“NON SAREMO PIU’ NAIF CON PECHINO” - IL PIANO UE PER FERMARE L'ASSALTO DELLE IMPRESE CINESI - L'OBIETTIVO È PROTEGGERE LE AZIENDE STRATEGICHE DEL VECCHIO CONTINENTE DA ACQUISIZIONI E SCALATE LANCIATE DA SOCIETÀ CHE IL GOVERNO DI PECHINO FINANZIA O CONTROLLA - IL 'DRAGONE' GRAZIE AGLI AIUTI PUBBLICI PUÒ. VINCERE APPALTI IN EUROPA CON OFFERTE IN DUMPING E FARE SHOPPING DEI GIOIELLI EUROPEI. MA COSA FARE

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Alberto D’Argenio per la Repubblica

ursula von der leyen

 

L' Europa è pronta a lanciare un meccanismo per proteggere le aziende strategiche del continente da scalate e acquisizioni da parte di soggetti extra-Ue sovvenzionati con soldi pubblici nei loro paesi. La prima proposta di questa sorta di golden power continentale sarà pubblicata mercoledì prossimo dalla Commissione europea.

 

Un libro bianco con una serie di idee da presentare ai governi. Dopo la discussione con le capitali, Bruxelles presenterà i testi legislativi. Uno strumento che parte dall' estensione alle imprese straniere delle norme antitrust valide per le nostre industrie con conseguente un impatto geopolitico nei confronti della Cina.

 

Le imprese del Dragone non sono mai citate nella bozza di Libro bianco Ue, ma sono chiaramente il bersaglio dell' iniziativa. Non a caso in Europa la parola ormai si ripete: «Non saremo più naif con Pechino». Il punto è che le imprese cinesi spesso sono dello Stato o ricevono generose sovvenzioni pubbliche.

xi jinping

 

Aiuti preclusi alle industrie Ue, soggette a rigide norme antitrust. Che così si trovano a competere sul mercato contro competitor "dopati". Per dirla con le parole usate da Bruxelles nel Libro bianco: «I sussidi stranieri distorcono il mercato interno e falsano la concorrenza regalando un vantaggio competitivo a detrimento degli europei».

 

I cinesi grazie agli aiuti pubblici possono vincere appalti in Europa con offerte in dumping, possono fare shopping dei gioielli europei, di industrie strategiche o acquistare aziende per rubare know-how, farle fallire e diventare leader nel mercato. Per porre fine a queste pratiche, la Commissione immagina di lanciare indagini approfondite sui soggetti stranieri che operano nel mercato interno.

 

xi jinping

Se l' Antitrust europeo dovesse riscontrare un sostegno pubblico illecito, aiuti di Stato superiori ai 200 mila euro (soglia massima per le aziende Ue), potrebbe imporre delle misure per riequilibrare il mercato.

 

Si ipotizza l' obbligo a restituire gli aiuti alle autorità del Paese d' origine o, in alternativa, lo stop dell' acquisizione contestata. Si ragiona anche sulla possibilità di dettare dei rimedi, come la cessione di asset.

 

ursula von der leyen sergio mattarella

L' idea del Libro bianco nasce da una proposta del governo olandese di carattere puramente antitrust, cavalcata poi dalla Francia per conferire all' iniziativa un impatto politico. Da anni l' Europa lamenta la mancanza di reciprocità con Pechino: le aziende cinesi, spesso sovvenzionate dallo Stato, sono libere di operare nel nostro Continente. I nostri imprenditori non possono fare altrettanto nella Repubblica popolare. Uno squilibrio a danno dell' Europa. Xi Jinping, oltretutto, rallenta i negoziati sui trattati per la reciprocità di investimenti e appalti pubblici chiesti dagli europei.

 

LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

Ecco allora che lo scudo Ue contro i colossi cinesi potrebbe rilanciare le trattative, con gli europei (in particolare Merkel) che puntano a un primo accordo entro l' anno. Cosa fare però quando un governo Ue è lieto di accogliere investimenti cinesi? Basti pensare alla Nuova Via della Seta, al 5G o a salvataggi di industrie decotte.Bruxelles prevede di bilanciare le analisi di mercato con eventuali impatti positivi delle operazioni straniere su economia, occupazione, digitalizzazione e ambiente.

URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL