“NON POSSIAMO ESCLUDERE CHE IL RALLENTAMENTO DIVENTI PIÙ ACUTO” - IL MINISTRO TRIA E’ COSTRETTO AD AMMETTERE I RISCHI DELL’ECONOMIA ITALIANA: “ABBIAMO UNO SPAZIO FISCALE LIMITATO PER FARE POLITICA ESPANSIVA, MA QUANDO SIAMO VICINI A UNA STAGNAZIONE NON SI POSSONO PRENDERE MISURE RESTRITTIVE…” - L’AVVERTIMENTO DI DRAGHI: “LE PRIORITÀ SONO CRESCITA E OCCUPAZIONE, E L'ITALIA SA MOLTO BENE COSA FARE…”

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

«Non possiamo escludere la possibilità che il rallentamento diventi più acuto e persistente». Questa preoccupazione, che il ministro dell' Economia Tria ha espresso nel discorso consegnato ieri all' Imfc, viene forse prima di ogni altra considerazione. Se la frenata globale e italiana si accentuasse gli obiettivi del governo, inclusa «una riforma del sistema fiscale per allentare il peso sulle famiglie del ceto medio», diventerebbero più a rischio di quanto le preoccupazioni emerse nei Meetings di Fmi e Banca Mondiale abbiano paventato.

 

Tria ha affermato che «al centro della discussione c' è stata la situazione economica globale, e il pericolo di un rallentamento ulteriore. Si è parlato più di crescita che di stabilizzazione finanziaria». Il ministro ha detto che «la preoccupazione per il debito italiano non è stata sollevata. E' chiaro comunque che esiste, anche in Italia». Ha ribadito che «non c'è alcuna preoccupazione rispetto alle nostre previsioni sul pil. L'idea è che possa riprendere la crescita nel secondo trimestre, ma questo dipende dalla Germania e dal quadro globale».

 

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

La frenata potrebbe far mancare le risorse al reddito di cittadinanza e la flat tax, ma Tria ha giustificato queste iniziative perché «abbiamo bisogno di una riforma del sistema fiscale soprattutto per allentare il peso sulle famiglie del ceto medio. Certo, non bisogna perdere di vista la stabilità finanziaria, bisogna trovare un bilanciamento. Vediamo quale sarà la risposta economica di queste misure, teniamo tutto sotto stretto monitoraggio. L' Italia ha uno spazio fiscale limitato per fare politica espansiva, ma quando siamo vicini a una stagnazione non si possono prendere misure restrittive».

 

LE NOMINE DI BANKITALIA

Nella conferenza stampa congiunta, il governatore della Banca d' Italia Visco ha detto che «c' è un problema di crescita della produttività in Italia», e ha aggiunto che «è tempo di una riforma fiscale complessiva dopo 40 anni. Serve un nuovo approccio». Visco e Tria hanno commentato anche le nomine del direttorio della Banca: il primo ha sottolineato che ha fatto le sue proposte, e il secondo che aspetta le mosse del Consiglio dei ministri.

CHRISTINE LAGARDE

 

L'INCOGNITA IVA

Sull' Iva la soluzione non esiste ancora: «Per l'anno in corso l' aumento è stato evitato. Ora lavoriamo per perseguire obiettivi compatibili. Ciò dipenderà anche dalla spesa per le misure già prese. Io penso che non supereremo gli obiettivi, anche grazie alle iniziative per la crescita, se la ripresa economica ci sarà nel secondo trimestre. Abbiamo obiettivi di finanza pubblica contenuti nel Def, e ci sono misure in corso di revisione. C' è da rivedere la spesa pubblica in modo attento. La spending review non significa soltanto tagliare, ma anche riallocare le risorse».

 

Tria ha risposto al vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis, che ha accusato il governo di aver contribuito ad acuire il rallentamento italiano: «Sono osservazioni non attinenti con quanto sta accadendo, è un dibattito superato. Le incertezze non erano legate alle misure adottate, ma al timore che l'Italia volesse uscisse all' euro. Quando Dombrovskis discute con me usa parole diverse di quando parla in pubblico. Non ci sono problemi di comprensione tra me e lui. Si sa, ci sono le elezioni europee».

MARIO DRAGHI E GIOVANNI TRIA

 

Durante i lavori il Fondo ha identificato l' Italia come uno dei fattori di rischio, ma la direttrice Lagarde ha detto di aver avuto con Tria «una conversazione molto positiva sulla situazione dell' economia italiana», sulla crescita e sul rafforzamento delle banche. Il presidente della Bce Draghi ha sottolineato che «le priorità sono crescita e occupazione, e l' Italia sa molto bene cosa fare. I rischi delle prospettive dell' area euro - ha aggiunto - sono al ribasso». La ripresa nella seconda metà dell' anno «è possibile, ma questo scenario è soggetto a rischi».