“MARIO DRAGHI E’ TRA CANDIDATI A DIVENTARE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO” - ANCHE IL “FINANCIAL TIMES” SI SVEGLIA E REGISTRA LE VOCI CHE DA QUALCHE MESE SI AGITANO INTORNO A MARIOPIO - TRA GLI ALTRI NOMI IN BALLO PER IL POSTO CI SONO LO SPAGNOLO PEDRO SÁNCHEZ E LA DANESE METTE FREDERIKSEN: "A DIFFERENZA DI DRAGHI, ENTRAMBI I LEADER SONO AFFILIATI AI GRANDI PARTITI POLITICI EUROPEI, UN FATTORE IMPORTANTE NELLE NOMINE DELL'UE. LA MANCANZA DI AFFILIAZIONE PARTITICA POTREBBE OSTACOLARLO”
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(ANSA) - BRUXELLES, 09 GEN - L'intenzione di Charles Michel di dimettersi anticipatamente dalla carica di Presidente del Consiglio europeo ha dato il via alle trattative per i posti di vertice dell'Ue, con l'ex primo ministro italiano Mario Draghi indicato da alcuni "come uno dei principali candidati" per succedere a Michel. Lo scrive il Financial Times.
"È difficile prevedere la sequenza degli accordi per occupare i posti di vertice dell'Ue, che dipendono anche dall'esito delle elezioni europee", nota il quotidiano della City di Londra. Che precisa. "Una fonte vicina a Draghi ha dichiarato che non è in cerca di alcun ruolo di primo piano nel blocco".
"È improbabile che dica di no se glielo si chiede seriamente ma non si farà strada a gomitate", ha detto all'FT Nathalie Tocci. Venerdì, a Bruxelles, l'ex presidente del Consiglio italiano "informerà i membri della Commissione" sul lavoro iniziale del rapporto sulla competitività dell'Ue, la cui pubblicazione è prevista dopo le elezioni europee. Tra gli altri nomi che sono stati ventilati per il posto al Consiglio Europeo, secondo l'Ft, ci sono lo spagnolo Pedro Sánchez e la danese Mette Frederiksen.
"A differenza di Draghi, entrambi i leader sono affiliati ai grandi partiti politici europei, un fattore importante nelle nomine dell'Ue. La mancanza di affiliazione partitica di Draghi 'lo ostacolerà', ha dichiarato un diplomatico europeo".
"Se da un lato l'ampio curriculum di Draghi gli garantirebbe una forte presenza al tavolo del vertice, dall'altro le sue posizioni schiette sulle politiche, tra cui l'integrazione fiscale, potrebbero irritare paesi come la Germania, che tradizionalmente hanno una visione opposta", nota ancora il quotidiano. "'È troppo politico', ha dichiarato un funzionario dell'Ue informato sulle discussioni. 'L'equilibrio [al tavolo del vertice] non è giusto'".