“NON VOGLIAMO SOSTITUIRCI A ITALIA VIVA, VOGLIAMO PROPRIO ESSERE IL PARTITO DI CONTE” - IL “RESPONSABILE” RICARDO MERLO SUONA LA GRANCASSA A “GIUSEPPI”: “ORA, AL SENATO SIAMO DIECI. MA NON APPENA VERRÀ DATO UN NUOVO INCARICO A GIUSEPPE, ALTRI SI AGGIUNGERANNO. CI PARLO, MI CHIAMANO E MI DICONO: SE SIETE DAVVERO IL PARTITO DI CONTE PASSO SUBITO CON VOI” – INTANTO LA COMBRICCOLA DEI CIAMPOLILLO E DE FALCO INIZIA A DETTARE LE CONDIZIONI…
-Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
La delegazione dei senatori "responsabili" finisce di parlare con Roberto Fico e viene in corridoio a spiegarci cosa si sono detti (giornalista tedesco: «Voi kronisti italiani sempre crande pazienza, ja»). Montecitorio. Undici del mattino. Eccoli. Sono in tre (su un totale di dieci).
Ricardo Antonio Merlo da Buenos Aires: tipo ossequioso, capelli con riporto a destra, lui però abilissimo a stare anche un po' a sinistra; sottosegretario agli Esteri nel Conte I (c' era la Lega) e nel Conte II (c' era il Pd). Dote principale: è capo del Maie, la sigla su cui hanno poi accroccato il Maie-Europeisti-Centro democratico, che avrebbe dovuto sostituire Italia viva (i Mastellas, capita l' antifona, si sono sfilati subito).
Mariarosaria Rossi da Arcore: nota per aver accudito lo Zio Silvio quando era ancora il tempo spensierato dei bunga bunga; a lungo senatrice di Forza Italia, poi - tredici giorni fa - colta da misteriosa crisi ideologica, ha votato la fiducia a Conte e, per questo, è stata espulsa dal partito (che strani, i forzisti: capaci di credere che Ruby fosse la nipote di Mubarak, ma - quando necessario - anche severi e giusti).
Saverio De Bonis da Irsina, Basilicata: sbattuto fuori dal Movimento 5 Stelle perché, al momento della candidatura, aveva omesso una condanna della Corte dei Conti. È un carissimo amico di un altro ex grillino, Lello Ciampolillo, il senatore che va in giro dicendo di aver votato l' ultima fiducia al governo per riconoscenza a Conte, il quale gli avrebbe promesso di diventare vegano. Starete pensando: un circo.
Effettivamente, darvi torto sarebbe eccessivo. Del resto, sentite il senatore Merlo: «Oggi mi sono portato dietro Mariarosaria e De Bonis perché alle consultazioni non avevano mai partecipato. Mi creda: è un' esperienza incredibile».
Lei a quante consultazioni ha già partecipato? «Oh, mio caro amico io, dal 2006, non ho mai saltato un giro» (Merlo, 58 anni, ha studiato dai gesuiti in Argentina, poi s' è messo a lavorare nella ditta del padre, che laggiù aveva cominciato da camionista: qui in Parlamento fu eletto nella lista Associazioni italiane in Sud America. Sotto la scorza di una cortesia dolciastra, uno che vi fa il fiocco e non ve ne accorgete).
Stavolta, però, è un giro diverso. «Beh, direi proprio di sì. La creazione del nostro gruppo è stata strumentalizzata. Noi, in realtà, non siamo nati per sostituire Italia viva, ma». Macché, senatore. Ma che dice? Lo sanno tutti. C' è stato un mercato osceno, avete fatto lo schifo.
«Mi faccia finire. Noi non vogliamo sostituirci ad Italia viva, noi vogliamo proprio essere il partito di Conte». Continui. «E mi creda: ora, al Senato, siamo dieci. Ma io sono sicuro che, non appena verrà dato un nuovo incarico a Giuseppe, altri senatori si aggiungeranno». Come fa ad esserne tanto sicuro? «Perché ci parlo. Perché mi chiamano e mi dicono: siete davvero il nuovo partito di Conte? No, perché se è davvero così, io passo subito con voi».
A Fico, poco fa, che avete detto? «Due cose semplici. La prima: a noi va benissimo la proposta di Renzi. L' idea di ritrovarci tutti dentro un documento scritto e programmatico, ci sembra ottima, così nessuno potrà più accampare scuse. Quanto al nome del premier: per noi non può che essere Giuseppe Conte».
Insomma anche le formichine "responsabili" qui dettano le loro condizioni. Il che rende la scena suggestiva. Per dire: Mariarosaria Rossi cammina a passo svelto, con un piglio pensoso, tipo la Thatcher quando se ne andava muro muro da Downing Street. Da segnalare che oggi Mariarosaria è venuta senza il fidanzato (un tipo innamoratissimo, che le risponde anche al telefono: perché in amore, quando ci sei dentro, fai qualsiasi cosa).
Il senatore De Bonis ha l' aria più paciosa.
Per ragioni di riservatezza non vuole raccontarci ciò che ha detto a Fico. Ma tutti sappiamo che le grandi battaglie politiche di De Bonis sono poi anche quelle di Ciampolillo. Ciampo pensa che gli ulivi pugliesi aggrediti dalla Xylella andrebbero curati con il sapone (cioè, insaponandoli). E sul Covid: Ciampo suggerisce di usare la mascherina solo se si pensa di essere malati (se si pensa, eh).
Al primo giro, dal Presidente Sergio Mattarella, su al Quirinale, ad accompagnare Merlo c' erano Andrea Causin, un altro venuto via da FI, e l' ex grillino Gregorio De Falco, il comandante della Capitaneria del porto di Livorno diventato famoso per quell' urlaccio a Schettino - «Vada a bordo, cazzo!» (tenerissimo, De Falco per presentarsi al cospetto del Capo dello Stato s' è comprato un abito nuovo). Bella combriccola.
Liberi di credere che politicamente siano scarsi, male assortiti, alcuni improponibili.
Ma fidatevi: se Conte ha intenzione di mettere su un suo partito - e l' intenzione c' è tutta - questi possono davvero essere un piccolo zoccolo duro da cui poter partire (poi bisognerà esserci il giorno che Rocco Casalino dirà a De Falco: «Amore bello, tu hai uno sguardo negativo, tu di andare in tivù te lo scordi»).