“NON CI SARÀ ALCUNA MANOVRA CORRETTIVA” – CONTE È ANCORA OTTIMISTA NONOSTANTE TUTTI GLI INDICI DELL’ECONOMIA ITALIANA STIANO SPROFONDANDO. O SA QUALCOSA CHE NON SAPPIAMO O È UN BLUFF – COMUNQUE A FINE ANNO CI SONO DA DISINNESCARE 23 MILIARDI DI CLAUSOLE IVA: DOVE SI TROVERANNO I SOLDI? –SPUNTA L’IPOTESI DI ABOLIRE GLI 80 EURO PER TAGLIARE LA PRIMA ALIQUOTA IRPEF (CHE NON SERVIREBBE A CORREGGERE I CONTI, MA PER RISPETTARE LE PROMESSE ELETTORALI DELLA LEGA)

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1 – CONTE: «NON CI SARÀ UNA MANOVRA BIS». SULL'AUTONOMIA È FRENATA

Da www.ilmessaggero.it

GIUSEPPE CONTE STRASBURGO

 

«Non riteniamo necessaria alcuna manovra correttiva, dobbiamo solo continuare nel razionale ed efficace utilizzo delle risorse già stanziate». Lo dice il premier Giuseppe Conte in Senato. «Peraltro abbiamo già adottato misure prudenziali che ci mettono al riparo da interventi correttivi. A garanzia degli obiettivi di finanza pubblica, la legge di bilancio contiene misure di monitoraggio dei conti e un meccanismo di accantonamento di risorse sino a 2 miliardi» da utilizzare «o meno a seconda dello stato del ciclo economico».

 

giuseppe conte

«Non intendiamo farci dettare l'agenda da ipotesi o previsioni di sorta. Alle ipotesi rispondiamo con azioni concrete. Stiamo seguendo un percorso ben chiaro, e non ci lasciamo distrarre dalle voci dissonanti che si levano dal dibattito politico ed economico», ha aggiunto il premier.

 

«La proprietà delle riserve auree nazionali è della Banca d'Italia, ente pubblico che svolge le funzioni di banca centrale della Repubblica Italiana. L'utilizzo della riserva aurea rientra tra le finalità istituzionali della Banca, a tutela del valore della moneta», ha poi affermato Conte.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 19

 

Quello delle autonomie regionali è un «passaggio molto significativo che ci occuperà nei prossimi giorni, settimane, mesi», ha quindi sottolineato il presidente del Consiglio. «In questa fase l'Esecutivo sta completando un'intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione, propedeutica alla redazione di un testo condiviso con le Regioni richiedenti», aggiunge.

 

 

2 – BONUS 80 EURO, IPOTESI ABOLIZIONE PER FINANZIARE IL TAGLIO IRPEF

Marco Mobili e Marco Rogari per https://www.ilsole24ore.com

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

La strada è lunga fino alla elezioni europee del prossimo mese di maggio e i numeri dei conti pubblici italiani, che ogni settimana animano il dibattito sulla tenuta dell’intesa raggiunta a fine anno con la Commissione europea per un deficit al 2%, non sembrano soccorrere il Governo. Il dato politico è che almeno fino alla tornata elettorale di primavera, e prima ancora alla presentazione del Def di metà aprile, il Governo pentaleghista comunque sia non affronterà alcuna manovra correttiva.

 

DI MAIO CONTE GIORGETTI

A ricordarlo è il vicepremier, Matteo Salvini, che ieri ha bocciato con un secco «no», qualsiasi ipotesi di intervento sui conti (ripetuto poi oggi): «Non ci sarà la manovra correttiva e non ci saranno nuove tasse aggiuntive, tasse sui conti correnti, sui risparmi degli italiani o sulla casa». Una precisazione che risponde alle dichiarazioni di lunedì scorso del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che aveva rimandato le valutazioni su una possibile manovra correttiva ai prossimi mesi (si veda Il Sole 24 del 19 febbraio).

