“DOBBIAMO PREPARARCI A COMBATTIMENTI VERI” – XI JINPING CONTINUA AD ALZARE IL TIRO DOPO LA TRE GIORNI DI ESERCITAZIONI MILITARI ATTORNO A TAIWAN. LA STRATEGIA È QUELLA DELL’ANACONDA: CIRCONDARE L’ISOLA DA OGNI PARTE PER POI STRITOLARLA IN UNA MORSA DA CUI NON POTRÀ PIÙ LIBERARSI, ARRIVANDO A PRESIDIARE LA COSTA OCCIDENTALE E QUELLA ORIENTALE, L’UNICA VIA DA CUI TAIPI PUÒ RICEVERE AIUTI DALL’ESTERNO…
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1. XI, 'LA CINA DEVE PREPARARSI PER COMBATTIMENTI VERI'
(ANSA-AFP) - Il presidente cinese, Xi Jinping, ha fatto appello alle forze armate della Cina perché "rafforzino l'addestramento in direzione di combattimenti veri". Xi, citato dall'emittente Cctv, ha parlato in occasione di un'ispezione navale, dopo i tre giorni di esercitazione aero-navale attorno all'isola di Taiwan.
2. LA CINA DOMENICA IMPORRÀ LA NO FLY ZONE A NORD DI TAIWAN' ++
(ANSA-AFP) - ROMA, 12 APR - La Cina imporrà una no fly zone a nord di Taiwan per il 16 aprile, in concomitanza con "attività spaziali": lo afferma il ministero dei Trasporti di Taipei. "La Cina ha unilateralmente creato una no-fly zone in un'area in cui convergono molte rotte internazionali, per restringere i voli sulla base di 'attività spaziali'", ha dichiarato il ministero taiwanese, aggiungendo che la chiusura durerà 27 minuti, dalle 9.30 alle 9.57 (dalle 03.30 alle 03.57 italiane), di domenica 16 aprile.
3. CINA STRATEGIA DELL'ANACONDA
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
Le esercitazioni militari cinesi sono finite, ma le acque e i cieli intorno a Taiwan non sono sgombri. Non lo sono più da tempo, da quando la Cina ha normalizzato le operazioni sullo Stretto.
Ancora ieri, il ministro della Difesa di Taipei ha rilevato la presenza di 8 navi da guerra e 26 jet nella regione. I media di stato cinesi hanno confermato che si sono svolti pattugliamenti al largo della costa orientale. Operazioni definite «di routine», ma pronte a diventare «sempre più intense e orientate al combattimento», a seconda del livello delle «interferenze» degli Stati Uniti.
A Taipei quasi nessuno crede a un rischio di guerra immediato. Ma la sensazione è quella di una progressiva erosione degli spazi di manovra. «Vogliono piano piano trasformare lo Stretto in un mare interno», dice a La Stampa un funzionario della difesa.
[…] I test degli ultimi giorni hanno avuto durata ed estensione minori rispetto allo scorso agosto: niente missili e nessun impatto sulla vita commerciale e privata dell'isola. Ma hanno mostrato il nuovo step: il presidio della costa orientale.
A questo è servito l'utilizzo della portaerei Shandong, in grado di ospitare da 24 a 32 aerei. Gli analisti taiwanesi sottolineano in particolare l'impiego di 4 caccia J-15, già "una formazione tattica volante" in grado di costituire una seria minaccia per le prime linee difensive. Finora si era sempre considerata la costa occidentale, affacciata sullo Stretto, la più probabile per un attacco.
Ma Pechino sta provando ad aumentare le proprie capacità di controllare la via esterna verso il Pacifico. Solo da lì Taipei potrebbe ricevere aiuti dall'esterno. «L'Ucraina è più facile da attaccare, ma Taiwan è più difficile da aiutare», dice Lin Ying-yu dell'Istituto di Studi Strategici della Tamkang University. «Un blocco navale potrebbe essere la futura strategia di Pechino».
Una sorta di stritolamento che tagli i rifornimenti, porti all'esaurimento le riserve energetiche e induca all'apertura di un negoziato politico per la negoziazione del grado di autonomia concesso all'interno del modello «un paese, due sistemi».
[…] Xi Jinping non ha comunque abbandonato la strada politica. E la "riunificazione pacifica" resta ancora la preferita. A gennaio 2024 si vota per le presidenziali e il leader cinese sa che più mostra i muscoli e più rischia di favorire il Partito progressista democratico di Tsai, con una linea più chiara su questione identitaria e rapporti intrastretto. A torto o ragione, i taiwanesi hanno vissuto le manovre di questi giorni con ancora minore apprensione rispetto a quelle di agosto. Ciò può dare la possibilità al Kuomintang, opposizione molto più dialogante con Pechino, di sostenere che la recente visita dell'ex presidente Ma Ying-jeou in Cina continentale sia servita a limitare i rischi. Per Xi è un mix di bastone e carota da gestire