“I PAESI BRICS SONO TROPPO DIVERSI TRA LORO. NON POSSONO COMPETERE CON IL G7” – IL POLITOLOGO AMERICANO IAN BREMMER STRONCA L’ALLEANZA DEI PAESI NON ALLINEATI: “È UN NUCLEO CHE RIUNISCE PAESI DA UN PO’ TUTTO IL PIANETA, E QUESTO RENDE DIFFICILE PER LORO ESSERE COESI” – “LA CINA NON FA PIÙ PARTE DEL SUD DEL MONDO E I PAESI DI QUESTO RAGGRUPPAMENTO CERCANO DI AVER BUONI RAPPORTI CON PECHINO. COSÌ COME LI CERCANO CON GLI STATI UNITI. C'È POI L'INDIA. E LA RUSSIA: TUTTI GLI STATI MEMBRI VOGLIONO CHE IL CONFLITTO IN UCRAINA FINISCA QUANTO PRIMA…”

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Estratto dell’articolo di Francesco Semprini per “La Stampa”

 

IAN BREMMER

«I Brics sono Paesi assai diversi fra loro che rendono complicato l'allineamento e la funzionalità del gruppo su diversi fronti, col risultato che l'efficacia delle sue azioni è assai più limitata rispetto a quella del G7». Il giudizio sui lavori del vertice di Johannesburg è di Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group.

 

I Brics possono davvero costituire l'alternativa al G7?

«Il G7 è un gruppo di Stati democratici ed economie avanzate, nei Brics c'è un po' di tutto. Cina e Russia sono due dittature, India, Brasile e Sud Africa sono democrazie.

Quindi si tratta di un nucleo poliedrico che riunisce Paesi da un po' tutto il Pianeta indifferentemente».

 

VLADIMIR PUTIN COLLEGATO CON IL VERTICE DEI PAESI BRICS

Ciò cosa comporta?

«Questo rende difficile ai Brics essere un gruppo coeso e allineato su diversi fronti. Senza dubbio mettendosi assieme danno vita a una comunità più potente […] e stanno guadagnando in influenza […], specie al cospetto di un G7 meno sostanziale in termini di crescita. Ma il G7 è assolutamente più allineato dei Brics».

 

Può andare nel dettaglio?

«Questo avviene per diversi motivi, la Cina ad esempio non fa più parte di fatto del Sud del mondo, è diventata il più grande creditore del Sud del mondo e i Paesi che appartengono a questo raggruppamento cercano pertanto di aver buoni rapporti con Pechino.

 

VERTICE BRICS A PECHINO

Così come li cercano con gli Stati Uniti e non vogliono che i Brics rappresentino un gruppo contrapposto tale da creare una sorta di guerra fredda con il G7. C'è poi l'India che in termini di relazioni con la Cina è la più incerta e da un punto di vista geostrategico è più vicina agli Usa, in particolare con Narendra Modi, attraverso il Quad (il quartetto che riunisce Stati Uniti, India, Australia e Giappone, nato nel 2007 con l'obiettivo di contrastare la crescente influenza della Cina nella regione Asia-Pacifico). Questo rende ancora più complicato l'allineamento strategico da parte dei Brics».

 

E la Russia?

«In ultimo abbiamo il fatto che Vladimir Putin non è potuto andare di persona al vertice a causa del mandato di cattura internazionale, questo è un punto a favore del G7 e al contempo un elemento di preoccupazione per i Brics. Tutti gli Stati membri vogliono che il conflitto in Ucraina finisca quanto prima ma è difficile, e la Russia ne è principalmente responsabile. Per questo dico che i Brics rimangono in qualche modo ostaggio di cosa possono e non possono fare».

 

Ci sono però degli sforzi concreti non le pare?

VERTICE BRICS A PECHINO

«Certo, come il tentativo di accrescere investimenti e commercio tra i Brics in moneta locale ma finché il dollaro rimane la valuta ufficiale della riserva del Pianeta non credo che ci siano rischi per il biglietto verde. I Brics non sono preparati a creare una valuta unica alternativa al momento, ma c'è un chiaro sforzo di limitare l'uso del dollaro come arma».

 

[…] A proposito di Cina, che rischi comporta la bolla immobiliare?

vertice brics 2022

«Riduce la crescita globale. Quando c'è stata la pandemia la Cina si è rialzata per prima e ha trainato la ripresa, ora la situazione è opposta. C'è inflazione globale, rimbalzi nell'economia globale e incertezza nella crescita. Questo comporta una contrazione della domanda globale di materie prime e meno abilità di Pechino di trainare la crescita globale. Non vedo tuttavia un rischio di contagio sull'immobiliare globale ma senza dubbio ricadute sull'economica globale e questo potrebbe diventare un problema strutturale».