“PER ANDARE AVANTI UNITI BISOGNA EVITARE LE MISURE SPOT” – PER GIORGIA MELONI LA PAUSA ESTIVA CASCA A FAGIOLO: IL GOVERNO È SOTTO STRESS PER I DATI SULL’ECONOMIA, E LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA RISCHIANO DI DEFLAGRARE. PER QUESTO, MEGLIO RINVIARE I NODI ANCORA APERTI (A PARTIRE DALL'AUTONOMIA) ALL’AUTUNNO. CON UN OCCHIO ALLA MANOVRA: I SOLDI SONO POCHI – IL MESSAGGIO A SALVINI IN VISTA DELLE EUROPEE: “NON PERDIAMO LO SPIRITO DI COALIZIONE E NON PESTIAMOCI I PIEDI” (MA IL "CAPITONE" NON HA INTENZIONE DI TIRARE IL FRENO)
-1. LA MOSSA DI MELONI: UN TAVOLO A SETTEMBRE LA «STRIGLIATA» SUGLI ERRORI IN AULA
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
[…] Le elezioni del 2024 Il pensiero fisso della leader di Fratelli d’Italia è che dopo l’estate si aprirà una campagna elettorale «di elezioni importanti, amministrative ed Europee, che hanno valenza politica». E poiché la morte di Silvio Berlusconi e la fermissima volontà di Matteo Salvini di riconquistare voti rischiano di destabilizzare il governo, Meloni ha provato a tranquillizzare (e placare) gli alleati: «Alle Europee del 9 giugno si vota con il proporzionale, ma io non ho interesse a far crescere uno solo dei quattro partiti della maggioranza. Voglio che il successo del governo sia il successo di tutte le forze della coalizione».
Se Fdi puntasse al 40% azzerando Lega, Forza Italia e Moderati, il governo sarebbe a rischio. Già, perché come ha avvertito Maurizio Lupi «non sono le opposizioni a far cadere i governi, ma le divisioni dentro le maggioranze».
[…] Alla ripresa di settembre le priorità di Palazzo Chigi saranno l’economia e le riforme costituzionali. La prima manovra dell’esecutivo Meloni fu scritta in corsa, da un governo nato in pieno sessione di Bilancio. Questa volta non ci sono alibi.
«Ora il tempo c’è e la Finanziaria va preparata — ha spronato a “correre uniti” la premier, che mercoledì ha fatto il punto con il ministro Giorgetti —. I soldi sono pochi e non possiamo disperderli in troppi rivoli. Dobbiamo concentrare le risorse su pochi interventi, privilegiando detassazione e lavoro».
La rotta è andare avanti sulla riduzione del cuneo fiscale, il cui taglio deve essere confermato e «messo a sistema». Proprio ieri la maggioranza ha portato a casa la sospensiva sul salario minimo, per cui le votazioni non inizieranno prima del 29 settembre. Ma […] la premier sta pensando di sparigliare. L’idea di cui sottovoce si discute a Palazzo Chigi è aprire già a settembre un confronto con le opposizioni, attorno a una proposta del governo.
L’altro grande filone di azione sono le riforme. Matteo Renzi ha presentato in Senato un testo per l’elezione diretta del premier, ma al pranzo di ieri il nome del fondatore di Italia Viva non sarebbe stato evocato. Come ha detto il capogruppo di FdI Tommaso Foti «noi abbiamo la nostra proposta e discuteremo quella». Molto si è parlato di uno scambio politico con la Lega, il presidenzialismo a Meloni e l’Autonomia a Salvini e Calderoli, ma di questo, assicura chi era al pranzo, «non si è proprio discusso».
2. “EVITIAMO MISURE SPOT” MELONI AVVISA LA MAGGIORANZA MA RINVIA I NODI A SETTEMBRE
Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
[…] Il governo arriva alle ferie in una condizione di difficoltà non prevista: i dati che sanciscono un arretramento del Pil si sono uniti alla bagarre sulla brusca interruzione del reddito di cittadinanza. Dopo il lungo racconto di un’Italia che cresce più velocemente degli altri Paesi dell’Eurozona, la premier si è dovuta scontrare con un ritorno alla realtà - in coincidenza con il rientro dalla visita alla Casa Bianca più nera delle previsioni.
Attirandosi le bacchettate del Financial times: «Una brutta sorpresa per Meloni », il senso dell’articolo del quotidiano britannico. «C’è qualche dato inatteso ma non fasciamoci la testa », diceva l’altro giorno nei corridoi della Camera il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
«La crescita si è fermata - afferma Ciriani - ma il tendenziale resta buono e andiamo comunque meglio di Francia e Germania». Al di là della prudenza del ministro, le vacanze sono una via d’uscita a una situazione di stress per la responsabile del governo, cui contribuiscono le frecciate della Lega: dall’autonomia alle alleanze per le Europee.
La tattica, da parte della presidente del Consiglio, è la stessa che veniva seguita da Berlusconi quando era a Palazzo Chigi: incassare, ed enfatizzare, i risultati ottenuti e spingere più in là le matasse.
Un modus operandi fondato sul rinvio che prende corpo con il voto della Camera alla sospensiva della proposta di legge del Pd sul salario minimo. E non solo: l’emendamento presentato da Fdi che riscrive l’articolo del ddl Calderoli sui Lep (i livelli essenziali di prestazione) finisce per rallentare inevitabilmente anche l’esame della riforma dell’Autonomia. Che è una maratona e non una gara di 100 metri », dice il ministro leghista. Intanto, slitta tutto a settembre.
Quando ci sarà da affrontare anche la manovra. E ieri, nel pranzo di Chigi cui hanno partecipato i vicepremier Tajani e Salvini, Meloni ha messo le cose in chiaro: «Le risorse sono poche e bisogna concentrare le misure». «Sì, scegliamone due o tre e puntiamo su quelle», ha risposto Salvini. Ma a quel punto è giunta la raccomandazione della prima ministra: «Per andare avanti uniti bisogna evitare le misure spot».
Messaggio chiaro: no alle bandierine di partito e niente fughe in avanti su temi come la giustizia e le pensioni. E poi le Europee: «La competizione figlia del proporzionale è normale - ha detto la premier nel racconto di alcuni presenti - ma non perdiamo lo spirito di coalizione e soprattutto non pestiamoci i piedi: sono certa che ciascun partito alla fine guadagnerà voti». Salvini, che continua a chiedere di non escludere da una futura alleanza la destra estrema di Le Pen e dei tedeschi di Afd, ha preso nota. Ma non cambia linea. Anche nella partita internazionale i nodi sono solo accantonati.