“IN MATERIA DI CORONAVIRUS DOVREBBE USARE LA DECENZA DEL SILENZIO” – IL GOVERNATORE SARDO SOLINAS REPLICA A SALA: “NESSUNO HA CHIESTO PATENTI DI IMMUNITÀ, MA UN SEMPLICE CERTIFICATO DI NEGATIVITÀ” – ZAIA: “NESSUNO PUÒ USCIRNE COME UN UNTORE, MA COMPRENDO LE ANSIE DI SOLINAS”. LE ELEZIONI A LUGLIO CHE NON CI SARANNO? “SARÀ TUTTO APERTO TRANNE I SEGGI. È UNA SOSPENSIONE DELLA DEMOCRAZIA…”

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1 – «DICO SÌ AI LOMBARDI I TEST SERVONO SOLO PER I PIANI SANITARI»

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

luca zaia

 

«Sono convinto che si debba ripartire insieme. Del resto, non è che il virus si fermi a Sirmione o a Peschiera...». Luca Zaia, il governatore veneto, non chiederà test a chi entra nella sua regione, come invece farà il presidente sardo Christian Solinas.

 

Lei che è l' uomo dei tamponi, che ne dice?

LUCA ZAIA

«I test ci servono per fare i piani di sanità pubblica. Però, sono una fotografia che vale nel momento in cui viene scattata. Secondo gli esperti, i tamponi rilevano la positività dopo 7 giorni dal contagio: io posso essere negativo al momento della prova e ammalarmi tre giorni dopo».

 

Presidente, io sono lombardo. Dal 3 giugno potrò entrare in Veneto?

luca zaia sex symbol

«Certo. Ma comprendo le ansie di Solinas. Parlare è facile ma una responsabilità non si prende alla leggera. Però, nessuno può uscirne come un untore. Mi metto nei panni di un lombardo, non troverei corretto che qualcuno mi trattasse da agente di contagio».

 

Il presidente Fontana ha ricevuto minacce tali da dover essere scortato. Lei teme per l' animosità delle persone?

LE MINACCE AD ATTILIO FONTANA

«Una cosa da matti. Esprimo solidarietà a Fontana, sta subendo una violenza gravissima. Dopo una battaglia così dura, essere presi di mira da degli esaltati».

 

Il clima però è pesante...

«Del resto, cosa rischia chi minaccia? Il Parlamento fa leggi anacronistiche, chi minaccia temo se la cavi con un buffetto. E così, si legittimano coloro che, impuniti, dicono che i politici sono tutti corrotti, i preti tutti pedofili, i giudici tutti politicizzati, i medici tutti venduti a Big Pharma . È il modo migliore per far sprofondare un paese, delegittimarne le istituzioni».

 

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

Un giudizio sui punti per la ripresa annunciati dal premier Conte?

«Io mi sforzo di non fare polemica. Però, scusi: lui non è arrivato ieri, martedì saranno due anni. Mi aspetterei qualcosa più che non i propositi. Tra l' altro, io sono arci convinto della necessità di un cambio di paradigma. Ma non dimentico che noi viviamo di manifattura: la prima cosa che ci chiedono queste imprese è di non complicare gli affari semplici».

 

Il premier ha anche invitato a investire.

BONACCINI MANGIA A UN GIORNO DA PECORA

«Spero lo si faccia. Noi veniamo tenuti sotto scacco per il debito, ma i tassi non sono quelli dei primi anni '90, il costo del denaro è quasi zero. Sarebbe il caso di non farci sfuggire l' occasione».

 

Lei e il suo collega dell' Emilia-Romagna, Bonaccini, siete tra i politici più stimati. Qualcuno si spinge ad immaginare tra voi una sfida per la premiership.

«C' è sempre qualcuno che ha nulla da fare e immagina robe strane. Io ho ottimi rapporti con tutti i presidenti, in particolare con quelli delle regioni confinanti al Veneto».

