“A GENOVA LO STATO HA TRADITO LA FIDUCIA DEI CITTADINI” – IL MESSAGGIO DI DRAGHI NEL GIORNO DEL TERZO ANNIVERSARIO DEL CROLLO DEL PONTE MORANDI: “CON IL VIADOTTO SONO CROLLATE ANCHE LE FONDAMENTA DEL VIVERE CIVILE, ALLA BASE DELLA NOSTRA COMUNITÀ” – MARTA CARTABIA SI COMMUOVE: “SONO QUI DA MADRE PER SENTIRE ANCHE IO SULLA MIA PELLE LO STRAZIO DI QUELLE MADRI PER CUI IL TEMPO SI È FERMATO 3 ANNI FA”. E POI RASSICURA I PARENTI DELLE VITTIME: “LA MIA RIFORMA NON METTE A RISCHIO IL PROCESSO” - VIDEO
-Marco Conti per “il Messaggero”
«A Genova, lo Stato ha tradito la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti delle istituzioni. Con il Ponte Morandi sono crollate le fondamenta del vivere civile, che è alla base della nostra comunità». Parole nette quelle che Mario Draghi sceglie per ricordare perché tre anni fa è crollato il ponte che univa la città ligure. Il presidente del Consiglio premette di non voler «entrare nel merito della vicenda giudiziaria, che farà il suo corso», e si dice anche «consapevole che qualsiasi messaggio non può riportare in vita i vostri cari né cancellare il vostro dolore e quello di tutta la città».
Eppure, sottolinea Draghi, quel giorno insieme al Ponte è crollata la fiducia nei confronti delle istituzioni dentro le quali non c'è spazio per distinguo. «Voglio però riaffermare l'impegno del Governo affinché non si verifichino mai più eventi così tragici e dolorosi», prosegue il messaggio del premier che poi cita, come modo per ripristinare la fiducia tra cittadini e istituzioni, «la realizzazione del viadotto San Giorgio».
«Dobbiamo progettare con lungimiranza, costruire con rapidità e attenzione, manutenere con cura», conclude il presidente del Consiglio, che infine saluta e ringrazia «il sindaco di Genova, Marco Bucci, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il senatore a vita Renzo Piano e tutti coloro che sono stati coinvolti in quest' opera».
In quel «dobbiamo progettare con lungimiranza, costruire con rapidità e attenzione» non c'è nessun riferimento alle opere di modernizzazione previste nel Pnrr, ma per Draghi questa è la scommessa principale del Paese che per troppo tempo si è cullato nell'illusione della decrescita felice e del reddito sganciato dal lavoro.
Tra le narrazioni false c'è anche quella contro la quale la ministra Cartabia, anche ieri, proprio da Genova, si è scagliata. Ovvero che con la riforma del processo penale si sarebbe prescritto anche il processo sul Ponte Morandi. «Non c'è mai stato rischio di prescrizione per il processo sul Ponte Morandi, almeno per i reati più gravi», ha sottolineato la ministra che ha incontrato i familiari prima in chiesa poi nella piazza del Memoriale, proprio sotto al pilone 9 che, secondo le ricostruzioni, ha innescato il crollo.
«Non c'è mai, mai stato alcun rischio per il processo sul crollo del Ponte Morandi - ha ripetuto - non solo il processo del Morandi, ma anche tutti i processi che riguardano altri gravi disastri o qualunque altra vicenda umana, debbono essere portati a termine».
Ai familiari delle vittime la Cartabia ha rinnovato «l'impegno per garantire ogni supporto perché il loro e il nostro bisogno di giustizia trovi piena e tempestiva risposta». «Bisognerebbe riflettere più di una volta prima di diffondere opinioni che gettano allarme e che gravano di ulteriore peso chi già porta un grande dolore». Il riferimento a quanto affermato a metà luglio di Giuseppe Conte è evidente e colpisce.
LA SFIDA
A tre anni dal crollo, sono iniziati anche i lavori per la realizzazione del Memoriale che verrà costruito nell'area dove c'era il pilone 9 del Ponte Morandi e che, a suo tempo, era occupata da una rimessa di mezzi dell'azienda municipalizzata dei rifiuti. Alla cerimonia in ricordo delle 43 vittime, oltre al sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, i ministri alle Infrastrutture Enrico Giovannini e alla Giustizia, una rappresentanza dei familiari delle vittime del crollo, e l'architetto Stefano Boeri, progettista del Memoriale.
Intervenendo alla cerimonia è toccato al ministro Giovannini chiedere di sostenere con il voto «il grande piano di investimenti» con cui il Governo vuole mettere in sicurezza tante infrastrutture che sentono il peso degli anni e in alcuni casi devono essere abbattute e rifatte». Giovannini ha poi annunciato l'intenzione di avviare «tavoli anche con gli altri presidenti di Regione per programmare i prossimi investimenti, non solo quelli di competenza dello Stato, ma anche quelli di competenza delle Regioni e dei Comuni, perché ci sono i fondi comunitari che non sono il Pnrr e bisogna prendere delle decisioni in modo coordinato e sistemico».