“NON È IL MOMENTO DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE L’IDEA DI CESSATE IL FUOCO O DI NEGOZIARE” – PER IL “FINANCIAL TIMES” NON CI SARÀ PACE SE L’UCRAINA NON RIPRENDERA' TUTTI I TERRITORI INVASI DA PUTIN: “CON LA RUSSIA ANCORA IN CONTROLLO DELLE REGIONI ‘ANNESSE’, NON CI SONO LE CONDIZIONI PERCHÉ KIEV SI METTA AL TAVOLO” – ERDOGAN PROVA A FARE DA MEDIATORE TRA PUTIN E ZELENSKY MENTRE “MAD VLAD” CELEBRA I MISSILI IPERSONICI…
-Marta Serafini per www.corriere.it
«Non è il momento di prendere in considerazione l’idea di cessate il fuoco o di negoziare. Con la Russia ancora in controllo di gran parte delle quattro regioni “annesse” a ottobre, oltre alla Crimea e a parti del Donbass orientale sequestrate nel 2014, non ci sono le condizioni perché Kiev si metta al tavolo».
Certo al Financial Times non difetta la chiarezza, e il suo primo editoriale del 2023 dedicato alla guerra ne è la dimostrazione chirurgica. Nel dibattito ormai quasi annuale sul modo migliore per aiutare il Paese aggredito — con le continue oscillazioni tra «la Russia deve essere sconfitta totalmente» e «la Russia non deve essere umiliata troppo» —, uno dei quotidiani più autorevoli d’Europa dà l’idea di propendere in modo drastico per la prima via. Con un significativo caveat territoriale, però. Talmente significativo da riportare il dibattito al punto iniziale. In una parola: Crimea.
Collegato in video conferenza alla cerimonia per il varo della fregata «Admiral Gorshkov» dotata di sistemi missilistici marittimi ipersonici Zircon, Putin ha detto che questo il sistema missilistico ipersonico Zircon «non ha rivali al mondo». Aggiungendo: «Sono sicuro che armi così potenti proteggeranno in modo affidabile la Russia da potenziali minacce esterne.
Contribuiranno a garantire gli interessi nazionali del nostro Paese». E ancora: «Voglio sottolineare che continueremo a sviluppare le potenzialità di combattimento delle forze armate e produrre armi avanzate che aiuteranno a difendere la sicurezza della Russia nei prossimi decenni».
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan torna oggi a dialogare con il presidente russo Vladimir Putin e con il presidente ucraino Volodimir Zelenski. L’ultimo atto, in ordine di tempo, di una mediazione che la Turchia ha cercato di imbastire ormai un anno fa, mantenendo una posizione sempre equilibrata tra i due Paesi in conflitto che, come anche nel recente passato, è passata attraverso telefonate a Putin e Zelensky nello stesso giorno, spesso a distanza di pochi minuti l’una dall’altra.
«È qualcosa che può fare solo la Turchia», sono le parole con cui il consigliere capo di Erdogan, Ibrahim Kalin, ha rivelato delle telefonate di oggi. L’ultimo di una serie di ripetuti tentativi di Erdogan, il cui vero obiettivo è far sedere allo stesso tavolo i presidenti di Russia e Ucraina. Tentativi al momento tutti falliti.