“ORA IL CAPO SONO IO” - DOPO ANNI DI GREGARIATO POLITICO, ESPLODE L’EGO DI VITO CRIMI: “HO TUTTI I POTERI PREVISTI DALLO STATUTO. HO AVUTO TANTISSIMI ATTESTATI DI STIMA, ATTIVISTI E COLLEGHI SI SENTONO RASSICURATI. MI DICONO CHE SONO LA PERSONA GIUSTA PER CONDURRE IL MOVIMENTO IN QUESTO MOMENTO DI CRESCITA, ALLA LUCE DELLA MIA LUNGA ESPERIENZA. TORNARE AL GOVERNO CON SALVINI? NO, PER CARITÀ. HA DIMOSTRATO DI ESSERE INAFFIDABILE E CODARDO…”
-1 - CRIMI: “PASSACARTE? NO, SONO IL CAPO”
Simone Canettieri per “il Messaggero”
Certe responsabilità pesano, dunque si tiene leggero. Solo un secondo al ristorante del Senato, fresco di restyling, ma praticamente deserto. Un peccato visto il bendidio (si va dal misto spigola-salmone agli hamburger, poi c'è sempre la griglia per un filetto espresso). Pranzo veloce: 18 minuti. Cronometrati. Una telefonata ricevuta, sotto lo sguardo dello staff (affamato). I pochissimi presenti lo salutano con curiosa riverenza. D'altronde il viceministro dell'Interno - e senatore - Vito Crimi è il nuovo reggente del M5S.
Ha uno sguardo sornione. Sembra pacioso, ma sono apparenze. Bisogna parlarci una decina di minuti - prima fuori dal ristorante, poi in ascensore fino al Salone Garibaldi, fissando il panorama fuori da una finestra, premurandoci infine di accompagnarlo in ufficio - per capire un po' il tipo. E che aria tira. E tirerà tra i grillini. Piccolo aneddoto: il suo appartamento dietro la Camera durante la crisi estiva diventò - insieme alla casa di Pietro Dettori - il quartier generale del Movimento. Appena finiva un bilaterale con il Pd, gli allora capigruppo Stefano Patuanelli e Ciccio D'Uva andavano a casa sua per fare il punto. E subito si aggiungevano tutti gli altri big.
Crimi, allora complimenti!
«Più che altro mi servirà un in bocca al lupo bello grande».
Beh, in effetti nessuno vorrebbe stare al suo posto: dopo l'addio di Di Maio, con le regionali alle porte, le tensioni nel governo, i dossier delicati. Lo ammetta: le tremano i polsi?
«Ma noooo. Allora se devo dirla tutta sono sereno: sa in questi anni quante ne ho viste?».
E superate?
«Sì. Insomma, porterò avanti il mio ruolo con giudizio. E so reggere lo stress».
Oggi (ieri-ndr) riunirà i ministri del M5S per poggiare la spada sulle spalle del nuovo capodelegazione a Palazzo Chigi?
«Non ho riunioni in programma con i ministri, con alcuni di loro ci siamo sentiti. Ma tra poco, dopo pranzo, vedrò i facilitatori, il team del futuro».
Ma non è che farà il passacarte del Movimento in attesa di questi famosi stati generali? Insomma, sarà un burocrate?
«Nessun passacarte, ora il capo (del M5S-ndr) sono io».
Ma i problemi non mancano. Grillo continua a stare zitto, un po' spiazzato dal tempismo della mossa di Di Maio.
«Grillo è sereno, l'ho sentito anche oggi. E con Beppe parlo io: è tranquillissimo, fidatevi».
Ma queste sono frasi di circostanza: non si capisce il Movimento che fine farà e chi lo guiderà in futuro. E poi mai con il Pd o sempre ormai con il Pd?
«Calmi, andremo avanti. Certo ci sarà una fase nuova che sarà discussa da tutti nelle sedi opportune».
Ma lei perché appare così antipatico? In fin dei conti non lo è. C'è di peggio.
«Ma siete voi giornalisti che mi prendete sempre di mira da anni. Soprattutto all'inizio. Una pressione incredibile».
Non per difendere la categoria, ma è lei che ha detto che i giornalisti «le stanno sulle scatole» (l'espressione fu molto più colorita). È ancora così? Da reggente o capo del Movimento ora dovrà comunicare.
«Vuole sapere come andò quella storia?».
Certo.
«Allora era notte, ero stanco morto, appena uscito da una lunga riunione, snervante. Passeggiavo per il centro storico di Roma».
Continui continui.
«Niente, incontrai due ragazzi universitari che iniziarono a farmi delle domande sui giornalisti. Non mi accorsi che mi stessero registrando. E così mi sfogai. Poi mi sono scusato. Però lo ripeto: ero stanco. E sotto pressione».
Ma lei è stato anche sottosegretario all'Editoria nel Conte 1 con posizioni molto dure (il compianto direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin, lo soprannominò «gerarca minore» ndr).
«Ma io i giornalisti non li odio. Sono stato preso di mira, da sempre».
Mitica la foto del suo pisolino sugli scranni del Senato.
«Ricordo, ci fu quella foto, certo. Ma non solo quella. Il Movimento, soprattutto all'inizio, fu preso molto di mira».
Oggi come si è svegliato?
«Con altri attacchi. Ma come si fa a scrivere che io ho lasciato mia moglie per mettermi con una deputata che nel frattempo mi sono fatto crescere la barba e che sono dimagrito. Ma come si fanno a scrivere queste cose?».
Che poi forse non è così tanto dimagrito.
Ride: «Appunto».