 

Presidente, pare che le elezioni regionali a luglio da lei richieste non ci saranno. Ci ha rinunciato?

luca zaia in conferenza stampa con francesca russo

«Una cosa raccapricciante. La proposta di aprire la finestra a luglio è scomparsa, il governo ha annunciato un accordo con le regioni che invece è una bugia, si dovranno chiudere e sanificare le scuole appena aperte. E noi non voteremo. Mai successo neanche in guerra. Perché? A luglio, con le dovute cautele, sarà tutto aperto tranne i seggi. Per me, è una sospensione della democrazia. E infatti, noi presidenti abbiamo scritto una lettera a Mattarella nelle sue vesti di garante della Costituzione».

conte zaia

 

 

2 – «CE NE RICORDEREMO». «STIA ZITTO» SALA E LA SARDEGNA, LITE SULLE VACANZE

Andrea Senesi per il “Corriere della Sera”

 

beppe sala al mare

«Ce ne ricorderemo al momento giusto», «abbia la decenza di stare zitto». Quasi una lite da saloon, consumata intorno a uno dei temi più sacri per gli italiani e più caldi in queste settimane di post-quarantena: le vacanze. Protagonisti, da un lato, il sindaco di Milano Beppe Sala (centrosinistra) e, dall' altro, il governatore della Sardegna Christian Solinas (centrodestra).

 

christian solinas

Il primo colpo parte da Milano e colpisce di sponda i presidenti di Sicilia e soprattutto Sardegna, «colpevoli» di pretendere un patentino d' immunità per i turisti lombardi in arrivo sulle loro spiagge. Da Palazzo Marino, dallo studio da cui ogni giorno dall' inzio della pandemia il sindaco registra il suo «buongiorno» ai milanesi, parte l' attacco: «Alcuni presidenti di Regione dicono che per noi ci vuole una patente d' immunità? Io però, e parlo da cittadino più che da primo cittadino, quando poi deciderò dove andare per un weekend o per una vacanza, me ne ricorderò».

 

beppe sala 19

La risposta da Cagliari arriva nel giro di pochi minuti. «Sala in materia di coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia», la bordata del presidente sardo Solinas, che poi precisa la sua posizione «sanitaria»: «Nessuno ha chiesto improbabili patenti di immunità, ma un semplice certificato di negatività. Con la mia proposta anche un cittadino di Milano potrebbe godersi da subito le vacanze in Sardegna facendo un semplice test che ne certifichi la negatività al virus al momento della partenza».

 

beppe sala e le frecce tricolori

La rissa sulla linea Milano-Cagliari non finisce qui. Controreplica di Beppe Sala: «Ho parlato a titolo personale, ma non tiro indietro la mano: io non andrei in vacanza laddove fosse richiesto un test di negatività al virus. A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienza. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese». L' ultimo round si consuma nello studio del Tg La7 , dove però i toni di Sala si stemperano per farsi quasi accorati: «Qui abbiamo sempre accolto tutti da ogni parte d' Italia e in un momento in cui noi milanesi e lombardi siamo in difficoltà, sentirci trattati da untori non è bello».

 

christian solinas 1
beppe sala giustiziere dei navigli

«E poi di cosa esattamente si starebbe parlando? Di un tampone? Di un test pungidito? Di un prelievo? Ci vuole chiarezza». Nella contesa tra i due litiganti si era inserito, poche ore prima, il presidente dell' Anci Sardegna, Emiliano Deiana: «Non c' è nessun astio verso milanesi, lombardi, veneti, liguri, piemontesi, emiliano-romagnoli né verso le loro meravigliose comunità che da anni vengono in vacanza da noi. Ma non c' è nemmeno nessuno, in Sardegna, che piega la testa ed espone all' insicurezza i cittadini perché qualcuno minaccia di passare altrove il proprio weekend alternativo». Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris aveva preso partito: «Se dovessi decidere adesso, non ci sono le condizioni per consentire liberamente uno spostamento dalla Lombardia e dal Piemonte verso le altre regioni, a meno che non si garantisca la previa acquisizione del tampone negativo».

 

BEPPE SALA E GIUSEPPE CONTE CON LA PALA
BEPPE SALA INCAZZATO PER I RAGAZZI CHE BEVONO BIRRETTE SUI NAVIGLI

Nel derby tra amministratori, la curva sudista si è poi ritrovata con un tifoso insospettabile: il parlamentare leghista (e milanese) Alessandro Morelli che si è schierato senza riserve col presidente sardo: «Sala dovrebbe solo starsene zitto mentre un governatore prepara l' accoglienza per il mese prossimo auspicando una Regione Covid-free».