“IO ALLA FINE MOLLERÒ PER QUESTO” – GIORGIA MELONI DIVENTA UNA FURIA CON LA “TALPA” CHE HA SPIFFERATO LA STRATEGIA DI FDI PER IL VOTO DEI GIUDICI DELLA CORTE COSTITUZIONALE (SI VOTA MARTEDÌ 8, IL CANDIDATO DELLA PREMIER È FRANCESCO SAVERIO MARINI). E NELLA CHAT DEI PARLAMENTARI APRE LE VALVOLE: “FARE ’STA VITA PER FAR ELEGGERE ’STA GENTE ANCHE NO. E L’INFAMIA DI POCHI ALLA FINE MI COSTRINGE A NON AVERE PIÙ RAPPORTI CON I GRUPPI. MOLTO SCONFORTANTE DAVVERO” – LA BATTUTACCIA SU SALVINI: “PENSAVO SAREMMO TORNATI AL DORSO DI MULO E INVECE CI SONO ANCORA I TRENI..."
Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
Quella chat uscita sui siti in cui venivano convocati i parlamentari di Fratelli d’Italia per martedì per eleggere il nuovo giudice della Corta Costituzionale proprio non le è andata giù. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non sopporta che i panni del partito vengano lavati in piazza, tanto più se si rischia di bruciare un candidato alla Consulta dopo mesi di stallo e votazioni a vuoto.
Così, poche ore dopo, la premier si sfoga con i suoi parlamentari: “Io alla fine mollerò per questo”. E, ancora, rivolgendosi alle talpe nel partito: “L’infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi”. Bum.
Tutto inizia di buon mattino. Alle 11.30 i capigruppo di Camera e Senato Tommaso Foti e Lucio Malan scrivono nelle chat dei parlamentari di Fratelli d’Italia un messaggio semplice e inequivocabile: “Attenzione, martedì 8 ottobre, ore 12.30, indispensabile la presenza di tutti al voto per la Corte costituzionale. Eventuali missioni vanno rimandate o annullate”.
Negli stessi minuti fanno lo stesso i capigruppo di Lega e Forza Italia […]. Tutti si preoccupano che la maggioranza sia al completo. Dopo sette votazioni a vuoto per la Consulta, l’ottava sarà quella buona: l’accordo in maggioranza sul nome – uno tra il consigliere giuridico della premier Francesco Saverio Marini e il segretario generale di Palazzo Chigi Carlo Deodato – è stato trovato.
Peccato che pochi minuti dopo sui siti esca il messaggio di FdI. Meloni va su tutte le furie, teme che i nomi in lizza vengano bruciati. E comunque non sopporta l’idea che i messaggi privati diventino pubblici.
Così alle 16.17 la premier scrive nelle chat dei parlamentari un messaggio molto duro che Il Fatto è in grado di rivelare: “Io alla fine mollerò per questo –dice arrivando a minacciare le dimissioni – Perché fare ’sta vita per far eleggere ’sta gente anche no”. Meloni si riferisce alla “talpa” che avrebbe fatto uscire il messaggio sui giornali. Aggiunge: “E l’infamia di pochi alla fine mi costringe a non avere più rapporti con i gruppi. Molto sconfortante davvero”.
A quel punto intervengono altri esponenti di governo per sostenere la premier. La sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro scrive: “Immagino come ti senti”. […] A dare manforte alla premier è anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che ci va giù pesante con la “talpa”: “Be’, però penso che lavorandoci un po’ gli o l’infame si trova”.
Replica Meloni: “Questo è ovvio – dice intimidatoria – pensi che non lo sappia già? Ma non cambia la natura delle cose”. Il deputato Salvatore Deidda le consiglia di “non mollare”: “Io spero che chi sia stato faccia ammenda e capisca che ci sta danneggiando continuamente”. La presidente del Consiglio risponde ancora più dura: “Ma quale ammenda, c’è gente che per una citazione sul giornale si vende la madre. Solo non capisco come facciano a stare con noi che siamo sempre stati tutt’altro. Detto questo mi taccio prima che esce qualcosa pure da qui”.
A quel punto la conversazione, che Il Fatto ha letto, diventa scherzosa ma non meno interessante. Interviene il viceministro ai Trasporti Galeazzo Bignami: “Ma quindi non posso mandare i messaggi di questa chat? Mannaggia. Avevo già pronta la foto di ricompensa...”, ironizza. I toni diventano scherzosi arrivando a prendere in giro il vicepremier Matteo Salvini per i disservizi dei treni.
“Comunque – scrive Deidda, presidente della commissione Trasporti – hai notato che con me e Galeazzo come funzionano i trasporti? Impeccabili”. Meloni inizialmente non capisce l’ironia, poi scherza: “Ah sì, il blocco della linea. Ma sono molto soddisfatta invece. Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni”.
Non proprio un complimento nei confronti di Salvini e della sua gestione dei trasporti. Pioggia di “mi piace”. Interviene il deputato Marco Osnato: “Tutto per non far dire che con noi i 'i treni arrivano in orario’! Bravi, strategia geniale...”. […]