“NON SIAMO DISPONIBILI A INVIARE ARMI SEMPRE PIÙ LETALI E PESANTI IN UCRAINA” – CONTE FA IL GUASTATORE: “NON VOGLIAMO ABBRACCIARE UNA SPIRALE DI PROGRESSIVA ESCALATION MILITARE. L’INCONTRO CON ORSINI? NON LO CONOSCO NE’ HO SCAMBIATO VALUTAZIONI CON LUI – LUI UNA RISORSA PER IL M5S? MAI CONSIDERATA QUESTA POSSIBILITA’ E MI MERAVIGLIA CHE IL SISTEMA MEDIATICO STIA INSISTENDO NEL COSTRUIRE QUESTO ARTIFICIOSO ACCOSTAMENTO: SI VOGLIONO CREARE PRESUPPOSTI PER ETICHETTARLO POLITICAMENTE ED ESCLUDERLO DALLE TV? – L’ELOGIO DI GRILLO ALLA CINA? SONO ASSORBITO DALLA POLITICA ESTERA ITALIANA…”
-Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
Presidente Conte, lei oggi è stato a Casal di Principe per ricordare il prete anticamorra don Peppe Diana. Intanto continua a ribadire il suo no all'invio di armi sempre più letali. Ma non è una polemica capziosa? Le armi che già abbiamo inviato non sono letali?
«Siamo favorevoli a sostenere l'Ucraina ai fini di una legittima difesa nel perimetro dell'articolo 51 dell'Onu, ma non siamo disponibili a inviare armi sempre più letali, sempre più pesanti, abbracciando una spirale di progressiva escalation militare che può solo portare a maggiori sofferenze per la popolazione e distruzioni. Per intenderci, non siamo favorevoli all'invio di carri armati. In questo momento così delicato noi dobbiamo fare di tutto per evitare che si arrivi a un conflitto mondiale».
Ha chiesto l'intervento di Draghi in Aula, fino a che punto è pronto il Movimento a fare muro? I decreti sulle armi sono stati decisi con l'ok del Parlamento, Cinque Stelle compresi.
«Il Movimento 5 Stelle non mira a erigere muri ma vuole contribuire, come partito di maggioranza relativa, a determinare l'indirizzo politico che il governo dovrà far valere in tutte le sedi internazionali, ossia porre fine al conflitto lavorando incessantemente per una soluzione politica. E riteniamo che dopo oltre 60 giorni di guerra, gli italiani debbano sapere dal premier qual è l'obiettivo che l'Italia si impegnerà a perseguire in tutti i tavoli internazionali».
Enrico Letta l'ha indirettamente punzecchiata: ha detto che si fida del premier e che tutti devono sostenere il governo e non cercare di prendere uno o due voti in più.
«Non avvertiamo, come Movimento, la necessità di ribadire ogni giorno che abbiamo fiducia nel premier. Abbiamo votato la fiducia quando l'esperienza di governo è iniziata e l'abbiamo responsabilmente confermata in tutti i passaggi parlamentari. In uno scenario così complesso, di fronte a un evento bellico imprevisto, a difficoltà economiche che si sommano ai danni della pandemia, sentiamo il dovere di fornire il nostro contributo all'indirizzo politico e di avere un confronto davanti ai cittadini. È questa la differenza tra la democrazia parlamentare e i regimi autarchici: da noi il governo si confronta costantemente con il Parlamento».
C'è chi vede dei punti di incontro in questa fase del Movimento con Matteo Salvini.
«La linea del Movimento corrisponde a una convinzione profonda che nasce da ideali identitari adesso richiamati nella Carta dei principi e dei valori. Quanto alle altre forze politiche non saprei dirle».
Lei è tornato a chiedere uno scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese. Ma non rischia di essere solo una toppa?
«Con l'Istat che certifica l'aumento dei prezzi per i beni alimentari del 6% ad aprile e con il Censis che quantifica la perdita di valore reale delle retribuzioni dell'8,3% in dieci anni, diventa necessario intervenire in modo efficace e tempestivo con uno scostamento di bilancio. Ritengo non sia più rinviabile questo intervento.
Se verrà ritardato famiglie e imprese pagheranno un prezzo ancora più alto per le difficoltà che stanno affrontando. Le famiglie e gli imprenditori con cui quotidianamente mi confronto mi suggeriscono che siamo già fuori tempo».
Cosa intende?
«Da mesi il Movimento 5 Stelle dice che è necessario sul piano interno uno scostamento di bilancio e che a livello europeo serve un Energy Recovery Fund. Si continuano a rimandare soluzioni coraggiose e a questo punto doverose, ma il costo di ogni giorno di ritardo è sulle spalle di famiglie, lavoratori e imprese. Non so altri, ma io non ci dormo la notte».
Si parla tanto di un suo incontro con il professor Orsini. Voi avete smentito.
Ma al netto delle smentite, lei come valuta le posizioni del professore?
«Ho già chiarito che non conosco Orsini e che non ho avuto modo di scambiare valutazioni di sorta con lui».
Ma Orsini potrebbe essere una risorsa per il M5S?
«Non ho mai considerato questa possibilità e mi meraviglia che il sistema mediatico stia insistendo nel costruire questo artificioso accostamento».
Guardi, è difficile negare che le assonanze tra voi siano molteplici.
«Mi faccia capire: quando suggerite questa presunta assonanza a cosa mirate? A creare presupposti per etichettarlo politicamente ed escluderlo dalle tv? ».
Grillo con un post ha strizzato l'occhio alla politica estera della Cina. Lei cosa pensa della politica estera di Pechino?
«Di questi tempi sono assorbito interamente dalla politica estera italiana. Quanto alla Cina i segnali che ci arrivano li interpreterei come un atteggiamento di vigile osservazione o, se preferisce, di interessato astensionismo».
Ora il garante è anche comunicatore M5S. Ci sono state polemiche per il suo contratto da 300mila euro. È giusto che il Movimento lo paghi?
«A Grillo abbiamo richiesto un coinvolgimento diretto nel supporto ideativo per proposte divulgative e prodotti audiovisivi per ciò che riguarda la transizione ecologica e digitale».
Teme questo doppio ruolo di Grillo?
«Grillo ci darà sicuramente un contributo positivo soprattutto nella scuola di formazione che partirà a breve».
Parlando proprio di questa novità, ormai siete pronti a lanciare la vostra scuola di formazione: come sarà?
«Sarà aperta ai giovani, a tutti gli iscritti, ai portavoce e ai cittadini che vogliono migliorare competenze, conoscenze e contribuire al bene collettivo».
Alle Amministrative sarete presenti con pochissime liste autonome: così il Movimento non rischia di scomparire?
«Siamo nel pieno di un percorso di ricostruzione della nostra presenza sui territori. Dateci tempo e vedrete che ne usciremo rafforzati e ben presenti da Nord a Sud».