“CONTE? È PASSATO DALLE SCIE CHIMICHE ALLE SCIE EMOTIVE” - LE AMBIGUITÀ DI PEPPINIELLO APPULO SULLA GUERRA, SU PUTIN E SUL RUOLO INTERNAZIONALE DELL'ITALIA FANNO INCAZZARE IL PD: “MA DOVE VUOLE ARRIVARE?" – SI CERCA UNA SPONDA CON DI MAIO. E RIPARTE IL DIBATTITO SUL PROPORZIONALE CON SBARRAMENTO AL 5%: L’UNICA STRADA PER EVITARE UNA COALIZIONE FORZATA CON I GRILLINI (CON TANTI SALUTI AL CAMPO LARGO DI LETTA)
-Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Fastidio e imbarazzo. «Conte? È passato dalle scie chimiche alle scie emotive». La battuta di un piddino al governo racconta meglio del silenzio opposto da Letta cosa pensa dell'alleato il principale azionista del centrosinistra.
Sempre più a disagio per alcune posizioni assunte dal capo 5Stelle, in apparenza più impegnato a smarcarsi dalla linea tracciata dal segretario dem su politica estera e collocazione internazionale dell'Italia che a indicare la direzione del Movimento in una fase tanto drammatica per l'Europa. Con un sovrappiù di ambiguità nei confronti di Putin (mai citato come aggressore) e di mistificazione tesa a schiacciare il Pd su un «oltranzismo bellicista » che non gli appartiene: dipinto dalla vulgata contiana a promuovere «una forsennata corsa al riarmo» invece che «una soluzione politica».
Al contrario di lui, s' intende.
L'intervista rilasciata dall'ex premier a Repubblica ha scatenato una sollevazione generale. «Ma dove vuole arrivare?» la domanda che rimbalza sulle chat democratiche.
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Riflessioni che «smentiscono quanto professato da Conte quando era premier», trapela sconforto dal Nazareno. Deciso a «non rispondere alle provocazioni» per impedire l'unica reazione possibile: la rottura del patto con il M5S. Troppo rischioso alla vigilia delle amministrative e poco prudente finché non si capirà se e come verrà modificata la legge elettorale.
Sulla quale, non a caso, tanti big sono tornati ieri a insistere: «Il sistema migliore è un proporzionale con sbarramento al 5%», ha aperto le danze Nicola Zingaretti. Tirandosi dietro mezzo partito. La strada per evitare una coalizione forzata con i grillini. Di cui adesso il Pd avverte tutto il peso. E le insidie. Perché «la collocazione internazionale è uno dei pilastri dell'affidabilità e della credibilità di un Paese», avverte Piero Fassino.
(...) Perfido Andrea Romano: «Preferisco commentare le parole di Di Maio, mi paiono più consapevoli della posta in gioco». Tra l'ex capo dei 5S e l'attuale, il Pd ha fatto la sua scelta. Nel frattempo Letta tira dritto.
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