“LE MALVINE ERANO, SONO E SARANNO ARGENTINE” – A 40 ANNI DAL CONFLITTO PER LA SOVRANITÀ DELLE FALKLAND-MALVINAS, IL PRESIDENTE DELL’ARGENTINA ALBERTO FERNÁNDEZ RIAPRE LA QUESTIONE, DEFINENDO “LEGITTIMA LA RIVENDICAZIONE PACIFICA E DIPLOMATICA DELLA SOVRANITÀ SULLE ISOLE” – PER LONDRA L’AFFARE È ARCHIVIATO DA TEMPO, MA PER GLI ARGENTINI SI TRATTA DI UNA CONTROVERSIA MAI CHIUSA. E SCATTANO I PARALLELISMI CON IL CONFLITTO IN UCRAINA: “IL GOVERNO BRITANNICO STA VIOLANDO L'INTEGRITÀ TERRITORIALE DELL'ARGENTINA DA 189 ANNI…”
-Chiara Bruschi per “il Messaggero”
L'annoso contenzioso sulla sovranità delle isole Falkland-Malvin riaccende gli animi tra Londra e Buenos Aires nel 40esimo anniversario della guerra con cui il 2 aprile 1982 la prima ministra Margaret Thatcher aveva respinto l'esercito del generale Leopolodo Galtieri.
A esprimersi con un tweet è stato il presidente Alberto Fernández che ha definito «legittima» la rivendicazione pacifica e diplomatica della sovranità sulle isole» non solo questo 2 aprile, «ma ogni giorno». «Le Malvine erano, sono e saranno argentine!», ha concluso.
Il ministro degli Esteri di Buenos Aires Santiago Cafiero, sul quotidiano britannico The Guardian, ha sottolineato l'importanza di non affidare all'esito di una guerra la risoluzione di «una controversia riconosciuta dalla comunità internazionale. Ciò - ha assicurato - costituirebbe un pericoloso precedente». Per Cafiero il conflitto del 1982 non ha alterato la natura della controversia tra i due Paesi, che è ancora in attesa di un negoziato e di una e soluzione.
Il ministro ha poi citato i 16 anni di trattative andate a vuoto che hanno preceduto il conflitto: «I due governi - ha concluso nel suo intervento - condividono valori fondamentali e una visione di un ordine mondiale basato su regole. Eppure, nell'agenda dell'Atlantico meridionale ci comportiamo come se il conflitto fosse accaduto ieri». E dal canto suo Londra non sembra intenzionata a entrare nel merito di una questione che reputa chiusa da tempo.
IL PREMIER Queste le parole del primo ministro Boris Johnson su Twitter: «Questa primavera ringraziamo e ricordiamo tutti coloro che hanno combattuto e sono morti per liberare queste isole e la loro gente. Il nostro impegno verso di loro è saldo come lo era nel 1982». Un messaggio al quale ha fatto eco anche la ministra degli Esteri Liz Truss, che ha parlato di «invasione illegale» da parte dell'Argentina e ha rimarcato come le isole siano «parte della famiglia britannica»: «difenderemo sempre il loro diritto all'autodeterminazione», ha concluso. Nella questione è finita anche l'Ucraina, che è stata oggetto di parallelismi da ambo le parti.
Nei giorni scorsi Ben Wallace, ministro della Difesa britannico, aveva paragonato Putin e l'invasione dell'Ucraina a quello che il generale Galtieri aveva fatto nel 1982 ma alcune ore fa è stato un altro esponente del governo Fernandez, Guillermo Carmona, a citare Kiev invertendo però i ruoli. Carmona ha lodato la posizione di Londra che ha condannato veemente Mosca ma, ha aggiunto, «nello stesso tempo il governo britannico sta violando l'integrità territoriale dell'Argentina da 189 anni». Quasi due secoli di contenzioso che Galtieri aveva tentato di forzare con le sue truppe scatenando la dura reazione del governo conservatore.
Il conflitto scoppiato il 2 aprile 1982 si era concluso il 14 giugno a favore di Londra, con 1000 morti da ambo le parti. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state riallacciate nel 1990 e nel 2013 un referendum - al quale ha partecipato il 92% della popolazione delle isole - si è concluso con quasi plebiscito: il 99.8% dei votanti si è detto favorevole a rimanere territorio britannico d'oltremare. Una votazione che Buenos Aires tuttavia non ha mai riconosciuto. Il tema è permanente all'ordine del giorno del Comitato di decolonizzazione dell'Onu che, annualmente, invita le parti a trovare una soluzione pacifica della disputa.