2 - VITO CRIMI: «HO TUTTI I POTERI DA CAPO POLITICO CON ME I MILITANTI RASSICURATI»
Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Vito Crimi, la carezza di Di Maio è un passaggio di consegne da capo politico a reggente, o da leader a leader con pieni poteri?
«La carezza di Luigi è innanzitutto il gesto autentico di un amico e compagno di tante battaglie. Quanto alla leadership non ci poniamo il problema dei tempi o dei poteri, ma di guidare il M5S nella riorganizzazione. In ogni caso, da capo politico ho tutti i poteri previsti dallo statuto».
Stato d' animo?
«È una sfida, sento una grossa responsabilità. Ho avuto tantissimi attestati di stima, attivisti e colleghi si sentono rassicurati. Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il Movimento in questo momento di crescita, alla luce della mia lunga esperienza. Ma non farò nessuno strappo, lavorerò in continuità con il percorso che Luigi ha avviato e che io devo portare avanti alla luce delle criticità rilevate».
Eravate al 32%, ora i consensi sono dimezzati.
«È più importante il consenso a tutti i costi o far bene per il Paese? Noi non abbiamo aiutato i potenti, ma i poveri. Una categoria che non influenza le masse».
Non teme l' estinzione del Movimento? E la scissione?
«La che?».
Il «suo» M5S sarà di piazza o di governo? Con la Ue o no? Porti aperti o chiusi?
«Mai stati contro l' Europa, ma va rifondata. Con il nuovo governo stiamo contribuendo a migliorarla, tanto che la redistribuzione dei migranti è passata da 11 persone al mese a 98. Questi sono i risultati di una gestione integrata del fenomeno, le chiacchiere le lasciamo ad altri. Non è sui porti che bisogna ragionare, ma sulle partenze».
Con lei alla guida, il rapporto con il premier Conte sarà meno conflittuale? E sarà lei il capo delegazione?
«Mai stato conflittuale, ma sempre di leale confronto e collaborazione. E così continuerà ad essere. L' elenco dei risultati che abbiamo portato a casa e che Luigi ha ricordato è sbalorditivo. Altro che conflittualità, è produttività. Io sul governo non ho il minimo dubbio e lavorerò in continuità, a partire da Autostrade».
Se Salvini vince le Regionali il governo va a casa?
«Il governo ha un cronoprogramma da definire e attuare, al di là delle tornate elettorali. Dobbiamo abbassare le tasse, come già abbiamo iniziato a fare per 16 milioni di italiani con il taglio del cuneo fiscale, obiettivo che dobbiamo perseguire grazie alla riforma dell' Irpef. Abbiamo obiettivi molto ambiziosi, su quelli vogliamo essere giudicati al termine del mandato».
Di Maio può tornare capo politico, magari in tandem con Appendino o affiancato da un direttorio?
«Abbiamo avviato un percorso ambizioso, iniziato con il coinvolgimento di centinaia di facilitatori. Ogni scelta sarà condivisa e partecipata da tutti gli iscritti. Il Movimento è collegiale per definizione. Farò il massimo affinché questi valori possano esprimersi sempre di più, è solo uniti che riusciremo a realizzare il nostro programma».
Chi vedrebbe come capo politico dopo gli Stati generali? Fico, Patuanelli, Di Battista, Taverna, o Crimi?
«Avrà più chance questo Paese quando smetteremo di parlare di nomi per concentrarci sui contenuti. Proprio quello che intendo fare».
Si sente più vicino a Grillo o a Casaleggio?
«Sono due figure essenziali, senza le quali oggi non saremmo dove siamo. Sono vicino al progetto che hanno creato, a cui ho dato tutto me stesso fin dalle sue origini».
Teme pugnalate e fuoco amico ? E chi sono i traditori, Paragone e Fioramonti?
«Sono fiero di essere a capo di un Movimento che rispetta le sue regole senza guardare in faccia nessuno. Chi non rispetta i patti non mi fa paura, mi fa pena».
Di Battista è inseguito dai sospetti. Sarà leale con lei?
«Alessandro è come un fratello. Non mi pongo alcun dubbio sulla sua lealtà, prima che a me al Movimento».
Ci saranno novità sulle restituzioni per fermare la fuga di parlamentari?
«Ai parlamentari offrirò coinvolgimento e partecipazione, ma chiederò rispetto reciproco e unità. Il taglio degli stipendi e la loro restituzione, per una politica più sobria e vicina ai cittadini, è da sempre una nostra battaglia. Modificheremo le procedure, ma il principio non cambia».
Lei umiliò Bersani in streaming. Ci si vede in quella «alleanza politica strutturale» con il centrosinistra a cui lavora Conte?
«All' epoca di Bersani facemmo l' unica cosa possibile in quel contesto. Non vorrei sentir parlare di alleanze strutturali, ma di progetti e idee per il bene dei cittadini».
Tornerebbe al governo con Salvini?
«No, per carità. Ha dimostrato di essere inaffidabile e codardo».
Farà pace con la stampa dopo la durezza su Radio Radicale e fondi all' editoria?
«Su Radio Radicale rifarei tutto, per rispetto delle regole. Non devo fare pace, perché non ho dichiarato guerra a nessuno. C' era solo la volontà di portare equità in un settore strategico».
Roberta Lombardi la definì «orsacchiotto» e Massimo Bordin «gerarca minore». Chi è Vito Crimi?
«Vito Crimi è quell' attivista che dal 2005 si è battuto per il taglio dei privilegi, l' acqua pubblica e per mille altre battaglie. Un cittadino che combatte per un Paese più trasparente e senza disuguaglianze. E che da viceministro dell' Interno ha dimostrato di lavorare con serietà».