“DUE POPOLI, DUE STATI E BASTA COLONIE ISRAELIANE”: PRIMA DI SALIRE AL GOVERNO GIORGIA MELONI HA PIÙ VOLTE DIFESO LE POSIZIONI DEI PALESTINESI - LA PREMIER ERA CONTRARIA ANCHE ALLA PROPOSTA DI SALVINI DI RICONOSCERE GERUSALEMME CAPITALE D’ISRAELE -  ORA CHE AL GOVERNO “IO SO’GIORGIA” SI È TOTALMENTE SCHIACCIATA SUL SOSTEGNO A NETANYAHU...

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Giacomo Salvini per il Fatto Quotidiano - Estratti

 

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meloni tweet pro palestina

Ma prima di salire al governo, Meloni aveva espresso posizioni molto più problematiche sul conflitto israelo-palestinese: nel 2015 firmò una mozione parlamentare che chiedeva di riconoscere lo Stato della Palestina e condannava le occupazioni nelle colonie israeliane. Una posizione che ricalcava quella della destra sociale di Pino Rauti e Gianni Alemanno e poi della corrente dei “Gabbiani” di Fabio Rampelli che hanno avuto storicamente posizioni pro-Palestina e molto anti-americane.

 

Nel 2009, da ministra della Gioventù del governo Berlusconi, andò in visita a Betlemme per portare solidarietà ai giovani palestinesi: firmò un protocollo d’intesa con il rettore dell’Università per finanziare con 200 mila euro progetti di microcredito. Poi Meloni visitò una scuola per rifugiati palestinesi, un nido e un centro per le donne: citando Papa Giovanni Paolo II, disse che in Terra Santa servivano “più ponti che muri”.

BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

 

Pur dichiarandosi a fianco di Israele e mantenendo ottimi rapporti con la comunità ebraica romana, Meloni negli anni ha più volte condannato le violenze nella striscia di Gaza fino al 2015 quando il Parlamento iniziò a discutere sul riconoscimento dello Stato della Palestina dopo l’ennesimo conflitto sanguinario di pochi mesi prima, quando Tel Aviv reagì duramente al rapimento di tre israeliani da parte di Hamas con una rappresaglia che provocò 2.100 morti.

 

Al governo c’era Matteo Renzi e il ministro degli Esteri era Paolo Gentiloni e, di fronte alle mozioni del centrosinistra e Scelta Civica che non impegnavano espressamente il governo a riconoscere la Palestina, FdI scrisse un testo in cui chiedeva al governo di impegnarsi a “sostenere la causa del dialogo, anche promuovendo un più deciso intervento dell’Onu e dell’Ue, per giungere in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele, quindi in accordo bilaterale”.

BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

 

Nel testo della mozione – a prima firma Rampelli ma sottoscritto anche da Meloni, dall’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli – si promuoveva l’idea dei “due popoli due Stati”: non si poteva “riconoscere unilateralmente uno Stato che si fondi nel Movimento di Resistenza islamica Hamas che, a oggi, appare nella lista delle organizzazioni terroristiche” ma allo stesso tempo si doveva lavorare per rendere “concreta la possibilità di riconoscere non solo due popoli, ma anche due Stati nazionali distinti, chiedendo l’immediata sospensione della requisizione di nuove terre e della costruzione di nuovi insediamenti coloniali”.

 

BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

Prima di andare al governo, Meloni era contraria anche alla proposta di Salvini – fatta in campagna elettorale nel 2022 al quotidiano Israel Hayon – di riconoscere Gerusalemme capitale d’Israele come fatto da Donald Trump e spostare l’ambasciata. Lo ha ribadito in quei giorni alla Reuters e anche nel febbraio 2020 alla convention repubblicana National Prayer Breakfast di Washington: “La dichiarazione unilaterale di riconoscimento di Gerusalemme capitale d’Israele rischia di esasperare la tensione in una regione mediorientale con un equilibrio già precario”, aveva detto Meloni.

 

Da quando è diventata premier ha stretto un legame forte con Netanyahu ricevuto a marzo a Palazzo Chigi: il 23-24 ottobre era prevista una visita di Meloni a Tel Aviv, ma è stata rimandata a momenti migliori.

BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI