“ELLY SCHLEIN? DOVRÀ RINNOVARE NON ROTTAMARE” - ROMANO PRODI MANDA SUBITO UN PIZZINO ALLA NEO-SEGRETARIA DEL PD: “IL SUO DOVRÀ ESSERE UN CREDO RIFORMISTA ALTRIMENTI L’ATTO DI FEDE COMPIUTO DAGLI ELETTORI VERSO DI LEI SVANIRÀ COM’È SUCCESSO A MOLTI DEI RECENTI FENOMENI ITALIANI COME RENZI, I 5 STELLE E SALVINI - LE FUTURE ALLEANZE? ANCORA OGGI NON HO CAPITO COSA SIA PASSATO PER LA TESTA DI CALENDA NELL’ULTIMA ORA PRIMA DELLA CHIUSURA DELLE LISTE. E NON SOLO CALENDA CREÒ PROBLEMI. POSSO DIRE DI AVER VISTO NASCERE ELLY SCHLEIN E DI ESSERMI CONFRONTATO SPESSO CON LEI, ANCHE CON QUALCHE RAMANZINA DA VECCHIO PROFESSORE QUALE SONO…”

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Estratto dell’articolo di Giovanni Egidio per “la Repubblica”

 

romano prodi

[…] Romano Prodi […]

 

A giudicare dalle reazioni del giorno dopo, la maggioranza degli osservatori invece è rimasta sbalordita dall’imprevisto successo di Elly Schlein. Lei no?

«[…] il desiderio di cambiamento era più profondo di quel che sembrava […]».

 

Ecco, in molti temono che ora il Pd possa ulteriormente disgregarsi.

«C’è chi lo teme e soprattutto c’è chi lo spera... Ho letto che Maria Elena Boschi ha parlato di nuovi scenari molto interessanti per il Terzo Polo. Spera di prendere pezzi del Pd, ma non credo sia una speranza fondata».

 

romano prodi con elly schlein

E come sarà il Pd targato Schlein?

«Avrà lo stesso problema che avrebbe avuto se avesse vinto Bonaccini: aprirsi ai riformismi. Direi meglio, riformare i riformismi. Lo so che ora tutti guardano alle alleanze, ma è una lettura poco interessante, al momento. Ora per il Pd si tratta invece di coinvolgere tutte le intelligenze che corrono per il Paese […] in un progetto di rilancio. C’è tanta gente che non si sente più rappresentata e nemmeno lontanamente ascoltata […]».

elly schlein 5

 

Poi un giorno però il problema delle alleanze bisognerà porselo...

«Certamente, ma solo quando avrai capito bene chi sei potrai decidere a chi chiedere di condividere un progetto. Anche l’Ulivo, esperienza da tempo conclusa, nacque così. Non andando a chiedere ai partiti, ma andando a risvegliare il riformismo che c’era, anche allora inascoltato, nel Paese. Poi i partiti furono quasi costretti a venirci dietro. Avevamo infinitamente meno mezzi dell’avversario di allora, eppure vincemmo. Se si vuole vincere, la strada è ancora questa».

romano prodi a dimartedi 1

 

Però si potrebbe osservare che nel sottovalutare il problema dell’alleanze, Letta si è giocato le ultime elezioni.

«[…] seguii la vicenda da vicino, e ancora oggi non ho capito cosa sia passato per la testa di Calenda nell’ultima ora prima della chiusura delle liste. E non solo Calenda creò problemi. Credo perciò sia stato profondamente ingiusto il modo in cui si è giudicato l’esito del voto. I mass media si divisero in due metà: la prima a lodare Giorgia Meloni e la seconda a maledire Letta. La genuflessione al potente e la ricerca del capro espiatorio sono caratteristiche della nostra tradizione».

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Quali condizioni invece hanno creato la vittoria di Schlein alle Primarie?

«[…] Voglia di cambiamento, di volti nuovi, di nuove avventure. Qualcuno alla vigilia aveva descritto Bonaccini come usato sicuro, e io penso fosse un complimento […]».

 

Lei rischi non ne vede, rispetto alla tenuta del Pd?

«Il problema del Pd non è la tenuta, come sento spesso ripetere: ma la sua capacità di allargarsi […]».

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[…] La stella di Elly Schlein iniziò a brillare anche con l’iniziativa “siamo più di 101”, cioè a sostegno di Prodi dopo il caso dei franchi tiratori. Che rapporto avete?

«Posso dire di averla vista nascere e di essermi confrontato spesso con lei, anche con qualche ramanzina da vecchio professore quale sono. […]».

 

Se le chiedesse di dare una mano?

«A un antico professore quale sono, non si chiede di tenere un corso di laurea. Al massimo qualche seminario. Magari di economia».

 

[…] Bonaccini ad esempio è stato criticato per aver riconosciuto le capacità di Giorgia Meloni. Secondo lei è stato un errore?

«Ma chi potrebbe definire Meloni un’incapace? Il problema della premier è un altro, cioè riuscire a governare. E questo problema è già evidente. Ho sentito il ministro Piantedosi dire che l’unica soluzione sui migranti è che restino a casa loro. Mi ha ricordato chi, durante il Covid, diceva che ne morivano tanti in ospedale e quindi era meglio lasciarli a casa... Fare opposizione a questo governo non sarà poi così difficile».

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Su quali questioni pensa che Elly Schlein inizierà mandare segnali del suo nuovo corso?

«Il grande tema è quello della giustizia sociale. Che però va perseguita senza interrompere la crescita. La priorità è la redistribuzione del reddito, che ha dentro anche il tema del salario minimo. Poi dovrà rinnovare e non rottamare. Cioè non escludere ma includere nuove intelligenze e capacità. […]».

 

Un consiglio però può darglielo.

elly schlein nicola zingaretti

«[…] nei suoi confronti c’è stato un grande atto di fede, ora sta a lei scrivere e predicare il credo. E dovrà essere un credo riformista, altrimenti l’atto di fede svanirà com’è successo a molti dei recenti fenomeni italiani […] Fiammate improvvise che si ridimensionano subito, alludendo a Renzi, ai 5 Stelle e a Salvini. […]». […]