“PER LA MONARCHIA BRITANNICA IL FUTURO SARÀ COMPLICATO” - L’EDITORIALISTA DEL “FINANCIAL TIMES”, SIMON KUPER: “LA FAMIGLIA REALE DEVE SAPER STARE IN SELLA E RINNOVARSI. HA GIÀ UN'IMMAGINE AMMACCATA. OGGI SIAMO TUTTI COMMOSSI PER LA MORTE DELLA REGINA MA TRA UN ANNO O DUE, QUANDO UNO DI LORO DIRÀ O FARÀ QUALCOSA DI CONTROVERSO (BASTA L'ESEMPIO DI ANDREA) O ACCETTERÀ SOLDI DA GENTE POCO RACCOMANDABILE, COME HA FATTO CARLO, COSA PENSEREMO, ALLORA?”
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Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”
La partecipazione del pubblico per la morte di Elisabetta? «Rispetto ma non dolore. Avevamo bisogno di un momento di unità». Per Simon Kuper, storico, editorialista del Financial Times , autore di Chums , un libro sull'establishment che ha prodotto Boris Johnson e la sua cerchia, la regina «era una celebrità». Carlo? «Dovrà lavorare duro».
È rimasto sorpreso dalle manifestazioni d'affetto e dall'enormità di gente che si è messa in fila?
«Il punto di The Queue è che era lunga, per questo ha attratto tanta gente diventando quasi un'opera d'arte vivente: è stata un'occasione per vivere un'esperienza insieme, per sentirci uniti. Questo Paese ne aveva bisogno. Non è mai stato così diviso, neanche ai tempi di Margaret Thatcher. La morte di una sovrana amata ha rappresentato un evento apolitico al quale abbiamo potuto partecipare tutti, di età, colori, estrazioni sociali e credo diversi».
La regina è riuscita a stare al passo con i tempi. Come?
«Era fondamentale per la riuscita del suo regno. È stata bravissima a evitare ogni controversia. Se pensiamo ad altri capi di Stato, da Macron ai presidenti Usa, è quasi impossibile non dividere il Paese. La regina mai, o quasi mai».
Ci sono molte critiche su come fu gestito l'impero e ora il Commonwealth.
«Cose terribili vennero fatte dalla Gran Bretagna per scelta dei politici, dell'industria e del business, non del sovrano. La regina non sarebbe potuta intervenire e cambiare il corso della Storia. Con il Commonwealth è diverso ma, alla fine, offre molte opportunità».
Crede che la monarchia sopravviverà?
«L'Italia e la Grecia se ne sono liberati con un referendum. Credo che anche in questo Paese per la monarchia il futuro sarà complicato. La famiglia reale deve saper stare in sella e rinnovarsi. Ha già un'immagine ammaccata. Oggi siamo tutti commossi per la morte della regina, lo straordinario spettacolo del funerale, l'affetto della gente.
Ma tra un anno o due, quando uno di loro dirà o farà qualcosa di controverso - basta l'esempio di Andrea - o accetterà soldi da gente poco raccomandabile, come ha fatto Carlo, cosa penseremo, allora?».
Un regalo per Liz Truss fare da padrona di casa per tanti dignitari stranieri?
«Ciò che Tony Blair fece con Diana fu un tocco da maestro. Prima della morte della principessa non lo conosceva quasi nessuno, dopo tutti, soprattutto negli Usa. Un grande attore, con discorsi preparati che parevano spontanei. Truss ha avuto la stessa opportunità ma non ha saputo usarla. La situazione del Regno Unito rispetto a 25 anni fa è molto diversa, viviamo un momento economico disastroso».