“IL PREMIERATO È UNA SPADA DI DAMOCLE, A USO INTERNO, E UNA BANDIERA, AD USO ESTERNO” – ALESSANDRO DE ANGELIS: “LA MOSSA RACCONTA DI UN'EVIDENTE PREOCCUPAZIONE DI ESSERE LOGORATA RICONDUCIBILE AL VOLTO DI UN'ALTRA DONNA: MARINA BERLUSCONI” – “LA BANDIERA INVECE LE CONSENTE DI COSTRUIRE UNA VIA D'USCITA E UNA NARRAZIONE DI QUI ALLE EUROPEE, CHE TIENE SALDI I FONDAMENTALI DEL VITTIMISMO” - LA SINDROME DA “PICCOLA FIAMMIFERAIA BISTRATTATA" DELLA DUCETTA
-
Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”
Prima ancora delle tecnicità sulle riforme, pomposamente annunciate da Giorgia Meloni come un ingresso nella Terza Repubblica, conta la ragione politica della sbandierata accelerazione sull'elezione diretta del premier. Che molto ha a che fare col cambio di fase dentro il governo, tra l'evocazione di complotti immaginari attorno al caso Giambruno e la tensione reale con gli alleati sulla manovra.
Nessuna crisi di governo, ma tutto questo è stato già sufficiente a innescare una spirale di sospetti e vendette […] in un clima di crescente nervosismo della premier tra vittimismo e aggressività, sindrome da "piccola fiammiferaia" bistrattata e Giovanna d'Arco alla crociata, "schiena dritta" e sguardo torvo.
Calata in questo contesto, la carta dell'elezione diretta del premier rappresenta per Giorgia Meloni, al tempo stesso, una spada di Damocle, ad uso interno, e una bandiera, ad uso esterno.
La spada di Damocle è brandita verso gli alleati, secondo il classico schema di parlare a nuora perché suocera intende: se continuate così, scateno una campagna, dal sapore plebiscitario sui poteri del premier, e vediamo chi vince. La mossa racconta di un'evidente preoccupazione di essere logorata riconducibile soprattutto al volto di un'altra donna: Marina Berlusconi.
In attesa di capire cosa vorrà fare da grande la Cavaliera sulla politica, la sua, tra extraprofitti e caso Giambruno, è già la storia di una leadership senza una discesa in campo […]. E dunque viene vissuta come una minaccia da Giorgia Meloni. Che, non potendo permettersi che l'altra si presenti quando lei è consumata, gioca d'anticipo.
La bandiera politica invece le consente di costruire una via d'uscita e una narrazione di qui alle Europee, che tiene saldi i fondamentali del vittimismo: "Non è colpa mia se non funziona nulla, ma è colpa di lacci e lacciuoli che mi impediscono di governare e allora cambiamo il sistema". Ha a che fare con la contingenza, ma anche con i pochi risultati da "vendere", dall'immigrazione fuori controllo all'annunciato splashdown del Pnrr all' scaricare sudamericana.
Bandiera, appunto, perché non c'è un solo elemento di carattere istituzionale, e non squisitamente politico, che abbia impedito a Giorgia Meloni di governare. Anzi, a regole vigenti nulla l'ha ostacolata nemmeno nell'opera di occupazione del potere, decisa e decisionista, dalla Rai alle aziende di Stato fino agli apparati dello Stato […] . Vediamo se fa sul serio, o se sarà solo una lunga campagna elettorale per dare la colpa agli altri, magari pure sulle riforme che non si faranno. In fondo, il premierato di fatto c'è già. […]