall'Ue.
Gli sviluppi nel mar d'Azov sono inaccettabili e ci aspettiamo che la Russia lasci andare subito le navi e l'equipaggio". Lo afferma una portavoce della Commissione europea condannando "l'aggressione verso l'Ucraina" che ha generato una "pericolosa escalation". Stiamo prendendo la questione con "grande serietà", assicura la portavoce, "e per noi è una priorità in questo momento. I contatti dell'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini sono in corso e non si escludono anche altre iniziative.
Il Consiglio nazionale ucraino di sicurezza e difesa si è riunito d'urgenza in piena notte a Kiev, con il presidente Petro Poroshenko, per chiedere al Parlamento di dichiarare la legge marziale. Le forze armate russe hanno confermato l'incidente di ieri, in cui sono stati sparati colpi di cannone, sono stati feriti alcuni marinai ucraini e anche il sequestro di tre navi ucraine da parte della Russia: si tratta di due unità militari cannoniere e un rimorchiatore.
Durante la notte è scoppiata la protesta a Kiev e alcune auto sono state incendiate davanti all'ambasciata russa. Poroshenko, ha precisato che la legge marziale non significa "una dichiarazione di guerra". "L'Ucraina non ha in programma di fare la guerra a nessuno", ha assicurato il presidente, definendo l'incidente di ieri "non provocato e folle". Il ministero della difesa ha però reso noto di aver diramato l'ordine di mettere le forze armate in stato di allerta operativa.
Russia e Ucraina da ieri si stanno scambiando accuse di aver provocato la crisi, nella quale sono stati sparati dei colpi, che hanno provocato il ferimento di alcuni marinai ucraini, è stato speronato un rimorchiatore ucraino che stava trainando due unità militari della Marina di Kiev attraverso lo stretto di Kerch, che divide il Mar Nero dal Mare di Azov, e la penisola di Crimea a est dal terriyorio continentale della Federazione russa. Una violazione delle acque territoriali russe, secondo Mosca; un'aggressione non provocata secondo Kiev, che afferma di aver avvertito preventivamente la Russia del passaggio. Si tratta si una delle escalation più gravi fra i due Paesi vicini dopo l'annessione della Crimea alla Russia nel 2014.
Ieri mattina un rimorchiatore e due cannoniere ucraine hanno tentato di attraversare lo stretto di Kerch che divide la Crimea dalla Russia e che Mosca considera parte del proprio territorio. Dopo aver intercettato le tre imbarcazioni, salpate dal porto di Odessa e dirette a Mariupol, la Marina russa ha tentato di bloccarle e, per evitare che entrassero nel mare di Azov, ha speronato una delle tre, il rimorchiatore. Dalle 19 di ieri sera, ora locale (le 17 in Italia), le tre navi, Yany Kapu, Nikopol e Berdyansk sono state catturate e sono sotto il controllo delle autorità russe. (Qui c’è il video in cui i russi annunciano la cattura delle navi)
2 – PERCHÉ RUSSIA E UCRAINA ORA SI SCONTRANO SULLO STRETTO DI KERCH
Marta Allevato per www.agi.it
Le tensioni tra Russia e Ucraina nello stretto di Kerch - dove Mosca ha sequestrato tre navi della Marina di Kiev - sono esplose in un punto strategico della regione non solo per i due Paesi vicini, ai ferri corti dal 2014, ma anche per il mercato globale.
Lo Stretto è l'unico passaggio dal Mar Nero al Mare di Azov; è percorso da un ponte di quasi 20 chilometri, inaugurato quest'anno e voluto personalmente da Vladimir Putin, che unisce fisicamente la Russia alla Crimea, la penisola ucraina annessa dalla Federazione con un referendum mai riconosciuto dalla comunità internazionale.
Nel Mare di Azov, sia i russi che gli ucraini potrebbero navigare liberamente, in base a un trattato del 2003, che stabilisce per quella zona lo status di acque internazionali. Infrastruttura dai costi e sforzi faraonici, il ponte è considerato un obiettivo sensibile da Mosca, che di fatto ora controlla lo Stretto, tra le preoccupazioni e denunce di Kiev secondo cui la avveniristica infrastruttura viene usata per ritardare il passaggio delle sue imbarcazioni, creando danno all'economia nazionale ed esercitando pressione politica.
Gli occhi dei separatisti su Mariupol
Sulle rive del Mare di Azov si affacciano anche importanti porti ucraini, tra cui Mariupol: si tratta della città controllata dal governo più vicina alle regioni separatiste e filo-russe di Donetsk e Lungask. Su Mariupol non si sono mai sopite le mire dei vicini separatisti filo-russi dell'autoproclamata repubblica di Donetsk.
Oltre 10 mila persone sono state uccise in quattro anni di conflitto tra le forze governative e le milizie ribelli, in questa zona dell'Ucraina orientale. Conquistare Mariupol, per i separatisti significherebbe garantirsi la continuita' territoriale con la Crimea e soprattutto con la Russia, considerata da Kiev il loro sponsor finanziario e militare.
Ma lo Stretto di Kerch è anche un crocevia importante per il commercio globale di commodity, come il grano.
Si tratta del canale principale di export per il grano del Mar Nero, ma anche per petrolio, minerali e legname (secondo un rapporto del 2017 del centro studi britannico Chatham House). La Russia ha esportato quasi 7 milioni di tonnellate metriche di grano e legumi dai porti del Mare di Azov, nei primi sette mesi dell'anno, secondo i dati del dipartimento dell'Agricoltura Usa.
Le sue acque poco profonde, sono usate principalmente da piccole imbarcazioni per rifornire la Turchia di grano russo e ucraino dai porti rispettivamente di Rostov-sul-Don e Azov e da quelli di Berdyansk e Mariupol. Questi ultimi due, coprono circa il 9% del totale delle esportazioni dell'Ucraina.
Come è nato lo scontro?
Tre navi ucraine, dirette dal Mar Nero verso lo Stretto, non hanno chiesto il permesso di transito per dirigersi al porto di Mariupol, un gesto che le autorità russe considerano un affronto in grado di provocare "un conflitto regionale".
Kiev ha da parte sua accusato la Russia di aver aperto il fuoco, ferendo due marinai, e di aver sequestrato le tre navi della flotta navale ucraina.
Secondo Kiev il rimorchiatore, che trainava le altre due navi, è stato speronato nonostante Mosca fosse stata avvertita in anticipo del passaggio. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha convocato una riunione d'emergenza con i vertici militari e ha firmato un decreto che introduce la legge marziale per 60 giorni.
L'annuncio della chiusura dello stretto è stato dato dalla società che gestisce il traffico marittimo nella zona della Crimea. "Il passaggio attraverso lo Stretto di Kerch per navi civili è chiuso", ha comunicato Alexei Volkov, amministratore delegato dei porti marittimi crimei.
Erano stati i servizi segreti dell'Fsb, il Servizio di Sicurezza Federale, l'ex Kgb, a denunciare lo sconfinamento e sostenere che le navi ucraine avevano "manovrato pericolosamente" e non si erano "assoggettate agli ordini delle autorita' russe". L'Fsb, che ha accusato l'Ucraina di voler provocare "un conflitto nella regione", ha aggiunto di aver preso "tutte le misure per garantire la sicurezza della navigazione".
Dal canto suo, la Marina ucraina ha denunciato che una lancia dei guardiacoste russi, il Don, ha speronato uno dei suoi rimorchiatori, il cui motore e lo scafo sono rimasti danneggiati. E anche questa per Kiev è "una provocazione".