 

UE, IL COUNTRY REPORT BOCCIA L’ITALIA: MANOVRA 2019 FRENO PER LA CRESCITA

giuseppe conte a casa casamonica

La strada oltre ad essere lunga appare anche tutta in salita soprattutto se si guarda ai primi 23 miliardi di clausole Iva da disinnescare a fine anno. Senza conoscere quali saranno composizione ed equilibri della prossima Commissione europea, la tentazione potrebbe essere ancora una volta di finanziarle con deficit aggiuntivo, il cui contraccolpo immediato sarebbe un indebitamento netto sopra il 3% e un freno alla discesa del debito già da tempo ad andamento lento. L’alternativa sarebbe agire su almeno una delle aliquote Iva, ma l’aumento, seppure limitato a uno o due punti, rischierebbe di stressare ulteriormente un’economia in frenata.

 

TAX EXPENDITURES SOTTO I RIFLETTORI

giuseppe conte legge una poesia dopo il consiglio dei ministri 1

Tra i serbatoi dai quali il Governo potrebbe attingere c’è quello della potatura delle cosiddette tax expenditures. Lo sfoltimento della giungla e dei bonus fiscali è stato uno degli illustri assenti della prima manovra “gialloverde”.

 

Ma ora un dossier sarebbe già stato riaperto dai tecnici del governo. Il punto di partenza è rappresentato dall’ultimo rapporto sulle spese fiscali confezionato dall’apposita commissione guidata da Mauro Marè (sotto l’egida del Mef), anche se l’obiettivo è quello di operare una potatura selettiva ma ad ampio raggio, puntando i riflettori soprattutto sui bonus per il settore dei trasporti (a partire da quelli su prodotti inquinanti) e forse su quello delle assicurazioni, ma senza risparmiare micro-incentivi di altra natura.

 

IL PIL IN ITALIA NEL 2019, STIME A CONFRONTO

Dalla rilevazione della commissione Marè è emerso che gli sconti monitorati sono saliti nel 2018 a quota 513 per 61,1 miliardi di minori entrate nel 2019. E secondo i tecnici che hanno curato il rapporto, il solo abbassamento dell’asticella delle agevolazioni dal 19% al 17% potrebbe garantire 1 miliardo di risorse, e altri 2 miliardi potrebbero essere ricavati scendendo a quota 15%. Con l’introduzione di una franchigia di 300 euro potrebbe poi essere recuperato un altro miliardo.

 

BONUS Renzi 80 Euro

Sotto la voce tax expenditures rientra anche il bonus degli 80 euro. Si tratta di un onere da circa 10 miliardi che, secondo la Lega, potrebbe essere dirottato sul taglio della prima aliquota Irpef dal 23 al 20%, rilanciato ieri dallo stesso Salvini. Un intervento visto non tanto in chiave di correzione dei conti quanto nella prospettiva della prossima legge di bilancio per avviare un primo taglio dell’Irpef fino ad oggi soltanto promesso.

 

Più complessa la partita sulla spending review. Il Governo continua a parlare di tagli agli sprechi ma a tutt’oggi la task force taglia-forbici più volte evocata dal vicepremier Di Maio non risulta insediata. Con l’ultima legge di bilancio le spese sono complessivamente previste in crescita di 53,6 miliardi fino al 2021. La “spending” vera e propria si ferma a 600 milioni. Si sale poi a 1,4 miliardi con altre misure di riprogrammazione di spesa.

CONTE SALVINI DI MAIO

 

A questi si aggiungono i 2 miliardi dei budget dei ministeri congelati fino a giugno in funzione di garanzia per la commissione Ue sul rispetto dei target della manovra, che sembrano già destinati a trasformarsi in taglio permanente. La necessità di reperire risorse dovrebbe costringere il governo ad alzare l’asticella della “spending”, anche se a questo punto sarà difficile non toccare sanità e assistenza, visto che per le pensioni è già prevista una maggiore spesa.