“IL PPE DEVE DIALOGARE CON I CONSERVATORI” – JENS SPAHN, VICECAPOGRUPPO DELLA CDU TEDESCA, APRE A UN’ALLEANZA CON GIORGIA MELONI: “PUNTIAMO A SINGOLE CONVERGENZE SU DETERMINATE QUESTIONI. SE GLI ELETTORI SCELGONO IL CENTRODESTRA NON POSSIAMO CONTINUARE A FAR FINTA DI NIENTE ALLEANDOCI CON LA SINISTRA”. MA NON PARLA DI NUMERI: SENZA SOCIALISTI E LIBERALI, CHE NON ACCETTERANNO MAI LA DUCETTA, NON C’È MAGGIORANZA – “L’INGRESSO DI FDI NEL PPE? È MELONI CHE DOVREBBE DECIDERLO” (MA DOVREBBE ABBANDONARE L’AMATO ABASCAL E QUEI DUE PESI MORTI DI ORBAN E ZEMMOUR)
-Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per www.repubblica.it
Jens Spahn, vicecapogruppo della Cdu e figura di primo piano del partito di Friedrich Merz, riflette sulle elezioni europee e sul rapporto tra i Popolari e Giorgia Meloni. Per l’ex ministro e membro della segreteria dei cristianodemocratici bisogna convergere con pezzi dei Conservatori, inclusa la premier italiana, perché “se la maggioranza degli elettori in Europa vota per partiti di centrodestra, è un fatto che non si può ignorare”.
[…] Spahn precisa inoltre che “i Conservatori non sono mica gli Identitari”, dove partiti come la Lega “faticano a prendere le distanze da Putin”. Ma con Meloni, aggiunge […] bisogna fare anche un discorso di prospettiva, di ingresso nei Popolari: spariti quasi in Francia e nei Paesi Bassi, non possono permettersi di contare poco in un altro grande Paese europeo, sottolinea.
[…] Spahn, […] Ursula von der Leyen, ha segnalato […]che la priorità è la crescita e che il Green deal va ripensato. Voi Popolari avete deciso di svoltare a destra?
“Direi che si tratta di una svolta al centro. La prossima legislatura europea dovrà essere quelli della competitività e della prosperità. Al centro deve tornare la crescita, anche alla luce delle guerre che ci circondano o delle sfide con la Cina. Perciò dobbiamo puntare sulla sicurezza e sullo sviluppo. E per quanto sia importante, la lotta al cambiamento climatico dovrà essere subordinata a queste priorità”.
Von der Leyen è un po’ ambigua. D’un lato ha dichiarato la guerra alla destra, d’altra parte vuole fare accordi con i Conservatori.
“Perché i conservatori siamo noi” (sorride).
Intendevo il gruppo dei Conservatori europei. Il Ppe sta dialogando con Giorgia Meloni, con l’ex premier ceco Petr Fiala. Qual è l’obiettivo di questi flirt?
“Perché flirt? Secondo me bisogna distinguere. I Conservatori non sono mica gli Identitari. E con i Conservatori dobbiamo […] verificare se con determinati partiti possiamo convergere su alcuni temi importanti come la sicurezza, la crescita economica o l’immigrazione.
Bisogna cominciare ad accettare il fatto che in molti Paesi europei […] gli elettori votano partiti di centrodestra. E se quei partiti non superano determinate linee rosse, è giusto parlarci. E Giorgia Meloni secondo me non le supera. Mi riferisco alla sua posizione pro-ucraina, filoisraeliana e filoatlantista. Ed è anche molto diversa rispetto agli Identitari, dove alcuni partiti, Lega inclusa, faticano a prendere le distanze da Putin. O si fanno addirittura sostenere da Mosca.[…]”.
Ma è pensabile un’alleanza tout court tra Popolari e Conservatori?
“Direi che puntiamo a singole convergenze su determinate questioni. Però è chiaro che se la maggior parte degli elettori in Europa sceglierà partiti di centrodestra […] non possiamo continuare a far finta di niente alleandoci con partiti di sinistra e facendo politiche di sinistra. In qualche modo bisogna rispecchiare le maggioranze elettorali in politica. Perciò ben vengano colloqui con pezzi dei Conservatori. E Giorgia Meloni è la premier di un partito importante”.
È pensabile anche un ingresso di Meloni nel Ppe?
“Bisognerebbe chiederlo a lei. Anzitutto è Meloni che dovrebbe decidere se vuole entrare nel Ppe. E dobbiamo anche pensare in modo strategico, in prospettiva. Non possiamo immaginare un futuro in cui i Popolari contino poco in Paesi importanti. E’ già avvenuto in Francia, dove i gollisti sono quasi spariti, e nei Paesi Bassi: non possiamo rischiare la stessa cosa in Italia”. […]