“ATTAL PREMIER? UNA MACCHINAZIONE OLIGARCHICA. LUI E’ UNO RACCOMANDATO DAL SUO AMANTE” - JUAN BRANCO, L’AVVOCATO DEI GILET GIALLI E DI JULIAN ASSANGE, È LA SPINA NEL FIANCO DEL GALLETTO COCCODÈ DI MACRON. FU LUI NEL 2018 A RIVELARE AL PUBBLICO LA STORIA DEL NEO-PREMIER FRANCESE CON STÉPHANE SEJOURNÉ (UOMO CHIAVE DEL PARTITO DI MACRON IN EUROPA) COME “UN ESEMPIO DEI FAVORITISMI E DELL’ENDOGAMIA DI CLASSE”. AL CONFRONTO, IL DUELLO POLITICO DI ATTAL COL PORTABORSETTE DI LE PEN, JORDAN BARDELLA, È UNA SFIDA TRA GENTILUOMINI...
-Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” -Estratti
Il nuovo primo ministro francese Gabriel Attal è chiamato a combattere due duelli: il primo è contro l’avversario politico Jordan Bardella, capolista del Rassemblement national alle prossime elezioni europee di giugno; l’altro è contro il nemico personale Juan Branco, l’avvocato che perseguita Attal da quando era suo compagno alle medie.
Sono due duelli molto diversi, accomunati dal fatto che tutti i protagonisti appartengono alla stessa generazione. Attal e Branco hanno 34 anni, Bardella è ancora più giovane, appena 28enne.
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Attal e Branco invece sono espressione dello stesso ambiente: figli di due produttori cinematografici, sono cresciuti tra il VI e il VII arrondissement di Parigi, ovvero i «bei quartieri» delle migliori scuole, l’Ecole alsacienne prima e Sciences Po dopo. Ma Branco ha cominciato ad attaccare Attal sui banchi di scuola, e continua ancora, vent’anni dopo.
Martedì ha pubblicato su X un lungo post pieno di livore: «Cinque anni fa già dicevo che l’ascesa di Macron non era un fenomeno democratico spontaneo ma una macchinazione oligarchica che presto avrebbe spinto Gabriel Attal. Ci siamo. Attal, che non era nessuno se non un neo-deputato raccomandato dal suo amante, viene nominato primo ministro».
Attal ha avuto successo nel cuore del sistema; Branco si è affermato come autore del best-seller complottista Crépuscule — un milione di download e 170 mila copie vendute in libreria —, e come avvocato anti-sistema, legale dei gilet gialli, di Julian Assange e dell’artista russo Piotr Pavlenski, che nel 202o rese pubblici i video a sfondo sessuale del macronista Benjamin Griveaux, obbligandolo a ritirare la candidatura a sindaco di Parigi.
Se Attal è il primo premier francese a non fare mistero della propria omosessualità, è anche perché nel 2018 fu proprio Branco a rivelarla al pubblico, denunciando la relazione con Stéphane Sejourné (uomo chiave del partito di Macron in Europa) come «un esempio dei favoritismi e dell’endogamia di classe». Al confronto, il duello politico Attal-Bardella è una sfida tra gentiluomini.
I sondaggi indicano che alle Europee di giugno il Rassemblement national è avanti di almeno dieci punti rispetto al partito di Macron, che annaspa sotto al 20%. Attal ha il compito di frenare l’avanzata dei lepenisti. Bardella spera che la lotta con il premier lo metta talmente in buona luce da indurre Marine Le Pen, eterna candidata ed eterna sconfitta, a fare un passo indietro in suo favore nella corsa all’Eliseo del 2027