“BERLUSCONI AL COLLE? UN MINUTO DOPO CADE IL GOVERNO DRAGHI E SI VA A VOTARE” - IL PD NON HA VOCE IN CAPITOLO SULLA PARTITA DEL COLLE: L’UNICA COSA CHE PUÒ FARE È SPARARE A SALVE CONTRO IL “BANANA” - AL NAZARENO SONO CONVINTI CHE ALLA FINE IL CAV NON SARÀ APPOGGIATO NEMMENO DA SALVINI - L’IRRITAZIONE PER L’USCITA DI CONTE NELLE PAROLE DEL VICESEGRETARIO PROVENZANO: “LE DONNE HANNO NOMI E COGNOMI, ESATTAMENTE COME GLI UOMINI. SAREBBE BENE FARLI QUANDO SARÀ IL MOMENTO DI FARLI”

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ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONI

1 - IL PD SALE SULLE BARRICATE “SE BERLUSCONI CE LA FA CADE IL GOVERNO E SI VOTA”

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

A questo punto, quando manca un mese all’apertura dell’arena per l’elezione del capo dello Stato, il Pd di Enrico Letta comincia ad avere davvero paura che il Cavaliere possa farcela. E sale sulle barricate minacciando lo sconquasso del sistema: «Se ce la fa, un minuto dopo cade il governo Draghi e si va a votare», assicurano dal Nazareno, citando lo stesso Draghi che ha escluso una prosecuzione del suo governo se la maggioranza si spaccasse sul Colle.

MARIO DRAGHI ARRIVA AL QUIRINALE

 

Va da sé che il Pd giochi la carta della paura quando fa sapere che «se dovesse vincere Berlusconi, quelli che hanno a cuore la durata del governo se la scordano». Insomma, in quel caso il clima sarebbe così infuocato, la tensione con l’Europa sui fondi del Pnrr sarebbe assicurata e «siccome da Forza Italia battono sul tasto della stabilità, l’idea che si potrebbe continuare con la foto di gruppo di ministri Pd e 5stelle insieme agli azzurri e ai leghisti, non sta in piedi».

 

ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONI

Tutto ciò, unito ai contagi dilaganti, non farebbe che provocare in Italia la tempesta perfetta: ecco lo scenario secondo i dem. Che sono pure irritati con Giuseppe Conte, il quale prima stringe un «patto di consultazione» con Letta e Speranza e poi fa una fuga solitaria lanciando un appello sulle donne al Colle senza escludere di votare un nome della destra.

 

Ecco come va interpretata l’uscita di ieri, «per la Presidenza della Repubblica prima di un nome serve un metodo», della capogruppo al Senato, Simona Malpezzi. Insomma non è questo il metodo per cercare una posizione comune: né quello di Forza Italia che avanza una candidatura divisiva, né quello di Conte, che si sporge in avanti senza consultare nessuno.

 

“Salvini si sfilerà dal Cav”

letta meloni

 I big del Pd comunque provano a esorcizzare il fantasma del Cavaliere, diramando la convinzione che «alla fine Salvini non lo appoggerà e lo farà ritirare». Del resto, raccontano i dem, bastava sentire ieri il capogruppo Massimiliano Romeo su La7 per capire la freddezza della Lega verso la candidatura di Berlusconi. Ma se queste sensazioni vanno catalogate come pii desideri, la politica impone di ragionare su quanto potrebbe avvenire.

 

La voce che il centrodestra comincerà a testare la forza della candidatura Berlusconi fin dalla prima votazione, per misurare quanti voti mancano e quindi trattare ventre a terra per averli dopo la quarta chiama, fa venire i brividi alla schiena a Enrico Letta e compagni.

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

 

Omicron non aiuta la destra

E i numeri non sono così tiranni, se è vero che sulla carta il centrodestra parte con 450 voti (al netto dei franchi tiratori) e che dalla quarta votazione il quorum scende a 505 voti. Certo un argomento di conforto sono le assenze messe in conto: con Omicron si potrebbero avere un centinaio di grandi elettori non presenti alla chiama e «se uno dei due schieramenti decide di forzare, in questa situazione è più difficile ottenere il quorum», ragiona uno dei capigruppo della sinistra.

 

Tradotto, se Berlusconi in teoria deve trovare 50 voti, causa Covid potrebbe doversene procurare magari altri 80. Restare in aula e non votare Detto ciò, il primo nodo da sciogliere per i giallorossi (da qui si vedrà la tenuta della “coalizione”) è cosa fare di fronte a un centrodestra che schierasse Berlusconi ai blocchi di partenza. Raccontano di uno scontro una settimana fa tra i vertici dem sulla proposta di Letta di uscire dall’aula perché non ci possa essere il sospetto che vi siano voti del centrosinistra per il Cavaliere. Potrebbe dunque esserci una candidatura di bandiera, ma c’è chi ritiene «la politica della mano tesa» (restare in aula senza votare) il modo migliore per favorire un eventuale accordo con Berlusconi nel ruolo di kingmaker dopo la sconfitta.

 

letta meloni salvini

E qui si inserisce Renzi. Franceschini premier Il leader di Iv manovra per costruire un accordo che preveda la salita di Draghi al Colle, sostituito a Palazzo Chigi da Dario Franceschini. In un governo che vedrebbe la Lega all’opposizione, con Salvini che dunque non si metterebbe di traverso a tale scenario. Considerato dai dem suggestivo, ma poco realistico...

