“NON C’È ALTRA OPZIONE: SE PUTIN VIENE IN SUDAFRICA, DOBBIAMO ARRESTARLO” – I FUNZIONARI DEL GOVERNO DI PRETORIA SONO NEL PANICO: AD AGOSTO C’È IL SUMMIT DEI PAESI BRICS, A CUI DOVREBBE PARTECIPARE ANCHE IL PRESIDENTE RUSSO. IN BASE ALLO STATUTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, FIRMATO DAL PAESE, AL SUO ARRIVO PUTIN DOVREBBE FINIRE IN MANETTE. PER QUESTO STANNO PENSANDO DI FARLO INTERVENIRE IN VIDEOCONFERENZA 

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Estratto dal “Corriere della Sera”

 

VLADIMIR PUTIN CYRIL RAMAPHOSA

Ad agosto Vladimir Putin è invitato a partecipare a un summit economico dei Paesi Brics (con i leader di Brasile, India e Cina) a Johannesburg. Solo che il Sudafrica è tra i Paesi firmatari del Trattato di Roma che ha dato vita alla Corte penale internazionale, la stessa che lo ha incriminato per crimini di guerra in Ucraina: in base allo Statuto, il Sudafrica dovrebbe arrestare Putin al suo arrivo e spedirlo all’Aia.

 

Per il presidente Cyril Ramaphosa è un grattacapo diplomatico non da poco. Tanto che l’ex delfino di Mandela è arrivato a dire che il suo partito, l’African national congress, vuole l’uscita del Paese dalla Cpi. Ma l’Anc ha deliberato di recente il contrario, dunque Ramaphosa ha fatto marcia indietro.

 

VLADIMIR PUTIN CYRIL RAMAPHOSA

Il Sudafrica non ha finora sostenuto le sanzioni contro la Russia né ha condannato l’invasione dell’Ucraina, ma il problema rimane. Già nel 2017, quando al potere c’era Jacob Zuma, il Sudafrica aveva rifiutato di arrestare il dittatore sudanese Omar al-Bashir «ricercato» dalla Cpi per crimini di guerra, una decisione giudicata in seguito incostituzionale.

 

Ora […] Pretoria chiederà a Putin […] di collegarsi via Zoom con gli altri leader: ignorare il mandato d’arresto comporterebbe infatti una violazione degli obblighi internazionali del Paese e una violazione delle sue stesse leggi.

 

«Non c’è altra opzione: se viene, dobbiamo arrestarlo», ha detto un funzionario del governo al Times .[…]

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