“CONTE? TRAVAGLIO LO SOGNA ALLEATO DELLA MELONI” – MATTEONZO RENZI AL VELENO SU PEPPINIELLO APPULO: “HA AVUTO UN’ESTATE DIFFICILE TRA L’INCUDINE GRILLO, CHE POTREBBE SFIDUCIARLO, E IL MARTELLO TRAVAGLIO. SECONDO LUI IO FACCIO PERDERE VOTI AL CAMPO LARGO? È VERO IL CONTRARIO, LA SUA POSIZIONE IN POLITICA ESTERA È IMBARAZZANTE- LE ACCUSE DI AVER COMPLOTTATO CON I MAGISTRATI CONTRO ARIANNA MELONI? UNA BARZELLETTA, L’ENNESIMA ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA, ANZI DI MASSERIA: DEVE ESSERE STATO UN FERRAGOSTO DIFFICILE PER LA FAMIGLIA DELLA PREMIER. SESSISMO NEI CONFRONTI DELLE SORELLE MELONI? NO. C’È DEL VITTIMISMO DA PARTE LORO..."
-Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera” - Estratti
Matteo Renzi, il campo largo non procede alla grande. E Giuseppe Conte mette un veto su Italia viva...
«Conte ha avuto un’estate difficile. È stretto tra l’incudine Grillo, che potrebbe sfiduciarlo, e il martello Travaglio, che lo sogna alleato della Meloni. Con me ha un conto aperto perché mi ritiene “colpevole” della sua sostituzione con Draghi: responsabilità che mi prendo volentieri, con grande orgoglio. Ma ora il tema è il futuro. E per il futuro servono voti, non veti».
Appunto. Secondo Conte lei fa perdere voti alla coalizione.
«È vero il contrario. I nostri voti non sono tanti, ma sono decisivi nei collegi marginali, dove il risultato si gioca sull’1-2%. Per questo ha ragione Elly Schlein a tenere tutti insieme e ha torto chi mette veti: dovrebbe bastare il fallimento di Enrico Letta nel 2022 per capire che vince chi si allea, non chi fa le pulci ai propri compagni di strada. La Meloni ha capito il valore della nostra mossa: non a caso ha passato agosto a farci attaccare dai suoi».
Lei insiste con questa alleanza, ma secondo il leader del Movimento 5 Stelle Kamala Harris e Donald Trump pari sono.
«La posizione in politica estera di Conte è imbarazzante per il Pd ma anche per parte dei 5 Stelle o della sinistra radicale. Chi si definisce progressista non può stare con Trump contro la Harris. Lo ha spiegato Bonaccini proprio sul suo giornale ieri e ho apprezzato l’uscita di molti amministratori locali, a cominciare dal sindaco di Bari Vito Leccese. Proprio la convention di Chicago è il modello per superare le divisioni».
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A proposito: la maggioranza sembra divisa. Lei si fida di Tajani sullo ius scholae?
«No. Tajani è in campagna elettorale permanente perché pensa di essere candidabile per il Quirinale. E dunque strizza l’occhio alla sinistra su certi temi, pur sapendo che non avrà mai la forza di litigare con la Meloni. Tutti conosciamo Tajani e sappiamo che quando hanno distribuito il coraggio, lui era già in aspettativa. Piuttosto mi sconvolge che mentre il mondo brucia la Farnesina segua Tajani in questa campagna elettorale sul territorio nazionale e nessuno chieda al ministero degli Esteri di prendere un’iniziativa diplomatica».
Suvvia, non sarà colpa di Tajani il caos geopolitico.
«Certo che no. Ma possibile che il nostro ministro degli Esteri sia sempre in tour in Italia? Non una iniziativa in Medio Oriente o tra Russia e Ucraina, o per contestare lo scandalo in Venezuela. Tajani è il ministro degli Esteri che ha viaggiato meno negli ultimi trent’anni (...)
Le accuse di aver complottato con i magistrati contro Arianna Meloni l’hanno amareggiata?
«No. Le barzellette non mi amareggiano mai. Al massimo non fanno ridere, come questa. Abbiamo capito solo dopo che attaccare me sul complotto era l’ennesima arma di distrazione di massa, anzi di masseria: deve essere stato un Ferragosto difficile quello pugliese per la famiglia della premier. Ma io come è ovvio non c’entro niente».
C’è del sessismo da parte dell’opposizione nei confronti delle sorelle Meloni?
«No. C’è del vittimismo da parte loro, nessun sessismo. Anzi: il continuo piagnisteo serve a nascondere la mancanza di risultati. È il governo del Paese, non Temptation Island o il Grande Fratello
Giorgia ci mostri che cosa è capace di fare, se ne è capace, anziché gridare al complotto ogni tre settimane. Perché alla Meloni vittima della magistratura non crede nessuno.
Cara premier, parliamo di salari, di sanità e liste d’attesa, di accise e inflazione, di spesa al supermercato. Su questo ci vogliamo confrontare. Attaccare un capo del governo per le vicende della propria famiglia è una cosa che non si fa: lo ha fatto Giorgia Meloni contro di me e ancora non si è scusata. Ma io sono orgoglioso di non essere come lei. Io non sarò mai giustizialista come lei è stata con me».