“ORMAI CONTE NON DECIDE PIU’ NULLA” – DALLA SCIARRA A MATTARELLA, LE GIRAVOLTE DEL MOVIMENTO SUL QUIRINALE DELEGITTIMANO PEPPINIELLO APPULO CHE NON CONTROLLA PIU’ I GRUPPI PARLAMENTARI. COME FANNO I LEADER DEGLI ALTRI PARTITI A IMMAGINARE DI POTER TRATTARE SUL COLLE CON L'AVVOCATO SE NON GARANTISCE NEPPURE LA TENUTA DEI SUOI? IL NO DI PATUANELLI A DRAGHI AL COLLE, SEGUITO DALLA PRECISAZIONE CHE NON CI SONO PRECLUSIONI PER NESSUNO, NEANCHE PER DRAGHI, DIMOSTRA COME LA CONFUSIONE REGNI SOVRANA NEL M5S…
-JACOPO IACOBONI per la Stampa
Ieri sera, dopo un mese di convulsioni e prese di posizione che hanno detto tutto e il contrario di tutto, era tecnicamente impossibile puntare un soldo su cosa faranno i grillini dal 24 gennaio in poi, e soprattutto sulla scommessa se il loro leader sarà in grado di controllarne umori e paure, nella grande partita per il Quirinale che si sta aprendo. Perché su tutto, domina nei parlamentari 5 stelle la paura di chiudere la legislatura, e tornare amaramente a casa.
E questo ha sballato ogni piano di Giuseppe Conte nella partita per eleggere il futuro presidente della Repubblica: il 27 dicembre l'ex premier aveva fatto uscire l'idea che una donna «di alto profilo» salisse al Colle, e lo stesso giorno Goffredo Bettini aveva scritto al Foglio che occorreva un «colpo d'ala», e «una soluzione politica». Per l'Adnkronos, che non fu smentita, c'era un asse tra l'avvocato del popolo e Bettini. Asse che viene confermato da fonti 5S.
Lunedì sera i senatori grillini hanno chiaramente parlato contro quest' asse, quando in assemblea hanno clamorosamente chiesto, quasi all'unanimità, un reincarico a Sergio Mattarella. Conte è stato smentito proprio al Senato, dove in teoria era meno debole (alla Camera per lui le cose vanno peggio, nel gruppo M5S). E adesso? L'avvocato del popolo è stato delegittimato, racconta chi conosce bene le dinamiche interne.
Sul Quirinale, il vicepresidente M5S Michele Gubitosa, uomo scelto da Conte, si è affrettato a allinearsi ai senatori (non a Conte), quando spiega che «Sergio Mattarella è stato sempre ed è il primo nome che il M5S voterebbe per il Quirinale. Non sono per niente sorpreso dal pensiero di alcuni nostri senatori espresso nella riunione di ieri. Lo condivido in pieno».
Lo stesso Gubitosa che un mese fa faceva eco a Conte quando entrambi dissero che per il Colle era «giusto dialogare col centrodestra». Il M5S ne ha dette tante, in queste sole tre settimane ancora troppo lontane dall'inizio delle danze. Troppe. Un breve riassunto è allarmante: sì a Draghi al Colle, no a Draghi al Colle (entrambe di Conte). Ok al dialogo col centrodestra (Gubitosa).
Appello caduto nel vuoto (lanciato da Conte) a eleggere una donna. Il no di Patuanelli a Draghi al Colle, seguito dalla precisazione dello stesso Patuanelli che non ci sono preclusioni per nessuno, neanche per Draghi. Fino all'ovazione per il Mattarella bis. «Ormai Conte non decide più nulla», dice qualcuno nel Movimento. E appare sempre più periglioso, per i leader degli altri partiti, immaginare di poter trattare sul Colle con l'avvocato del popolo, se non garantisce neppure la tenuta dei suoi.