“I PARTITI CHIEDANO A MATTARELLA UN ULTIMO SACRIFICIO. IL PAESE HA BISOGNO DI CONTINUITÀ” - BRUNO TABACCI INVOCA IL BIS DEL CAPO DELLO STATO: “ANCHE SE DRAGHI SI PRESENTASSE CON UN AMPIO SOSTEGNO, IL RISCHIO CHE VENGA IMPALLINATO C’È” - “IL PRESIDENZIALISMO DI FATTO NON ESISTE, SERVIREBBE UNA RIFORMA COSTITUZIONALE. LA LOTTA AL COVID CHE NON È FINITA, L'ESIGENZA DI RISPETTARE LE SCADENZE DEL PNRR, E LA NECESSITÀ DI PROSEGUIRE IN UNA FASE DI RILANCIO ECONOMICO SUGGERISCONO CHE DRAGHI RIMANGA A PALAZZO CHIGI…”
-Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
(…) Meno di due mesi alla corsa per il Colle: quanto è diversa dalle precedenti?
«Molto. C'è un sovraccarico di responsabilità. Il taglio dei parlamentari già varato riduce a 675 il numero dei grandi elettori. Se si sceglie male o con prove di forza rischiamo che la nuova presidenza possa venire contestata per carenza di legittimazione».
Altra anomalia è il peso che su questo passaggio esercita l'eventualità del voto anticipato.
«È così, inutile negarlo. Anche perché chi in preda all'eccitazione ha approvato la legge sui vitalizi ha introdotto l'impossibilità di riscattare la "pensione" se non si fanno quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura. Se si andasse al voto, evaporerebbero i contributi di 701 parlamentari».
Come dire: meglio che Draghi resti dov' è e scongiuri la prospettiva di elezioni politiche nel 2022.
«Ah, anche se si presentasse con un ampio sostegno per essere votato al primo turno il rischio che venga impallinato c'è. Ricordo il precedente di Ciampi, nel '99: erano tutti d'accordo tranne la Lega, sulla carta, ma gli vennero a mancare comunque 180 voti Non è questo il punto. Il punto è che non si può rinunciare, in questo momento, a una continuità istituzionale».
Il premier, come sostiene Giorgetti, non potrebbe garantirla anche dal Quirinale?
«Il presidenzialismo di fatto, non esiste, non siamo in Francia e servirebbe una riforma costitizionale. La lotta al Covid che non è finita, l'esigenza di rispettare le scadenze del Pnrr, e la necessità di proseguire in una fase di rilancio economico suggeriscono che Draghi rimanga a Palazzo Chigi.
La continuità, per me, significa che non possiamo giocarci né Mattarella né Draghi, gli uomini che hanno restituito dignità e rispetto al Paese, per fare un salto nel buio verso elezioni anticipate, verso un falso ritorno alla normalità».
Intanto Berlusconi pare sia già in campo.
«Il problema non è Berlusconi, ma il fatto che una candidatura imposta da una parte politica sull'altra - e penso anche all'ipotesi Gentiloni - finirebbe per spaccare la maggioranza di Draghi.
Che un minuto dopo il voto per il Colle si ritroverebbe a Palazzo Chigi in uno scenario diverso, temo troppo stretto per un personaggio della sua dimensione. Così non avremmo l'attuale premier né da una parte né dall'altra».
(…) «Uuna soluzione c'è: un appello di tutti i partiti perché Sergio Mattarella svolga un altro mandato. Pieno. Quando lo stesso Mattarella richiama una dottrina che esclude il semestre bianco e la rielezione dice una cosa che ha una sua logica. Ma è vero pure che i presidenti citati, Segni e Leone, per motivi diversi non poterono neppure terminare l'incarico. Non avevano davanti lo scenario che ha oggi l'attuale Capo dello Stato. La cui saldezza, non dimentichiamolo, in questi anni ha fatto da contrappeso alla fragilità del Parlamento».