Da “Circo Massimo - Radio Capital”
"Il Mes non è come avremmo voluto, ma è stato evitato il rischio principale, cioè l'obbligo di ristrutturazione del debito pubblico per chi ne chiedeva sostegno": lo dice Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici dell'Università Cattolica di Milano, in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital. "Meglio andare avanti con la proposta attuale che dire non firmiamo e andare fuori dal Mes", dice l'economista, "Vorrebbe dire camminare sul filo senza rete piuttosto che con una rete diversa da quella che si vuole".
giuseppe conte roberto gualtieri mes
E a chi dice che le modifiche al meccanismo europeo di stabilità favorirebbero le banche tedesche, ribatte: "Questa cosa è sbagliata, non si conosce la sostanza del dibattito. Un paese come la Germania, che prende a prestito soldi a tassi negativi sui mercati, non ha bisogno di andare dal Mes a prendere in prestito soldi se ci sono problemi con le sue banche. In una situazione di tensione, sarebbe l'Italia ad avere difficoltà a prendere soldi a prestito sui mercati. E i tedeschi stessi insistevano perché anche ai prestiti fatti dal Mes per sostenere le banche ci fosse condizionalità. Non volevano che quello fosse un sentiero agevolato".
Il dibattito sulla manovra, intanto, verte soprattutto sulle microtasse: "Si discute e si minaccia di far cadere il governo per cose piccole: la plastic tax originariamente doveva rendere 1 miliardo, quella sullo zucchero 200 milioni, su 750 miliardi di entrate da tasse e tributi pagati. E lo stesso l'Imu sulle finte prime case: sarebbero 200 milioni", sottolinea Cottarelli, "Ci si vuole fare vedere come quello che evita le ingiustizie, e la gente spesso non sa che si parla di queste cifre. Non si può far cadere un governo per cose di questo genere, sarebbe assurdo".