“CONTE DEMOLISCE I 5 STELLE. E’ UN AUTOCRATE IPOCRITA” –L'ENNESIMA LETTERA DI FUOCO DI BEPPE GRILLO A PEPPINIELLO: “SOTTOPORRÒ LE TUE MINACCE AGLI ORGANI DI GARANZIA”. MA L’EX PREMIER CHIUDE OGNI COMUNICAZIONE: “PARLASSE CON GLI AVVOCATI” – LA GUERRA SUL SIMBOLO E IL SOSPETTO CHE DIETRO L'OLTRANZISMO DI BEPPE MAO E LA DIFFUSIONE DEL CARTEGGIO CI SIA VIRGINIA RAGGI, LA PREDILETTA DI GRILLO...
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Estratto dell'articolo di Domenico Di Sanzo per "Il Giornale"
Un'altra giornata, nuovo botta risposta. E ancora una lettera. Stavolta la missiva è firmata da Beppe Grillo ed è una replica al documento, diffuso lunedì, in cui Giuseppe Conte prospettava al garante la sospensione del suo contratto di consulenza con il M5s e lo stop alla tutela legale per il fondatore. Grillo ribalta l'accusa di voler sabotare il processo democratico del «congresso» dei Cinque Stelle.
«Se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne», scrive Grillo, nella comunicazione via Pec pubblicata dal sito de Il Foglio.
«Accusarmi di una visione padronale del Movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici», continua il fondatore. «È ormai diventato irrinunciabile tornare ai veri valori democratici del movimento, senza operazioni funzionali all'interesse di pochi. Il fatto che si cerchi di impedirlo con il metodo di legittimazione popolare tipico delle autocrazie non è certo un buon segno», ci va giù pesante Grillo. Che precisa: «La titolarità del nome e del simbolo è già stata accertata giudizialmente». [...]
L'Elevato conclude con una considerazione velenosa. «Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal Movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento», scrive Grillo.[...]
Conte, pronto ad avviare la seconda fase dell'assemblea, affida la sua risposta a fonti del M5s. «Finiamola qua con questa pantomima. Se il garante ha altro da dire o da scrivere parlasse con gli avvocati...», è il ragionamento consegnato dal leader stellato ai suoi. Le fonti parlano di un Conte molto infastidito dall'«uso di missive riservate, date in pasto alla stampa». «Un chiaro segno di debolezza del garante e di chi lo consiglia...», chiosano dal M5s. I riferimenti sono tutti per Virginia Raggi, considerata l'ispiratrice dell'oltranzismo di Grillo e la «manina» dietro la diffusione del carteggio. [...]
Beppe Grillo e Giuseppe Conte non si parlano più di persona, ma si affidano a lettere di fuoco, spesso via Pec. Adesso il fondatore e "garante" del M5s torna a scrivere all'ex premier e presidente del Movimento, tra rabbia e sberleffi. “Distruggi i presidi della democrazia sei un autocrate ipocrita. Segnalerò le tue minacce”.
Ecco, in esclusiva sul Foglio, il testo integraledella sua terza lettera a Conte.
Caro Giuseppe, mi scrivi accusandomi per l’ennesima volta – dopo averlo fatto più volte pubblicamente – di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici. La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato.
Dunque, se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne.
Le ragioni per cui è in corso un tentativo di demolire i presidi democratici del movimento sono peraltro ben note, e non rispondono certo ai suoi valori democratici, ma agli interessi di pochi. Vorrei però tenermi alla larga dal girone in cui alcuni di voi sembrano essere sprofondati, per condurvi lungo la natural burella e farvi rivedere le nostre prime stelle, partendo dagli inizi del movimento, che nasce innanzitutto per realizzare una democrazia più autentica e vicina ai cittadini. In un mio post recente ho ricordato che Gianroberto e io abbiamo voluto prevenire i rischi delle altre forze politiche, che tendevano a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini. Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi.
Dunque, sostenere che l’insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento è non solo un ovvio controsenso, ma è addirittura un ribaltamento della realtà, che rivela, viceversa, le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione. Sicché, accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri.
Al contrario, ribadire l’importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Tant’è vero che nessun’altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l’altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io. In questi giorni stiamo assistendo allo spettacolo delle tempeste ormonali di commentatori eccitati al pensiero di ciò che potrebbe accadere, che speculano su battaglie, scissioni, contese sul nome e sul simbolo, e così via.
E’ uno spettacolo che francamente non m’interessa, e che trovo nauseante, perché il suo risultato sarebbe comunque dannoso per tutti.
Quindi mi auguro che non sia messo in scena. Ciò posto è ormai diventato irrinunciabile tornare ai veri valori democratici del movimento, senza operazioni funzionali all’interesse di pochi. Il fatto che si cerchi di impedirlo con il metodo di legittimazione popolare tipico delle autocrazie non è certo un buon segno, ma quale che sia il suo risultato non potrà certo tradire i tratti distintivi e i valori del movimento, a prescindere dalla titolarità del nome e del simbolo, che peraltro è già stata accertata giudizialmente.
Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento.
Nella mia qualità di “elevato” mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, a prescindere da un impegno contrattuale in tal senso, mentre i miei “compensi” – che in realtà, come sai, coprono anche i costi d’ufficio della funzione che svolgo per il movimento – sono non solo congrui per la mia funzione e i relativi costi, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l’identità e i valori del movimento.
Alla luce di quanto sopra mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento. Ne approfitto per invitarti, piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea “costituente” del prossimo ottobre.