UN “CAMPO LARGO” COSI’ LARGO DA NON ESISTERE – PRODI INCORONA ELLY SCHLEIN COME GUIDA DEL CENTROSINISTRA MA GIUSEPPE CONTE NON CI STA A FARSI “FEDERARE” SENZA GIOCARE LE SUE CARTE – ACCANTONATE LE PRIMARIE, TRA DEM E CINQUESTELLE PRENDE PIEDE L’IDEA DI LASCIAR DECIDERE AGLI ELETTORI CHI SARA’ IL LEADER: COME A DESTRA, CHI PRENDE PIÙ VOTI GUIDA LA COALIZIONE – LE DIFFERENZE TRA I DUE PARTITI RESTANO, COME SULL’UCRAINA, MA ORMAI IN PARLAMENTO IL 99 PER CENTO DELLE VOLTE VOTANO INSIEME…
-Estratto dell’articolo di Francesco Bei per “la Repubblica”
Stati Uniti d’Europa, clima, nuova legge sull’immigrazione, difesa della Costituzione contro la riforma Meloni. Intorno a queste idee il Pd, per un giorno, si è riunito — riunificato?
[…] Ma la vera novità è l’intervento-manifesto di Romano Prodi al forum sull’Europa.
Una lectio magistralis, a margine della quale il padre fondatore del centrosinistra in Italia ha, per la prima volta, incoronato Elly Schlein come possibile federatrice della nuova alleanza che si opporrà alla destra.
È un passaggio non banale, anche perché Prodi […] non figurava tra i sostenitori di Schlein alle primarie ed è rimasto in questi mesi in una posizione piuttosto defilata rispetto al nuovo corso dei democratici. Cosa abbia fatto cambiare idea al Professore è facile da comprendere […] È la natura di questa destra al governo, la sua mancanza di autocritica sui fondamentali, la continua ricerca di nemici interni, il dominio quasi plebiscitario dell’informazione pubblica, le alleanze europee con chi l’Unione punta a sfasciarla […] È avendo in mente Orbàn e Le Pen, Abascal e Trump che Prodi ha detto quello che ha detto. […]
Tuttavia è importante anche la postilla aggiunta da Prodi all’endorsement di Schlein come federatrice: «…Sempre che gli altri si facciano federare». Ecco, il punto debole e ineludibile del centrosinistra resta ancora questo. […] oggi I sondaggi indicano che l’alleanza possibile sarà, per lo meno, a quattro gambe. Con due di queste gambe — democratici e cinque stelle — quasi a pari livello. Difficile immaginare che, prima delle elezioni, volontariamente il Movimento di Giuseppe Conte accetti di fare un passo indietro concedendo a Schlein la leadership. Non accadrà.
Però qualcosa sta cambiando dopo la rottura traumatica dello scorso anno su Draghi. In questi mesi i due partiti si sono riavvicinati a piccoli passi. I leader hanno fatto capolino nelle rispettive piazze. Ci sono lavori in corso per candidature comuni alle regionali e alle amministrative. E in Parlamento, come confida un dem vicino alla segretaria, “ormai il 99 per cento delle volte votiamo insieme”. […] lo si è visto su molti temi, dal salario minimo alla sanità. […]
Le differenze che restano, pensiamo solo all’Ucraina, sono ancora rilevanti. Ma c’è una cosa che, a sentire i vertici del M5S, non deve essere dimenticata: il movimento di Grillo, nato anti-sistema e populista, indifferente alla destra e alla sinistra («Noi siamo sopra», ricordate?), da tempo ha compiuto una scelta di campo. Il campo è quello progressista, come è chiaro dalla Carta dei principi e dei valori approvata sotto la guida di Conte. Il resto si costruirà nei prossimi mesi […] dalle parti di Schlein […] cominciano a pensare che l’appuntamento con il voto politico potrebbe arrivare anche prima dei quattro anni previsti.
[…] adesso alcuni nel futuro “campo progressista” iniziano a guardare in casa del nemico. Le primarie infatti, nonostante le nostalgie uliviste di molti, sembrano un attrezzo inservibile del passato. E anche a livello locale sono diventate più l’eccezione che la regola. E come fa da sempre il centrodestra a scegliere chi guida la coalizione? Il metodo, semplice nella sua brutalità, è quello di chi prende più voti sul campo […] Non sarà il nuovo Ulivo, questo è sicuro. […]