“CONTE ABBANDONI LE SUE DELEGHE AI SERVIZI, L'ITALIA HA BISOGNO DI UN MINISTRO DELLA SICUREZZA NAZIONALE” - IL CAPO DEL COPASIR, RAFFAELE VOLPI: “IL MONDO È CAMBIATO, LE TENSIONI INTERNAZIONALI SONO QUOTIDIANE E OCCORRE UN'AUTORITÀ POLITICA CHE DIALOGHI A TEMPO PIENO CON L'INTELLIGENCE - BENE IL NUOVO GOLDEN POWER, MA VA ATTUATO. GLI INTERESSI NAZIONALI NON SONO PIÙ QUELLI DEL SECOLO SCORSO PERCHÉ NON SONO PIÙ RACCOLTI NEI NOSTRI CONFINI…”
-Da “la Verità”
Pubblichiamo un estratto dell’intervista di Stefano Vespa a Raffaele Volpi, presidente del Copasir, pubblicata sul numero di Panorama da oggi in edicola. Volpi, 60 anni, della Lega, è stato anche sottosegretario al ministero della Difesa
nel governo Conte uno.
«L'Italia ha bisogno di un ministro della Sicurezza nazionale. Il mondo è cambiato, le tensioni internazionali sono quotidiane e occorre un'autorità politica che dialoghi a tempo pieno con l'intelligence». Il leghista Raffaele Volpi, 60 anni, presiede il Copasir dopo essere stato sottosegretario alla Difesa nel Conte I. Il Comitato parlamentare, che verifica l' attività dei Servizi, con l' emergenza coronavirus ha accentuato l' attenzione sui settori strategici che fanno gola all' estero. In questa intervista a Panorama, Volpi spiega quali sono i rischi principali e come l' Italia deve difendersi: non solo dalla Cina, ma anche da Stati europei. E che la ricostruzione dopo l' emergenza partirà dalle materie prime.
La pandemia ha posto l'Italia al centro di interessi internazionali. Qual è il rischio principale: gli interessi per le grandi aziende, le campagne di disinformazione, gli attacchi informatici?
«La preoccupazione maggiore, anche da prima dell' emergenza virus, riguarda le aziende strategiche che abbiamo suddiviso in tre settori: l'assicurativo-bancario, le industrie della difesa e quelle dell' energia. Com'è noto, ci sono attenzioni sul gruppo Generali. Come Comitato non entriamo nelle dinamiche del mercato, ma Generali e altri grandi istituti hanno «in pancia» la maggior parte dei Btp».
Per questo che avete avviato un altro ciclo di audizioni?
«Nei settori bancario, della difesa e dell'energia ci interessa che non ci siano condizionamenti diversi da quelli che possono essere a vantaggio degli azionisti. Non ci va bene un condizionamento che arrivasse dal singolo consigliere di amministrazione: attraverso le audizioni il Copasir vuole capire se ci sono elementi distorsivi non del mercato, ma di come si può agire all'interno dei sistemi delle scelte strategiche».
Il Consiglio dei ministri ha ampliato il cosiddetto Golden power. È la conferma, per esempio, di possibili interessi francesi verso la Borsa?
«È la conferma che bisogna essere preparati a tutto, altrimenti non ci saremmo preoccupati del settore bancario: non c'è dubbio che la maggior parte dei tentativi di scalata delle banche arrivi dall'interno dell' Europa. Ben venga che l'allarme del Copasir sia stato accolto, ma quello che chiamiamo golden power va messo in pratica».
La parte più importante è sempre quella dei decreti attuativi.
«Certo, gli interessi nazionali non sono più quelli del secolo scorso perché non sono più raccolti nei nostri confini: dalle piattaforme dell'Eni all'azienda che produce tecnologia in Asia. È l'approccio alla difesa dell'interesse nazionale che va cambiato: dal petrolio e dall'acciaio siamo passati ai dati, qualcosa di immateriale. L'ampliamento del golden power significherà prevenire eventuali problemi, agire come deterrente ed evitare di portare il cervello delle aziende fuori dall' Italia».
Da tempo si ragiona sull'opportunità che Conte ceda la delega all'intelligence. La sua opinione?
«Stiamo lavorando con un'ottima legge che ha riformato l'intelligence, e va ribadito l'eccellente lavoro delle agenzie Aise e Aisi coordinate dal Dis, ma nel frattempo è cambiato il mondo. A quella legge serve una manutenzione: personalmente credo che serva un'autorità politica non opzionale che segua la sicurezza nazionale. Il presidente Conte, come aveva fatto per esempio Paolo Gentiloni, ha ritenuto di tenere per sé la delega ai Servizi anziché nominare un sottosegretario.
Tra l'altro, la legge prevede che possa essere anche un ministro senza portafoglio. In una realtà così complessa, penso che l'Italia debba dotarsi di un'autorità politica responsabile, un ministro della Sicurezza nazionale. L'evoluzione delle tensioni internazionali è velocissima e il presidente del Consiglio, che per legge è detentore politico dei Servizi segreti, ha tempo tutti i giorni di occuparsi di questi temi? Occorre una persona che quotidianamente si confronti con l'intelligence, a prescindere dal tipo di governo».
In tema di false notizie, il 15 marzo su twitter la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chuniyng, ha postato il video di un flash mob fatto sui balconi di Roma con l'audio sostituito da musica cinese e da un «grazie Cina», ripetuto nel testo in inglese del tweet. Una disinformazione ad alto livello governativo.
«Parlando come atlantista convinto, e credo il mio parere sia condiviso dalla quasi totalità del mondo politico, mi limito a dire che questo è il momento di grandi decisioni. Dobbiamo stabilire quali sono i nostri ancoraggi: occidentali ed euro-atlantici. Non vuol dire non avere rapporti con gli altri Paesi, ma certo, se dobbiamo trovare soluzioni comuni, è meglio farlo tra quelli che hanno i nostri stessi valori».