“MELONI? STA DIVENTANDO UNA POLIZZA DI ASSICURAZIONE PER VON DER LEYEN” – “CONTE? DEVE DECIDERE DA CHE PARTE STARE” - PRODI DA’ BASTONATE A SINISTRA E DESTRA: “IL CENTRODESTRA RESTA FORTE PERCHE’ MANCA ANCORA UN’ALTERNATIVA” – LE BORDATE A ELLY SCHLEIN SULLA SUA EVENTUALE CANDIDATURA ALLE EUROPEE – “GENTILONI? DRAGHI? BISOGNA CHE QUALCUNO SI CANDIDI, ASPETTIAMO DI SAPERE COSA VOGLIONO FARE. CI VOGLIONI PIEDI PER TERRA E…”

-


ROMANO PRODI ELLY SCHLEIN

Estratti da lastampa.it

 

“Ma a Gentiloni hanno chiesto? Un giorno si dice Draghi, un giorno Gentiloni, ma bisogna che qualcuno si candidi. Io ho detto proviamo e come un matto ho affittato un vecchio pullman e ho iniziato a girare il paese....Il potere non viene affidato da Dio, io non ho idea con che desideri ritorni Gentiloni da Bruxelles o cosa voglia fare Draghi, aspettiamo di sapere cosa vogliono fare.

 

Ci vogliono i piedi per terra e un disegno con cui presentarsi davanti agli elettori". Lo ha detto l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea Romano Prodi a 'Start', su Sky tg24.

ROMANO PRODI E ELLY SCHLEIN

 

"Io ho detto 'proviamo' e come un matto ho affittato un vecchio pullman e ho iniziato a girare per il Paese: non è che il potere venga affidato da Dio, bisogna conquistarselo - ha spiegato l'ex premier - Non ho idea con che desideri ritorni Gentiloni da Bruxelles. Lo vedremo. Aspettiamo che gli interessati dicano cosa vogliono fare. Non è possibile fare vita politica in questo modo, ci vogliono piedi per terra e un disegno con cui ci si presenta agli elettori".

 

 

PRODI

Marco Ascione per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

«Conte? Deve ancora decidere dove sta».

PRODI BINDI D ALEMA

 

Schlein?

«Si ritrova nella situazione più difficile per un leader di partito».

 

Giorgia Meloni?

«Sta diventando una polizza di assicurazione per Ursula von der Leyen».

 

Romano Prodi è al suo tavolo di lavoro, alla Fondazione per la collaborazione tra i popoli. Siamo in via Santo Stefano a Bologna, nel cuore della città a 30 all’ora (prima lamentazione del taxista, che subito si dichiara: «Sono di destra, ma non scherziamo, si tratta di un provvedimento sbagliato e basta»). E anche di questo, dei contestati limiti imposti dal sindaco Matteo Lepore, parleremo. La chiacchierata con il due volte ex premier ed ex presidente della Commissione europea si dispiega tra fronti internazionali e fronti interni. Scenari che a volte si incrociano e coincidono.

romano prodi e la candidatura di elly schlein vignetta by rolli per il giornalone la stampa

 

Professore, a Roma è in corso il vertice Italia-Africa, con 25 capi di Stato, per lanciare il Piano Mattei. Per il governo italiano e per la strategia di Giorgia Meloni è un passaggio chiave.

«La scelta di guardare all’Africa è non solo giusta, ma anche necessaria. Dall’Africa dipende il nostro futuro. Non è facile dare un giudizio su una conferenza che sta cominciando solo ora, mentre stiamo parlando.

 

Questo è, finora, soprattutto un piano per l’energia. E da solo non sarebbe determinante, anche solo per la scarsità delle risorse. Serve oggi un progetto più ampio portato avanti dall’Europa intera. Da sola l’Italia può fare ben poco per fronteggiare la forte penetrazione sistemica, in Africa, della Cina in campo economico e della Russia in campo politico. Non so quanto in accordo tra loro».

PRODI

 

Comunque l’Europa, con Ursula von der Leyen, ha messo la faccia sul Piano Mattei. Va aggiunto che la presidente della Commissione è spesso a fianco di Giorgia Meloni, a sostegno delle iniziative dell’Italia.

