“IO L’ACCORDO L’AVREI FATTO MA SPETTA AL SINDACO SCEGLIERE IN CHE MODO RAGGIUNGERE L’UNITÀ DEL CENTRODESTRA” - SBOARINA RIFIUTA L’ACCORDO CON TOSI A VERONA E TIRA DRITTO. LA RUSSA SPIEGA PERCHÉ ERA IMPORTANTE L’INTESA CON l’EX SINDACO SCERIFFO – “NON È ACCETTABILE ESSERE TRATTATI COME DEI PARIA, È INDISPENSABILE PARI DIGNITÀ”, INSISTE TOSI - E INTANTO LO SFIDANTE DI CENTROSINISTRA DI SBOARINA, DAMIANO TOMMASI FA IL TOUR A PIEDI DEI QUARTIERI E ORGANIZZA UN TORNEO DI CALCETTO E UNO DI BEACH VOLLEY…
-Riccardo Bruno per corriere.it
Non si è fatto tentare neppure dalle sirene romane. Il sindaco uscente di Verona Federico Sboarina si è legato al suo rifiuto di apparentamento con Forza Italia e con il neoacquisto berlusconiano Flavio Tosi, e tira dritto per la sua rotta. Piccolo passo indietro: dopo il primo turno, Damiano Tommasi, il candidato di un centrosinistra mai così compatto, è arrivato a sorpresa primo con il 39,8%; staccato di sette punti Sboarina (sostenuto da Fratelli d’Italia e Lega). Terzo, con un pacchetto di voti di tutto rispetto (23,9%) Flavio Tosi, sindaco dal 2007 al 2017, appoggiato dalle sue liste e da Forza Italia. Sintesi in vista del ballottaggio: il centrodestra unito può battere Tommasi.
Così Sboarina il giorno dopo ha aperto a Forza Italia ma non a Tosi, suo acerrimo nemico. E Tosi lo ha spiazzato aderendo al parito di Berlusconi, con conferenza stampa a Roma, cena serale ad Arcore bagnata dal Lambrusco, e offerta ufficiale di apparentamento.
Sboarina ci ha pensato un giorno e poi ha sbattuto la porta. Inutile il pressing di Meloni e Salvini. Venerdì ha ribadito: «Non è una chiusura alla costruzione di un percorso comune per arrivare ad un centrodestra veramente unito al ballottaggio. È un no al tecnicismo e alle logiche che sanno poco di dialogo con le persone». In caso di vittoria, infatti, i consiglieri andrebbero divisi tra tutte le liste apparentate, e ai tosiani spetterebbero ben 9 posti su 22. A Roma, i vertici di FdI (a cui Sboarina ha aderito l’anno scorso) prendono atto e cercano di raffreddare gli animi. «Personalmente io l’accordo l’avrei fatto ma spetta al sindaco determinare in che modo raggiungere l’unità del centrodestra — osserva Ignazio La Russa —. Nella stragrande maggioranza dei casi gli apparentamenti sono politici e non formali.
Sboarina ha fatto una scelta di sostanza e non di comunicazione, e ha invitato a mobilitarsi per far vincere il centrodestra. Se si condivide il progetto, poi è implicito che si condivideranno pure gli uomini, anche nella formazione della squadra». Conferma Ciro Maschio, coordinatore provinciale di FdI: «Noi ci rivolgiamo agli elettori alternativi alla sinistra, che in città sono il 60%. E teniamo aperto il dialogo con tutti i partiti del centrodestra».
Ma Tosi ha ribadito che non è interessato a un appoggio non suggellato da un accordo che andrebbe perfezionato entro oggi. «Non è accettabile essere trattati come dei paria, è indispensabile pari dignità» dice l’ex sindaco sceriffo, che sembrava lo sconfitto del primo turno e invece è riuscito a tornare al centro della scena. La Lega veronese, uscita malconcia dal voto (solo un risicato 6,6%), fa buon viso a cattivo gioco. «Ha fatto bene Sboarina? Non mi metto nei suoi panni, rispetto la sua decisione — commenta laconico Roberto Mantovanelli, vicesindaco designato per il Carroccio —. È vero che i vertici nazionali erano unanimi su cosa fare, ma sono state fatte valutazioni locali, considerando alcune difficoltà che vengono da lontano. E poi non si voleva dare l’impressone di una manovra di palazzo. Il nostro compito adesso è concentrarci nel portare più gente possibile al voto».
Nel frattempo Tommasi, l’ex calciatore che ha mostrato di sapersi muovere anche in campo politico, prosegue nella sua campagna fatta di incontri e niente comizi, ascolto e zero slogan. Da giovedì è partito per un giro degli otto quartieri cittadini, rigorosamente a piedi. Oggi la sua coalizione ha organizzato un torneo di calcetto e uno di beach volley. Lui ostenta sicurezza: «Preoccupato per il ballottaggio? Mai stato così sereno».