“NON PAGHEREMO UN SOLO EURO A BRUXELLES” - IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA POLACCO ZBIGNIEW ZIOBRO CON IL PUGNO DI FERRO DOPO L’ORDINANZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’UE CHE HA IMPOSTO A VARSAVIA UNA MULTA DA UN MILIONE DI EURO AL GIORNO - QUESTA VOLTA L’UE TERRÀ IL PUNTO E SOSPENDERÀ I FONDI DEL RECOVERY OPPURE RINCULERÀ COME AL SOLITO?
-Gabriele Rosana per "il Messaggero"
Altro che un milione al giorno. La Polonia «non pagherà un solo un euro a Bruxelles», ha fatto sapere il ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro il giorno dopo l'ordinanza della Corte di Giustizia dell'Ue che ha imposto a Varsavia un'ammenda dal valore storico di un milione di euro al giorno per non aver sospeso il funzionamento della Camera disciplinare della Corte Suprema, sotto scrutinio dei giudici del Lussemburgo con l'accusa di limitare, con l'influenza della politica, l'indipendenza della magistratura.
«Non ci piegheremo di fronte all'illegalità», ha aggiunto Ziobro, annunciando che il governo non verserà alla Commissione neppure l'altra penalità, comminata il mese scorso per un valore di 500mila euro al giorno, per la mancata chiusura della miniera di carbone di Turow.
Con la Polonia intenzionata a non pagare, Bruxelles potrà detrarre le somme dovute dai finanziamenti che ogni anno versa a Varsavia, principale beneficiaria del bilancio Ue. Pronta la risposta polacca: «Vorrà dire che ciò che perderemo lo toglieremo dal nostro contributo al budget comune».
A proposito di fondi, continua il tira-e-molla sul Recovery polacco, 36 miliardi ancora in sospeso visto che manca il necessario via libera della Commissione. Ieri è tornata a parlarne Ursula von der Leyen, secondo cui «le riforme sono una condizione indispensabile»; tra queste rientra anche lo smantellamento dell'organo disciplinare, su cui c'è l'apertura di Varsavia («Ma ci vorranno mesi»).
Nelle stesse ore, intanto, l'Encj, la rete europea dei Consigli superiori della magistratura presieduta da Filippo Donati, ha espulso il Csm polacco, che era sospeso dal 2018. «Decisione dolorosa ma inevitabile», ha commentato il vicepresidente del Csm italiano David Ermini.