“IL ‘TEMPO DELLE MELE’ (ANZI DEI MELONI) TRA MUSK E MELONI CI FA SOGNARE” – “IL FOGLIO”: “IN CASO DI SVILUPPI, MUSK SI TROVERÀ BENE NELLA ROMA PRE GIUBILARE? ASCOLTERÀ I CONSIGLI DI ROBERTO D’AGOSTINO?” – “ELON A ROMA, CHE TITOLO SAREBBE. COI SOLITI CLASH CULTURALI, SAREBBE IL PERFETTO E DEFINITIVO 'MARZIANO', NEL SENSO DI FLAIANO. RISOLVERÀ IL TRAFFICO ROMANO COI SUOI TRENI SOTTERRANEI MAGNETICI (O VERRÀ FERMATO DAI RICORSI AL TAR DEGLI IMPIEGATI ATAC IN MALATTIA?)” – “E IL PÒRO GIAMBRUNO? CON LA SUE PORSCHE E 500 ABARTH ROMBANTI, CIUFFO BRIANZOLO CONTRO CIUFFO SILICONVALLICO, SOFFRIREBBE QUEL RIVALE CON LA SILENZIOSA TESLA?"
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Estratto dell’articolo di Michele Masneri per “il Foglio”
“We are not dating”, smentisce (serio) Elon Musk sul suo X non conoscendo l’antica massima di Giulio Andreotti, una smentita è una notizia data due volte. “Non abbiamo una storia”, dice Musk, a proposito del sogno che tutti abbiamo fatto, Elon e Giorgia, dopo lo sketch del premio all’Atlantic Council a New York, di solito serata pallosissima ma che Elon e Giorgia smaglianti come Ryan Gosling ed Emma Stone in un "La La Land" sovranista hanno trasformato in una specie di "Tempo delle mele" (anzi dei meloni) transatlantico, che, ammettiamolo, ci fa sognare.
E carezze, sguardi, “eye contact”, lei più spigliata, lui con la goffaggine del nerd siliconvallico contro cui i fantastiliardi non possono nulla. “Più bella dentro che fuori”, ha detto pure lui consegnandole il premio, poi scappando via dal podio, come un adolescente timidone.
Lei invece con tutta la storia di Michael Jackson, le cui canzoni le hanno insegnato l’inglese (forse preparata dai migliori sceneggiatori di Cinecittà, riconciliati dopo le polemiche del tax credit?). Oggettivamente, […] la miglior performance che un primo ministro italiano abbia mai realizzato in America […].
Adesso invece siamo simpaticissimi. […] soprattutto a Elon. E allora ci chiediamo: in caso di sviluppi, si troverà bene nella Roma pre giubilare? Ascolterà i consigli di Roberto D’Agostino? Non essendoci più i salotti, che farà? Chi vedrà? […]
Elon a Roma, che titolo sarebbe. Coi soliti clash culturali, fettuccine, Alfredo o non Alfredo, monetine a Fontana di Trevi […]. E poi Elon con i suoi viaggi spaziali sarebbe il perfetto e definitivo “marziano”, nel senso del nostro solito e adorato Flaiano[…].
Andrebbe certamente in tv, e già ci immaginiamo dopo qualche "Porta a Porta" istituzionale, lunghi segmenti a “È sempre CartaBianca”, a concionare un po’ in quella dimensione bluastra con Mauro Corona e Nonna Silvi e Berlinguer illuminata da un fascio di luce bianca che neanche gli abbaglianti della Tesla.
Forse porterebbe benefici a sé e al Paese: risolverà il traffico romano coi suoi treni sotterranei magnetici (o verrà fermato dai ricorsi al Tar degli impiegati Atac in malattia?). […]
[…] E il pòro Giambruno? Con la sue Porsche e 500 Abarth rombanti, ciuffo brianzolo contro ciuffo siliconvallico, soffrirebbe quel rivale con la silenziosa Tesla? E la pòra Ginevra? Andrà d’accordo coi fratellastri in utero e non? Soffrirà traumi culturali? I figli muskiani non dovrebbero aver problemi al Torrino, l’enclave dell’Eur tipo Beverly Hills dove abita Meloni tra Suv e sciure nei beauty center.
[…]. E se invece Giorgia andasse lei in California? Lei come "la" Loren, Elon il suo Carlo Ponti? Lei col suo inglese già perfetto, lei già abituata ai grandi spazi della natìa Camilluccia e appunto dell’Eur fatale... Tornerebbe con tappetino da yoga, piena di sensibilità ecologiche e di diritti, in un centrodestra a quel punto affollatissimo, tra nipoti Mussolini e Pascale, sulle questioni Lgbtq+? Però intanto per favore non svegliateci. Fateci sognare ancora un po’. […]