“ISRAELE È UNO STATO TERRORISTA, HAMAS STA PROTEGGENDO LA SUA PATRIA” – IL PRESIDENTE TURCO, RECEP TAYYIP ERDOGAN, IERI HA AVUTO UNA TELEFONATA DI FUOCO CON GIORGIA MELONI. NELLA CONVERSAZIONE, SECONDO PALAZZO CHIGI, SI È “RIAFFERMATA LA VOLONTÀ DI CONTRIBUIRE ALLA STABILITÀ DELLA REGIONE”. MA I RESOCONTI DI ANKARA SONO DIVERSI E SI CONCENTRANO SUGLI STRALI DI ERDOGAN. CHE HANNO SCATENATO LA REAZIONE DEL PREMIER ISRAELIANO, NETANYAHU: “LUI BOMBARDA VILLAGGI TURCHI ENTRO I CONFINI DELLA TURCHIA, NON ACCETTIAMO LE SUE PREDICHE”
-Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”
Una telefonata delicatissima e dai toni alti. Giorgia Meloni e Recep Tayyip Erdogan hanno fatto il punto della situazione sulla guerra in Medio Oriente. I resoconti del colloquio […] però variano a seconda delle fonti. Se da Palazzo Chigi si sottolinea che nella conversazione, definita «articolata», si è «riaffermata la volontà di contribuire alla stabilità della regione», da Ankara arrivano altre versioni.
Erdogan, infatti, avrebbe chiesto all'Italia un impegno per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza, cosa che Roma non ha mai chiesto, almeno in maniera esplicita, per poi passare all'attacco di Israele definito «Stato terroristico».
Meloni ha auspicato «un rapido decremento del conflitto, che non si deve allargare al resto della regione, e ha sottolineato il ruolo cruciale che ha in questo contesto la Turchia», dice una nota della presidenza del Consiglio.
[…] Erdogan ha utilizzato toni durissimi. Secondo quanto riferito dai canali ufficiali della presidenza turca nel sottolineare che «le atrocità contro i Territori palestinesi si stanno aggravando», il presidente turco ha avvertito che Ankara lavorerà «per punire Israele, che ha commesso crimini di guerra, nei tribunali internazionali».
Israele […] «è uno Stato terrorista, mentre Hamas sta proteggendo la sua patria ed è un partito politico che ha vinto le elezioni, quindi legittimo, è un gruppo composto da combattenti della resistenza che lottano per proteggere la loro patria e le loro vite».
Parole talmente estreme da suscitare una risposta dal premier israeliano Benjamin Netanyiahu: «Lui stesso bombarda villaggi turchi entro i confini della Turchia, non accettiamo le sue prediche». [...]