“FACCETTA ROSSA” – ALDO GRASSO IRONIZZA SU GUIDO CROSETTO CHE HA CEDUTO ALLE INSISTENZE DI FIORELLO E HA INTONATO “BELLA CIAO”  - ALDO CAZZULLO SPIEGA PERCHE’ IL MINISTRO DELLA DIFESA HA CANTATO IL BRANO SIMBOLO DELLA RESISTENZA: "LO HA FATTO PER NON DARE UN DISPIACERE A FIORELLO E POI PERCHE’ E’ DI MARENE, IN PIEMONTE. DALLE SUE PARTI, CHE POI SONO LE MIE, QUANDO INTONAVAMO ‘BELLA CIAO’ DA RAGAZZI NON ERAVAMO NEPPURE SFIORATI DALL’IDEA DI FARE UNA COSA DI SINISTRA. PERALTRO QUEL BRANO I PARTIGIANI NON L'AVEVANO MAI CANTATO…" - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

fiorello fa cantante bella ciao a crosetto 1

 

[…] La faccia di Guido Crosetto. Il ministro della Difesa (fra i fondatori di Fratelli di Italia) ha intonato «Bella Ciao» nel corso di uno show all’Auditorium della Conciliazione per raccogliere fondi per l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ha ceduto alle insistenze di Fiorello e ha intonato il brano simbolo della Resistenza. Faccetta rossa. […]

 

 

PERCHÉ GUIDO CROSETTO HA CANTATO BELLA CIAO

Lettera al “Corriere della Sera”

 

Caro Aldo, mi dispiace che Fiorello si sia prestato a questo scempio: Bella Ciao non è una canzone da fare cantare a Crosetto. Lei che ne pensa?

Emanuele Lario

Guido Crosetto che canta Bella Ciao su invito di Fiorello. Per fare spettacolo? Questa cosa non mi piace. O forse Crosetto è diventato di sinistra?

soldato guido crosetto vignetta by demarco

Marta Tonni

 

 

La risposta di Aldo Cazzullo

 

Cari lettori, Guido Crosetto non ha cantato Bella Ciao (tra l’altro abbastanza bene) perché è di sinistra, ma perché è di Marene. Dalle sue parti, che poi sono le mie, comandava la Resistenza Enrico Martini «Mauri», che non era un bolscevico ma un maggiore degli alpini, e infatti fece tutta la guerra civile con il berretto dalla penna nera; ai suoi ordini aveva il figlio del macellaio di Alba, Beppe Fenoglio, che al referendum del ’46 votò monarchia.

fiorello fa cantante bella ciao a crosetto 2

 

Da quelle parti i fascisti insieme con i tedeschi bruciarono case, violentarono donne, torturarono e fucilarono contro le mura dei cimiteri ragazzi di 18 e 19 anni (tutte le vie attorno al cimitero di Alba sono dedicate a partigiani morti non ancora ventenni). È una storia raccontata in un libro che da quelle parti c’era in tutte le case, «La tortura di Alba e dell’Albese»: l’autore era il vescovo.

 

Quando si poté votare, la Dc superò il 50% (ma in molti paesi anche l’80, il 90); il secondo partito era il partito liberale, il terzo il partito repubblicano; anche gli operai votavano Democrazia cristiana (nelle cui file si è formato appunto Crosetto, che di Marene è stato sindaco). Quando da ragazzi cantavamo Bella Ciao, non eravamo neppure sfiorati dall’idea di fare una cosa di sinistra; era un canto che parlava di resistenza, di fiori, di primavera, di memoria: tutte cose belle. (Peraltro i partigiani, com’è noto, non l’avevano mai cantato).

 

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Condannare il fascismo — non solo le orrende leggi razziali: tutto, dallo squadrismo a Salò, sino alle bombe sui treni — non è una questione ideologica ma etica, e anche estetica. Un liberale un po’ dandy e molto anticomunista, Carlo Fruttero, disse una volta che «i fascisti erano brutti. Tutti neri come corvi, con i teschi, il fez, e in bocca sempre la parola morte». Resta il fatto che nell’Italia di oggi questa è un’attitudine minoritaria, forse non solo nel partito di Crosetto. Il quale in fondo ha cantato anche per non dare un dispiacere a Fiorello.

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