“LA POLITICA VIVE SOTTO UNA SORTA DI ESTORSIONE. TUTTI SONO RICATTATI” – IL CEPPALONICO CLEMENTE MASTELLA PARLA DEL PRESUNTO DOSSIERAGGIO ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA: “NEL CASO SPECIFICO, DIPENDE TUTTO DALL'UFFICIALE DELLA FINANZA: S'È MOSSO VALUTANDO UN PROPRIO TORNACONTO CHE GLI È SFUGGITO DI MANO, O ERA UTILIZZATO PER SCOPI IMPROPRI?” – “NELLA DC UN GRANDE CLASSICO ERA LA VOCE SULL'OMOSESSUALITÀ. LA VICENDA CHE PORTÒ ALLE MIE DIMISSIONI E ALLA CADUTA DI PRODI? UN PARENTE NAPOLETANO, CHE LAVORAVA NEI SERVIZI, MI DISSE..."
-Estratto dell’articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa”
Clemente Mastella, che ne pensa di questa storia dei dossier sui politici?
«Potrei dire: tutto normale. Si tratta di vicende carsiche, che tendono a colpire politici e imprenditori».
C'è uno specifico?
«Negli ultimi anni c'è stata una subalternità, una sudditanza psicologica, da parte della politica rispetto agli apparati statali che hanno in mano o realizzano dossier. Anche se apparentemente lo fanno con alchimie regolari».
Che cosa intende per apparenti alchimie regolari?
«Banca d'Italia, Procura nazionale antimafia, Guardia di finanza. Poteri legittimi, che maneggiano dossier per motivi istituzionali. Talvolta, però, questa alchimia non funziona. Produce distorsioni».
Perché la politica ha sudditanza?
«Per debolezza, perché ha qualcosa da nascondere. Ha nei confronti di questi poteri un atteggiamento subalterno: li teme e tenta di blandirli».
E questi poteri come si atteggiano?
«Nei confronti della politica con sufficienza, pur vivendo a ridosso di essa. Come se ce l'avessero sempre sulle scatole».
Del caso in sé si è fatta un'idea?
«Dipende tutto dall'ufficiale della Finanza: s'è mosso valutando un proprio tornaconto che gli è sfuggito di mano, o era utilizzato per scopi impropri?».
A lei è capitato di incrociare vicende di questo tipo?
«Una volta su tutte: la vicenda che portò alle mie dimissioni e alla caduta del governo Prodi. Ero stato avvertito da un parente napoletano che lavorava nei servizi: "Guarda che vogliono fregarti". Avvertii le autorità di controllo. Non fecero niente, e così successe».
[…] E altre volte?
«Il meccanismo è periodico. Pensi che io finii dentro Telekom Serbia e ancora non ho capito come».
C'è un modo per capire che sta capitando qualcosa?
«Si avvicina qualcuno, manifestando un'amicizia, diciamo così, maliziosa. "Ho saputo…", "Stai attento…", […]. Vero o non vero, tu sei sotto scacco. In una condizione psicologica di fragilità. […]».
[….] Qual è l'effetto sulla politica?
«La politica vive sotto una sorta di estorsione, intimidazione. Tutti i politici sono ricattati. Un ricatto limaccioso, a bassa intensità. Ma permanente».
Accadeva anche nella prima Repubblica?
«La storia italiana ne è piena. Penso ai grandi scandali, ma non solo. Nella Dc un grande classico era la voce sull'omosessualità. Giravano foto equivoche. Tutti sapevano, ma in un perimetro circoscritto. La calunnia trapelava, ma non usciva mai del tutto. L'obiettivo era limitare il raggio di azione dell'avversario interno».
[…] Ha fatto bene Crosetto a denunciare un complotto contro la democrazia?
«Credo sia stato messo in guardia. Sta in un posto dove gli apparati che maneggiano informazioni, legittimamente intendo, non mancano».
Può essere che la sua vicenda sia legata alle nomine nelle grandi aziende?
«Non mi pare che gli abbiamo fatto toccare palla, in quelle nomine».