“FOSSE PER ME, IL 25 APRILE DOVREBBE DIVENTARE UNA FESTA EUROPEA” – IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, CARLO NORDIO, OSPITE A “CHE TEMPO CHE FA” LANCIA UNA FRECCIATONA A LA RUSSA: “A VOLTE QUANDO SI PARLA IN PUBBLICO INTERVENGONO TENSIONI CHE POSSONO PORTARE AD AFFERMARE COSE NON CONDIVISIBILI” – LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA “GARANTISTA” E IL CASO ARTEM USS: “IL MIO PROCEDIMENTO NON È UN ATTO DI INTIMIDAZIONE..."
-"Se fosse per me il 25 aprile dovrebbe diventare una festa europea, perché la resistenza non fu un fenomeno esclusivamente italiano."
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) April 23, 2023
Il Ministro della giustizia Carlo Nordio a #CTCF pic.twitter.com/9LsY3kvMUz
1. NORDIO E LA NUOVA GIUSTIZIA "SULLE INTERCETTAZIONI BISOGNA TUTELARE GLI ESTRANEI"
Estratto dell’articolo di Grazia Longo per “La Stampa”
«Entro fine maggio verrà presentato al Consiglio dei ministri un primo pacchetto di riforme relative all'uso delle intercettazioni, poi provvederemo alla separazione delle carriere dei magistrati e al Csm».
Lo ha annunciato ieri sera il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la trasmissione di Rai 3 «Che tempo che fa». Ha inoltre precisato che «nonostante le intercettazioni siano molto utili alle indagini, non devono ledere i terzi estranei al processo. Questi non devono essere coinvolti. […] Se Tizio parla con Caio e cita Sempronio quest'ultimo è senza difesa e il suo nome può finire sui giornali senza che possa interloquire. […] Uno degli obiettivi di questa riforma è evitare che i terzi estranei al processo vengano comunque coinvolti con un vulnus terribile per la loro onorabilità e talvolta anche per la loro salute».
E ancora: «Il primo pacchetto di riforme sarà in senso garantista, che significa enfatizzazione della presunzione di innocenza e certezza della pena una volta che la colpevolezza è stata accertata dal giudice, che non significa necessariamente carcere. In seconda battuta le riforme costituzionali […]».
Il Guardasigilli è intervenuto anche in merito alla celebrazione del 25 aprile […] «Se fosse per me […] dovrebbe diventare non solo festa nazionale ma europea […]. La sconfitta del nazifascismo è un elemento che deve unificare le democrazie».
Nessun imbarazzo per le dichiarazioni di altri esponenti della sua coalizione che non vanno in questa direzione? «Faccio parte di un governo con il quale sono in piena sintonia e ringrazio anche la presidente Meloni per avermi definito l'uomo giusto al posto giusto per quanto riguarda il ministero della Giustizia. Può capitare che alcune affermazioni di altri riflettano un modo di esprimersi che non corrisponde al mio. Ma a volte quando si parla in pubblico intervengono tensioni o emotività che possono portare ad affermare cose non condivisibili».
In merito al caso di Artem Uss, l'uomo d'affari russo evaso il 22 marzo dalla sua lussuosa cascina di Basiglio dove era detenuto ai domiciliari con braccialetto elettronico, all'indomani del primo via libera alla sua estradizione negli Usa Nordio ha confermato quanto sostenuto alla Camera giovedì scorso: «Ho militato nella magistratura per 40 anni e non voglio minare l'autonomia della magistratura. Il mio procedimento disciplinare nei confronti della Corte d'appello di Milano sarà ora valutato dalla procura generale della Cassazione e non è affatto un atto di intimidazione nei confronti dei giudici. È paragonabile all'avviso di garanzia che i pm inviano ai cittadini su cui indagano».
[…] Da garantista qual è, come valuta gli interventi restrittivi del governo tipo quelli contro i rave party e gli ecologisti o il decreto Cutro? «Che la pena sia inefficace come deterrente risulta da analisi storiche e sociali. Molte volte però la legge penale non ha un significato di deterrenza ma di attenzione politica e il governo è attento a combattere il traffico di esseri umani. Occorre maggiore collaborazione a livello europeo e bisogna aiutare i migranti nelle loro terre d'origine». […]
2. I TEMI SUL TAVOLO PRIMO PASSO: RIVEDERE L'ABUSO D'UFFICIO FDI NON VUOLE TENSIONI CON I MAGISTRATI
Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
Il primo tassello della riforma della giustizia sarà l'abolizione (sostanziale) dell'abuso d'ufficio, l'incubo di migliaia di sindaci, e la riforma del reato di traffico di influenze. Poi toccherà alle modifiche alla legge Severino, alle norme sulle intercettazioni e, più in là (più lontano possibile), la madre di tutte le riforme: la separazione delle carriere.
[…] La riforma della giustizia, lo ripetono tutti a Palazzo Chigi, è uno dei pilastri dell'azione di governo. Ma le incognite sono molte e il timore di riaprire una stagione di scontri con la magistratura ha fatto prevalere la prudenza. Così, il ministro Carlo Nordio procede per gradi, capitolo per capitolo, proprio per evitare un impatto troppo violento. Il criterio sarà quello di affrontare le questioni più urgenti, ma soprattutto meno controverse.
L'abuso d'ufficio ha queste caratteristiche. L'urgenza arriva soprattutto dal momento storico: con il Pnrr l'obiettivo è sollevare i primi cittadini dalla cosiddetta «paura della firma», che può pregiudicare l'esigenza di procedere con massima fretta nella realizzazione dei progetti legati ai fondi europei.
[…] L'altro reato finito nel mirino è «il traffico di influenze», che verrà con tutta probabilità modificato perché considerato troppo esposto a interpretazioni arbitrarie dei giudici. Prima dell'estate si potrebbe poi intervenire sulla Legge Severino, per limitare i casi di incandidabilità e di decadenza dall'incarico ai condannati in via definitiva e non già in primo grado.
Gli occhi di tutti, però, sono puntati sulla separazione delle carriere, «è un nostro obiettivo», dice a La Stampa il vicepremier Antonio Tajani. Il programma del centrodestra prevede questa riforma, che al momento è in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Sisto, davanti alle proteste degli avvocati per la timidezza riformatrice dell'esecutivo, ha risposto: «Il ministero farà la sua proposta entro il 2023». Frasi concordate con Nordio.
Anche in Parlamento, nonostante la pressione di Forza Italia, le cose vanno a rilento e i segnali che FdI ha mandato vanno nella direzione di frenare. La considerazione è più politica che giuridica: per fermare questo progetto parte della magistratura è pronta a fare le barricate. «Questa riforma richiede tempi più lunghi», dice Nordio. Per questioni costituzionali, ma anche di opportunità.