“BERLUSCONI SI CANDIDA A PICCONATORE DEL NUOVO ESECUTIVO” - MASSIMO FRANCO: “PER UNA PARTE DI FORZA ITALIA PRENDERE ATTO DEI NUOVI RAPPORTI DI FORZA RIMANE NON FACILE: TANTO CHE BERLUSCONI VUOLE INTERVENIRE IN PARLAMENTO PER SOTTOLINEARE I PROPRI MERITI NEI SUCCESSI PASSATI E PRESENTI DEL CENTRODESTRA. SI RIPROPONE LA FRUSTRAZIONE DELLA CERCHIA BERLUSCONIANA CHE SI RITIENE PUNITA DA GIORGIA MELONI. E RACCONTANO EQUILIBRI INTERNI TALMENTE PRECARI DA FAR IPOTIZZARE PERFINO UNA POSSIBILE SCISSIONE - E POI LA MAGGIORANZA AL SENATO HA NUMERI NON DEL TUTTO RASSICURANTI…”

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Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

SILVIO BERLUSCONI LICIA RONZULLI

La sfida è partita perfino prima del previsto. Giorgia Meloni non ha fatto in tempo a prendere la campanella da premier dalle mani del predecessore, Mario Draghi, che dagli alleati sono arrivati i primi segnali di nervosismo. Anzi, una miscela di nervosismo e di protagonismo: come se le tensioni accumulatesi durante le trattative per formare il governo ristagnassero in attesa di riemergere quando si tratterà di spartire le cariche minori e le deleghe dei ministeri.

 

SILVIO BERLUSCONI ALESSANDRO CATTANEO E LICIA RONZULLI VANNO AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI

Le convulsioni di Forza Italia sono le più evidenti. Ripropongono la frustrazione della cerchia berlusconiana che si ritiene punita dalla leader di Fratelli d'Italia. E raccontano equilibri interni talmente precari da far ipotizzare perfino una possibile scissione. Il primo obiettivo sembra quello di sostituire il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, come coordinatore del partito: epilogo che dovrebbe essere costruito in accordo tra tutti, mentre sta assumendo i contorni della resa dei conti, o della vendetta degli «sconfitti» ministeriali.

 

meloni berlusconi salvini ronzulli

Cosa questo possa significare per una maggioranza che al Senato ha numeri non del tutto rassicuranti è da vedersi. Il precedente dell'elezione alla presidenza di Ignazio La Russa, di FdI, senza il voto dei berlusconiani, è indicativo. Ma è anche indicativo che sia stato eletto comunque con il soccorso decisivo di anonimi sostenitori forniti dalle opposizioni. Berlusconi sembra candidarsi a essere non il garante moderato della credibilità internazionale del nuovo esecutivo, ma il suo picconatore.

ANTONIO TAJANI LICIA RONZULLI ALESSANDRO CATTANEO SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI

 

Con le posizioni assunte a favore di Vladimir Putin e contro l'Ucraina e gli attacchi a Meloni, potrebbe risultare un fattore di instabilità. D'altronde, per una parte di Forza Italia prendere atto dei nuovi rapporti di forza rimane non facile: tanto che Berlusconi vuole intervenire in Parlamento per sottolineare i propri meriti nei successi passati e presenti del centrodestra.

 

Ma i messaggi in bottiglia che arrivano a Palazzo Chigi da esponenti della formazione di Carlo Calenda fanno pensare a una situazione fluida. Alla vigilia del voto di fiducia in Parlamento, non si può escludere che di qui a pochi mesi la maggioranza del 25 settembre si modifichi o si allarghi.

 

romeo lollobrigida cattaneo meloni lupi berlusconi salvini ronzulli

Già affiora, però, una seconda insidia. Il vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha dovuto rinunciare al Viminale. Ma l'impressione è che aspiri a essere una specie di ministro dell'Interno ombra. Ieri ha incontrato il comandante della Guardia costiera per parlare anche di immigrazione; e spiegato che sarà lui a occuparsi di porti. In più ha riunito i ministri economici del Carroccio. Sembrano vagiti di un dualismo con Meloni, simili a quelli emersi quando Salvini era uno dei vice del grillino Giuseppe Conte. Ma erano altri tempi.

silvio berlusconi licia ronzulli