“ABOLIRE IL PARLAMENTO NON È CONSENTITO A NESSUN GOVERNO” – OSCAR GIANNINO SI SCAGLIA CONTRO GIORGIA MELONI PER L’INEMENDABILITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO: “SE VUOL METTERE MORDACCHIA ALLA SUA MAGGIORANZA FACCIA PURE, MA DIRE IN FACCIA AGLI ELETTI DISSIDENTI CHE NON CONTANO NULLA E SI TIRA DRITTI COME NON ESISTESSERO QUESTO NO, NON È CONSENTITO DALLA COSTITUZIONE” – È LO STESSO OSCAR GIANNINO CHE, NEL 2011, CHIAMÒ LA DUCETTA A CELEBRARE IL SUO MATRIMONIO CON MARGHERITA BRINDISI?
-1. LA COMICITÀ DI MELONI CHE PARLA DI INEMENDABILITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO
Estratto dell’articolo di Oscar Giannino per “il Foglio”
[…] Ed eccola invece, la svolta geniale. L’i-ne-men-da-bi-li-tà della legge di Bilancio da parte del Parlamento. Esibita come prova patente della serietà e responsabilità del governo, perché i tempi sono duri e le variabili estere e di mercato sempre in agguato, siamo iperindebitati e allora, di ogni singolo euro dei millecento miliardi di spesa pubblica e dei quasi mille miliardi di entrate, fidatevi tutti che il governo in carica, lui e solo lui sa qual è l’ottimale utilizzo cui volgerli.
Sin qui si era capito che Meloni e Giorgetti non si fidassero dello spendaccionismo patologico di cui Salvini è alfiere, e che alligna per bandierine anche nelle pieghe del resto della maggioranza. Ma l’altro ieri no, si è capito che l’anelito è più ampio. E’ stato Giorgetti a dirlo: beh, si intende che se non c’è spazio per alcun emendamento dei partiti della maggioranza, a maggior ragione non ve ne sarà per nessuno delle opposizioni.
Il che significa due cose. Non solo che per la prima volta nella storia della Repubblica un governo non presenta una legge di Bilancio in cui una parte sia pur minoritaria dei saldi è lasciata libera per misure votate a maggioranza dal Parlamento […]. In più, quand’anche gli emendamenti parlamentari fossero a parità di saldi, il governo dirà no a qualunque loro ipotesi di accoglimento, a prescindere come diceva Totò.
Intendiamoci: sulla strada della manomissione delle prerogative del Parlamento ci si è messi da lungo tempo. Ogni governo, e questo li batte tutti, si è sempre più appropriato della funzione legislativa attraverso l’abuso a raffica di decreti legge. […] Ma oggi siamo alla chiusura del cerchio: sulla legge di Bilancio […] si vorrebbe che il Parlamento non esistesse letteralmente più. Abolito.
[…] Del resto, è quanto già avvenuto in questi anni in Ungheria con Orbán, e nella Polonia fin qui governata dal PiS, e grazie al cielo i cittadini polacchi alle urne hanno mostrato che non ne potevano più. Diciamolo chiaro: la storia repubblicana ha vissuto per decenni di un consociativismo parlamentare che ha fatto esplodere spesa pubblica e deficit. Non si può esser nostalgici di quella robaccia.
Ma confidiamo che il Quirinale vorrà riservatamente spiegare ora al governo che abolire il Parlamento non è consentito a nessun governo, e che se vuol mettere mordacchia alla sua maggioranza faccia pure, ma dire in faccia agli eletti dissidenti che non contano nulla e si tira dritti come non esistessero questo no, non è consentito dalla Costituzione e non si può fare.
2. OSCAR GIANNINO, NOZZE PAZZE
Estratto da www.oggi.it – 21 ottobre 2011
Delle nozze tra Margherita Brindisi, manager di Sogei, e il giornalista Oscar Giannino si parlerà a lungo. Non solo perché celebrate al Campidoglio nel pomeriggio degli Indignati. E neanche perché li ha sposati il ministro Giorgia Meloni. A metterle sul podio dei matrimoni più eccentrici sono state le mise degli sposi e il ricevimento nuziale a Palazzo Wedekind.
[…] Sugli abiti gli sposi si sono sfidati a colpi di Oscar: la sposa aveva un Oscar De La Renta bianco e nero, dal sapore bohémien. Lo sposo un Oscar… Giannino. Ha infatti disegnato da sé il redingote blu elettrico a pois (il tessuto è però di Saint Laurent) e i pantaloni e il panciotto bianchi. […]
[…] i neosposi si sono sfidati anche sul canto. Davanti a una giuria presieduta da Giuseppe Cruciani e composta da Nicola Porro, Giorgio Mulè, Giorgia Meloni e tre amiche della sposa, Margherita e Oscar hanno dato fondo alle ugole. […] Margherita ha vinto. Cosa? Un viaggio di nozze in una località top secret.
[…] Quanto al buffet, gli ospiti hanno avuto una magra sorpresa. Accolti da un luculliano aperitivo e da un pieghevole che elencava prelibatezze che sarebbero seguite, si sono visti servire un pugno di riso bianco e verdure: gli sposi odiano i lunghi ricevimenti di nozze. Per risarcire gli invitati della fame patita, hanno messo in palio 20 cene nei 20 migliori ristoranti d’Italia. A chi il primo premio estratto? A Giorgia Meloni.