«Questa attenzione della presidente della Commissione Ue per l’Italia è straordinariamente intensa e profonda».

 

C’entrano anche le prossime elezioni europee e la possibilità che popolari e socialisti possano avere bisogno dell’aiuto dell’Italia?

romano prodi

«La premier italiana sta diventando una sorta di polizza di assicurazione per von der Leyen in caso di incidente elettorale».

 

A proposito di Europee, lei ha detto che Elly Schlein, così come tutti gli altri leader, non dovrebbe correre per Strasburgo se poi non intende andarci davvero.

«Io sostengo che presentarsi per attrarre voti senza poi ricoprire il ruolo rappresenta un distacco dalla volontà popolare e indebolisce la democrazia».

 

A sinistra c’è chi obietta: si è sempre fatto così, perché dovremmo perdere voti se poi Meloni alle Europee si candida?

«A una domanda di principio rispondo con una risposta di principio. Al cittadino che vota dovrei forse consigliare di seguire l’esempio di Meloni?».

 

Una eventuale vittoria di Trump sarebbe dirompente anche per il centrodestra in Italia?

«Una ipotesi del genere rimetterebbe in discussione l’intero scenario politico europeo e mondiale. Ci obbligherebbe a ridiscutere non solo i rapporti tra Europa e Stati Uniti, ma la stessa natura del Patto Atlantico».

corrado guzzanti in versione romano prodi

 

Sarebbe anche una spinta alla costituzione di un esercito europeo?

«L’esercito europeo e la politica estera comune sono indispensabili. Tuttavia nessuno può pensare a un esercito europeo in cui un solo Paese, la Francia, possegga l’arma nucleare e il diritto di veto all’Onu».

 

Intervistato da Fazio, il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha preferito non esprimersi sulla scelta tra Biden e Trump. Non ha senso, ha detto, «che io mi metta a fare il tifo per l’uno o per l’altro».

«Forse Conte aveva la tosse o un qualche impedimento che non gli ha consentito di rispondere. Per me è chiaro che non si può votare per Trump».

 

È lo stesso Conte che sul Mes ha votato diversamente dal Pd. Lei continua a pensare che possa essere un alleato per il Partito democratico?

«Tutto è possibile perché Conte deve ancora decidere dove sta».

 

romano prodi

Il gradimento di questo governo, e in particolare di Meloni e del suo partito, resta alto nei sondaggi. Neppure le polemiche su Acca Larenzia e sui saluti romani l’hanno minimamente intaccato. Che cosa non funziona nel racconto dell’opposizione?

«Secondo una recente analisi, l’Italia è uno dei pochi Paesi, se non l’unico, in cui lo stare al governo non danneggia i partiti che lo sostengono. Questo accade perché non c’è un’alternativa concreta. Non appena ci fosse, comincerebbe l’erosione».

 

Fare leva sull’antifascismo per criticare il governo ha senso? Sono davvero ancorati a un passato che non passa?

«Mi preoccupa di più il presente. Il non volere affrontare la questione del debito a causa del legame troppo stretto con categorie che perderebbero i loro privilegi. O il regionalismo differenziato. O le decisioni sulle partite Iva. Più qualche riflessione sul futuro, a proposito di quella riforma del premierato che andrebbe a minare i poteri del presidente della Repubblica con rischi di pericolose derive».

 

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa

Nel Pd si dibatte molto di diritti. C’è bisogno di una legge sul fine vita?

«Il fine vita va regolato, ma non può implicare una disciplina di partito. Di nessun partito».

 

Qual è il suo giudizio su Elly Schlein?

«È nella situazione più difficile in cui si possa trovare un leader. Per sciogliere nodi complessi serve tempo».

Antonio Polito ha scritto sul «Corriere» che il Pd è un partito orfano che cerca il padre e ricorre sempre al Professore. Si riconosce?

«Ringrazio Polito, ma si sbaglia: non sono un padre, ma un nonno che può somministrare affetto, non influenza e comando».

ROMANO PRODI CORRE A CAPALBIO SCALO
prodi pertini andreotti
ROMANO PRODI CLEMENTE MASTELLA
giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI
romano prodi fine anni 70