“A NOME DI CHI PARLA BETTINI? DI SE STESSO? SEGRETARIO FACENTE FUNZIONE?” – NEL PD SI COMINCIA A DUBITARE DEL “GRAN CIAMBELLONE”, CHE SI SPERTICA IN LODI A CONTE BYPASASSANDO L'INSIPIDO ZINGARETTI - BUONA PARTE DEI GRUPPI PARLAMENTARI È FRUTTO DELLE LISTE ELETTORALI FATTE DA RENZI QUANDO ERA SEGRETARIO E NON NE PUÒ PIÙ DELL’OSTINAZIONE SUL NOME DI CONTE…
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Alessandro Di Matteo per “La Stampa”
È un lavoro di cucitura faticoso, quello che vede impegnati i vertici Pd in questi giorni. Nicola Zingaretti sa che il tavolo «sul programma» convocato da Roberto Fico dovrebbe servire a mettere al riparo Giuseppe Conte dalle incursioni di Matteo Renzi, e nelle telefonate tra Dario Franceschini e il leader Iv si starebbe anche già parlando dei ministeri più importanti dell' eventuale Conte ter.
La strategia di "accerchiamento" prevede che si trovi innanzitutto un' intesa di massima sul "patto di legislatura", in modo da rendere poi molto più complicato poi dire no a Conte. Ma la verità è che Renzi ha ormai abituato tutti ai suoi scarti improvvisi e il vero timore è che il leader di Iv possa giocare duro proprio al tavolo del programma, andando a "provocare" su temi sensibili un Movimento 5 stelle che già fatica ad accettare una nuova alleanza con chi «ha tradito».
Il Pd porterà al tavolo i sei punti illustrati sabato da Zingaretti dopo il colloquio con Fico ma il vero problema è capire quali mosse deciderà di giocare il leader Iv. Un parlamentare dem spiega che in queste ore sono di nuovo intensi i contatti con i colleghi renziani, assicura che «molti di loro sono ancora in grande sofferenza e non accetterebbero un nuovo strappo delleader». Insomma, è la convinzione - o forse la speranza - che Renzi non può permettersi di rompere di nuovo.
Forse anche per questo ieri Goffredo Bettini è tornato ad evocare le elezioni, in caso di fallimento delle trattative per il Conte-ter. Guarda caso esattamente il contrario di quello che va ripetendo il leader di Iv per rassicurare i suoi.
Il problema è che l' avvertimento di Bettini in realtà non piace nemmeno a buona parte dei gruppi parlamentari Pd, frutto delle liste elettorali definite da Renzi quando era ancora segretario. A uscire allo scoperto ieri è stato Alfredo Bazoli, della corrente degli ex renziani. «A nome di chi parla Bettini? Di sé stesso? Segretario facente funzione?» . Ma a pensarla così «sono in molti», ammette un deputato dell' area della maggioranza.
Soprattutto, il problema è che Renzi oggi potrebbe cercare l' incidente «sui temi», a cominciare da giustizia e reddito di cittadinanza, spingendo M5s a rompere e non accollandosi così la responsabilità: «M5s - insiste il parlamentare Pd - proverà a rivendicare le sue battaglie storiche, al tavolo, e Iv potrebbe provocare un fallo di reazione chiedendo di abolire il reddito di cittadinanza o impuntandosi sulla giustizia.
E anche sul Mes - nonostante le rassicurazioni - vogliamo vedere se davvero sarà così disponibile come ha detto...». Ma - spiega ancora - «noi non diciamo che vogliamo le elezioni.
È chiaro però che non potremo fare un governo con Meloni o con Salvini. E con Fi - con cui si potrebbe dialogare - non lo farebbe il M5s. Quindi, se non c' è il Conte ter il rischio è che alle elezioni ci si finisca perché non ci sono altre soluzioni. Se si vuole un accordo, ci sono le condizioni. Altrimenti chi rompe se ne assumerà la responsabilità».