“QUESTO RITIRO È STATO UN GRAVE ERRORE, MA NON FARE NULLA ORA SAREBBE ANCORA PIÙ GRAVE” - ANCHE SILVIO BERLUSCONI CI CASCA E PUBBLICA SU FACEBOOK LA FOTO FAKE CON LA BANDIERA DEI TALEBANI AL PALAZZO PRESIDENZIALE DI KABUL: “L’OCCIDENTE NON PUÒ LIMITARSI AD ASSISTERE RASSEGNATO AL TRIONFO DEI SUOI NEMICI. VENT’ANNI DI SACRIFICI E SANGUE SONO VANIFICATI DA UN DISIMPEGNO FRETTOLOSO E NON PREPARATO. MAI COME ORA L’OCCIDENTE AVREBBE BISOGNO DI UNA LEADERSHIP ESPERTA ED AUTOREVOLE” (VI VIENE IN MENTE QUALCHE NOME?)
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CI SEI O CI FAKE? - NELLE ULTIME ORE STA CIRCOLANDO MOLTO SUI SOCIAL E SUI SITI D’INFORMAZIONE (ITALIANI) LA FOTO DELLA BANDIERA TALEBANA CHE SVENTOLA SUL PALAZZO PRESIDENZIALE DI KABUL. MA È UNA BUFALA! SI TRATTA DI UN FOTOMONTAGGIO DIFFUSO DALL’UTENTE DI TWITTER ZARHGAY SUWEIL. DA LÌ, HA FATTO IL GIRO DEL WEB E DELLE REDAZIONI, A CACCIA DI IMMAGINI PER RACCONTARE IL DISASTRO AFGHANO. ANCHE MATTEO SALVINI L’HA CONDIVISA…
IL POST DI BERLUSCONI SU KABUL
Dal profilo Facebook di Silvio Berlusconi
Le drammatiche immagini che giungono da Kabul ci riempiono di angoscia e di amarezza. L’Occidente non può limitarsi ad assistere rassegnato al trionfo dei suoi nemici, dell’integralismo islamico che sta riportando l’Afganistan ai periodi più oscuri della sua storia. Vent’anni di sacrifici e di sangue versato per garantire a quel grande Paese stabilità e sicurezza sono vanificati da un disimpegno che si è rivelato frettoloso e non preparato.
Naturalmente dopo la decisione americana di ritirarsi, decisa dall’amministrazione Trump e confermata da quella Biden, non c’era alcuna possibilità per gli altri paesi, come l’Italia, di rimanere. Anzi dobbiamo dire ancora una volta grazie ai nostri soldati, ai nostri diplomatici, a tutti i connazionali impegnati nella vicenda Afgana, per come hanno gestito la presenza italiana in questo ventennio ed anche quest’ultima fase drammatica.
Mai come ora l’Occidente avrebbe bisogno di una leadership esperta ed autorevole, in grado di dare una risposta non rassegnata a quello che sta accadendo. Questo ritiro prematuro è stato un grave errore, ma non fare nulla ora sarebbe ancora più grave.
La Nato non può permetter che l’Afganistan torni a costituire un pericolo per la sicurezza della regione e dell’intero Occidente, né può permettere che i diritti faticosamente acquisti dal popolo afgano in questi anni siano cancellati dall’integralismo e dalla violenza.