 

2 - GIUSEPPE PROVENZANO «DEVONO RINUNCIARE A BERLUSCONI È L'OSTACOLO A UN CONFRONTO VERO»

Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

 

giuseppe provenzano foto di bacco (2)

Giuseppe Provenzano, se la maggioranza si spacca sul Quirinale c'è il rischio che si interrompa la legislatura?

«Guardi, noi lo ripetiamo da tempo e lo ha detto Mario Draghi in conferenza stampa con grande franchezza: è inimmaginabile che la maggioranza si rompa per l'elezione del presidente della Repubblica e si ricomponga magicamente il giorno dopo.

 

Ecco perché chi avanza candidature come quella di Berlusconi si sta assumendo una duplice responsabilità: quella di bloccare il quadro politico e allo stesso tempo di terremotarlo».

giorgia meloni enrico letta atreju

 

Crede che Berlusconi si candidi?

«Il problema è se ci crede lui e se glielo fanno credere i suoi alleati. Il presidente della Repubblica è il garante dell'unità nazionale, presiede il Consiglio superiore della Magistratura.

 

Questa candidatura sembra una tragica barzelletta, la destra dovrebbe porvi fine al più presto. Anche perché oggi rappresenta il principale ingombro all'avvio di un confronto vero tra le forze politiche, che consenta di trovare una soluzione istituzionale che possa godere del consenso più ampio».

 

Nel Pd e nel M5S sembrano esserci alcune resistenze all'ipotesi Draghi al Quirinale...

«Per la verità, è stato Salvini a esprimere con nettezza una contrarietà. Noi ci riuniremo il 13 gennaio, decideremo insieme e come in tutti questi mesi saremo uniti intorno a Letta, che sta gestendo con grande saggezza questo passaggio.

letta conte

 

La figura di Draghi è preziosissima per l'Italia, dovremmo preservarla dal tritacarne delle dichiarazioni quotidiane sul Colle. Anche perché è il premier di un Paese impegnato in queste ore a fronteggiare questioni che possono avere conseguenze drammatiche sulla nostra società e sull'economia. Penso al caro bollette, ma soprattutto all'escalation dei contagi».

 

draghi berlusconi

Questa escalation potrebbe favorire il mantenimento dell'attuale situazione: Draghi a palazzo Chigi, Mattarella al Quirinale?

«Il dilagare della quarta ondata dovrebbe portarci a concentrare ogni sforzo su ciò che serve per arginarla. Qui e ora.

 

Spingere sulle vaccinazioni, preoccuparci dei tamponi, calmierare il prezzo delle mascherine ffp2. Quello che abbiamo fatto fin qui è sufficiente? La Germania ha sperimentato, pare con discreto successo, il lockdown per i non vaccinati. Credo che sia giunto il momento di valutare seriamente l'estensione dell'obbligo vaccinale».

peppe provenzano giuseppe conte compleanno bettini

 

Crede che Renzi si accorderà con il centrodestra sul Quirinale?

«Sul piano politico, lo slittamento di Italia Viva verso il centrodestra è un dato di fatto. Ma qui si parla della più alta istituzione repubblicana, e non credo che Renzi vorrà prestarsi a operazioni di parte, che tradirebbero la funzione costituzionale del Presidente della Repubblica».

 

Che pensa della proposta di Conte di votare una donna?

«Che le donne hanno nomi e cognomi, esattamente come gli uomini. Sarebbe bene farli quando sarà il momento di farli».

berlusconi renzi

 

Il patto di consultazione Pd, M5S, Leu sul Quirinale reggerà?

«È un passaggio politico decisivo. E anche qui, sarebbe inimmaginabile portare avanti un'alleanza politica che si rompe sul Quirinale. Noi siamo il primo partito del campo progressista, i 5S hanno la rappresentanza parlamentare più ampia. È utile a tutti che il patto regga. E reggerà».

 

House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella

Sulla manovra c'è stata polemica nei confronti del governo.

«Ha detto parole giuste e coraggiose alla Camera l'onorevole Marianna Madia. La compressione del ruolo del Parlamento è frutto di una lunga deriva, che peggiora di anno in anno. È una deriva molto pericolosa che va arrestata, soprattutto in vista del taglio dei parlamentari. Non possiamo permetterci di mortificare la rappresentanza, aggravando la frattura già profonda con quei pezzi di società, sempre più ampi, che si astengono. Perché tutto questo diventa sfiducia nella democrazia».

 

giorgia meloni enrico letta foto di bacco

Sarà difficile andare avanti in maggioranza con la Lega visto l'approssimarsi della scadenza elettorale?

«Dopo le amministrative, c'è stato uno sfaldamento nella maggioranza. La Lega ha reagito alla sconfitta creando turbolenze al Governo. Ma torniamo al punto di partenza: per arrivare alla scadenza naturale della legislatura, affrontare i problemi e le sfide dell'Italia e darsi una nuova legge elettorale, serve un rinnovato accordo tra le forze politiche. Serve un oggettivo salto di qualità, rispetto a questi giorni. Noi ci siamo».

 

giuseppe conte enrico letta

Non sembra abbiate fatto troppi passi avanti con il M5S

«L'evoluzione europeista del M5S, la dichiarata volontà di riconoscersi nel campo progressista, l'alleanza in città come Bologna e Napoli: non mi sembra siano piccoli passi. Ma il campo largo a cui stiamo lavorando, alternativo alla destra di Salvini e Meloni, non si esaurisce in un accordo tra noi o in un puzzle di sigle. Serve una grande mobilitazione democratica per uscire da questa crisi a sinistra. Cioè, con più diritti, più sostenibilità ambientale e più giustizia sociale».

 

letta conte
ENRICO LETTA E BERLUSCONI